La Cgil accetta di discutere
La Cgil accetta di discutere Patto per Milano La Cgil accetta di discutere MILANO. Sventola una lettera firmata «Comune di Milano», e dice «ci hanno invitato loro, perciò siamo tornati». Antonio Panzeri, segretario della Camera del Lavoro, torna a discutere il «patto sul lavoro» del sindaco Albertini. Un passo in avanti per extracomunitari, disoccupati di lunga durata, giovani disagiati e per tutti quelli che si trovano fuori dal mercato a soli 40 anni. In due parole, le «categorie deboli». E' presto per dire che si ò ricucito lo «strappo» tra Cgil e Cisl, ma il duello tra Cofferati e D'Antoni, a Milano, è uscito dalla fase di allarme rosso. «A Natale potremmo già fare le prime assunzioni», dice contento il city manager Stefano Parisi. Ma nessuno ha firmato niente di niente, ieri. Semplicemente, tutti si sono ritrovati di nuovo insieme, Cgil compresa. A fine luglio se ne era andata dicendo che «il patto di Albertini destabilizza l'intero mercato del lavoro milanese». Cofferati aveva chiuso con un paragone al vetriolo: «Un sistema di regole e tutele più basse di quelle di Agrigento». Di Agrigento però adesso non si parla più. Si riparla invece dposti di lavoro - diecimih, ne ipotizzava Albertini - e nuove forme di flessibilità che trovano d'accordo imprenditori, commercianticooperative, Cisl e Uil. La Cgil noIeri Panzeri lo ha ripetuto: «Siamo venuti per valutare il concreto. Ma qui io non vedo progetti chiari doccupazione aggiuntiva, sulla cubase verificare gli strumenti per renderli esecutivi. Invece il Comune ha in testa solo una griglia dflessibilità da consegnare al mercato». Tutti uniti, insomma, ma non si sa per quanto. Verrà creato un ufficio di monitoraggio dei progetti, solo dopo potranno partire le commissioni operative, [b. gio.
Persone citate: Albertini, Antonio Panzeri, Cofferati, D'antoni, Panzeri, Stefano Parisi
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