«Rinunciamo a Terminator» di Fabio Galvano

«Rinunciamo a Terminator» «Rinunciamo a Terminator» Monsanto non produrrà i semi sterili Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Sembrano uscire dalla fantascienza di un film con Arnold Schwarzenegger e non a caso si chiamano Terminator. E rimarranno fantascienza, parola della Monsanto: almeno per ora. Sono i semi che «non si ripetono», l'incubo degli agricoltori; i semi modificati geneticamente in modo da produrre abbondanti messi, che però non possono essere a loro volta utilizzate come sementi e costringono gli agricoltori ad acquistare nuove forniture. La società americana che è al centro delle più accese polemiche in tema di coltivazioni transgeniche, e che non è nuova a sventolare la bandiera della tregua di fronte alle polemiche che la circondano soprattutto in Inghilterra, ha promesso che non metterà Terminator in commercio. Lo ha fatto con una lettera che il suo presidente Robert Shapiro ha scritto ieri a Gordon Conway, presidente della Fondazione Rockefeller, che a giugno aveva invitato i vertici della Monsanto a rinunciare a quella tecnologia. «Riteniamo che sia importante replicare alle preoc¬ cupazioni che circolano affermando con chiarezza il nostro impegno a non commercializzare sistemi di protezione genetica che rendano sterili i semi». In realtà Terminator è, per la Monsanto, oltre l'orizzonte. In altre parole tale seme non è ancora disponibile. Anche se, precisa la lettera, «non si può escludere il futuro sviluppo di tali tecnologie, nelle quali non stiamo attualmente investendo le nostre risorse, al fine di una protezione genetica o di possibili benefici agronomici». D'altra parte si sa che la Monsanto sta tentando l'acquisizione di un'altra azienda del settore, la Delta ir l'ine, specializzata nella produzione di semi di cotone, la quale ha già sviluppato quella tecnologia con la collaborazione del ministero Usa dell'Agricoltura. «Non decideremo di commercializzare quella tecnologia - af¬ ferma la lettera - finché tutte le rilevanti questioni non saranno discusse e non saremo di grado di replicare con certezza ai timori che vengono sollevali». Ma Shapiro ha sottolineato che la decisione non significa la rinuncia della Monsanto a tecnologie che «spengano» dopo una sola stagione; un particolare tratto genetico della pianta, come per esempio un maggiore contenuto oleoso o vitam i nico. Ouegl i esperimenti continueranno in vista di una normale commercializzazione. La logica di Terminator, secondo i suoi sostenitori, sta Dell'evitare un fiorente mercato nero, con danno di tutti, nell'ambito delle sementi transgeniche; nell'evitare, insomma, quello che da sempre accade nell'ambito delle videocassette, con la fioritura di quelle pirata. Terminator, per la Monsanto, non muore; ma viene congelato prima di nascere, sconfitto non solo dalle apprensioni europee in tema ili ingegneria genetica, che ad ogni buon conto cominciano a suscitare interrogativi anche negli Stati Uniti, ma anche dal diffuso desiderio americano di evitare che a soffrire per colpa di Terminator sia quella schiera di piccoli coltivatori che non possono permettersi nuove sementi ogni anno. «Una buona notizia», commenta l'organizzazione Amici della Terra, che si batte per una sospensiva di cinque anni per i cibi transgenici: «Tuttavia l'allarme continua. Quella decisione indica chiaramente clic la Monsanto è costretta a reagire all'enorme protesta su scala mondiale contro i suoi progetti; eppure l'azienda americana sembra ancora decisa a immettere le sue piante transgeniche in Europa sebbene nessuno le voglia». I semi con il gene Terminator sono l'incubo degli agricoltori, soprattutto nel Terzo Mondo

Persone citate: Arnold Schwarzenegger, Gordon Conway, Robert Shapiro, Shapiro

Luoghi citati: Europa, Inghilterra, Londra, Stati Uniti