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Il leader bavarese Il leader bavarese «Nessuno scandalo: dobbiamo dare una chance a quelpartito» Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO Onorevole Edmund Stoiber, è ancora disposto a consigliare ai popolari austriaci di allearsi al partito di Joerg Haider, dopo le polemiche che le sue parole hanno sollevato? «Le cose sono diverse, se viste da Monaco o da Berlino. Ho forti legami regionali con il movimento di Schuessel, mi incontro regolarmente con i suoi rappresentanti, con i quali in Baviera collaboriamo strettamente. Per questo ho parlato. Non ripeto il consiglio, qui a Berlino, ma ripeto: bisogna integrare gli elettori di destra». Ventiquattrore dopo lo «scandalo», il leader Csu e presidente bavarese accetta di spiegare le ragioni di una proposta che ha sollevato proteste a sinistra e imbarazzi al centro: Wolfgang Schaeuble - il leader della Cdu, che alla Csu ò legata da strettissimi vincoli di parentela politica ha appena ripetuto di non condividere l'intromissione. Ammette di essersi sbagliato, onorevole Stoiber? «No. Credo che dobbiamo dare una chance al Fpoe e ai suoi elettori». Ma il suo leader, Haider, ha basato la campagna elettorale su slogan polulistici e xenofobi. «Non ho mai parlato di un'alleanza con Haider, con il quale non ho stretto patti di nessun genere. Ho parlato del partito: ho subito dotto che la prima condizione per un'alleanza con i popolari dovrebbe essere l'esclusione di Haider da incarichi di governo. Haider resta inaccettabile e deve restarsene in Carinzia. La seconda condizione sono i popolari alla guida del governo. Oltre che dal desiderio di recuperare l'elettorato di destra, del resto, la mia proposta nasceva da un'idea politica precisa». Vale a dire? «La Grande Coalizione in Austria ò una formula logora che ha provocato il deperimento politico del partito popolare. Per questo ho consigliato di tentare nuove formule politiche: per spingere i popolari a uscire da questa crisi, per allontanarli dal pericolo di logorarsi ulteriormente.