L'industria nuovo mecenate di Maria Corbi
L'industria nuovo mecenate L'industria nuovo mecenate Umberto Agnelli: «Ma serve la defiscalizzazione» Maria Corbi inviata a FIRENZE Investire nell'arte per mantenere le radici di un popolo e per creare ricchezza. E' questa la ricetta della Banca mondiale che per la prima volta si occupa di beni culturali come opportunità economica. E per ragionare sugli scenari possibili la più grande istituzione finanziaria internazionale, insieme all'Unesco e alla Farnesina ha scelto l'Italia. E' a Firenze, che si svolge la conferenza mondiale «Culture Counts» - partner della World Bank nell'organizzazione è stata la Fondazione Piaggio - a cui partecipano quaranta ministri degli Esteri e della Cultura. Lunedì ha parlato Lamberto Dini e domani concluderà i lavori la first lady americana Hillary Clinton. Ieri Umberto Agnelli, presidente dell'Ifil, ha parlato del ruolo che i privati possono, e dovrebbero, avere nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale. Ha fatto notare come in Italia, ma anche in Europa, è quasi scompar¬ sa la figura del mecenate del passato. Recuperare oggi «tycoon» all'arte è possibile ma bisogna incentivare quest'impegno con la defiscalizzazione. «Esonerare cioè dalla tassazione - ha spiegato Agnelli quanto un cittadino, un'industria, una banca spendono per contribuire alla tutela dei beni culturali». «Questa - ha proseguito Umberto Agnelli - è certamente la via maestra per un impegno sostanziale dei privati verso il patrimonio. Tuttavia, da questo punto di vista, le legislazioni sono profondamente differenti da Paese a Paese. Riferendomi agli stati Ocse i due estremi mi pare siano gli Usa e l'Italia. L'America ha una tradizione e una legislazione di defiscalizzazione che è - credo - la più consolidata e generosa del mondo. L'Italia, di contro, da pochissimo tempo ha una legislazione che permette la defiscalizzazione. Ma per importi irrisori. Mille dollari per il privato cittadino, 2.500 dollari per le imprese». Agnelli ha anche suggerito un «board» di esperti prove- nienti da grandi aziende mondiali che affianchi la Banca Mondiale in una «policy» di interventi a sostegno del patrimonio culturale mondiale che, a suo giudizio, è possibile: «Credo sarebbe gradito anche alle imprese perchè permetterebbe loro di essere presenti con interventi di interesse generale in aree (si pensi l'Africa) in cui la loro presenza «business» è modesta, se non assente». Le imprese che già operano esportando «idee» per far fruttare la cultura dei popoli sono in questi giorni tutte a Firenze. L'ultimo progetto approvato dalla banca Mondiale, e che viene presentato nell'ambito del convegno sulla cultura e lo sviluppo sostenibile, è a favore della regione cinese di Chongqing minacciata dalla diga sul Fiume Giallo che sommergerà interi villaggi cancellando identità culturale e luoghi archeologici. Si ripeterà quello che avvenne con la diga di Assuan in Alto Egitto. Allora il mondo si mosse, l'Italia in prima fila, per scongiurare il disastro. La storia si ripete e si spera avrà 10 stesso buon fine. Oggi arriverà a Firenze in serata Hillary Clinton. Per lei un programma blindatissimo. 11 presidente della Banca Mondiale James Wolfensohn ha organizzato una serata a villa Medici dei Marchi-Mazzini a cui parteciperanno pochissime persone. Prevista anche una visita da Gucci per lo shopping. Unico altro appuntamento mondano della first lady sarà in collina, domani, a pranzo a San Martino alla Palma dove Donatella Dini le presenterà le signore che contano di Firenze. In alto i templi di Abu Simbel salvati dalla diga di Assuan da un intervento collettivo che vide l'Italia in prima fila. Qui accanto Umberto Agnelli
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