«Caro Prodi, Parisi non sta ai patti» di Francesco Manacorda

«Caro Prodi, Parisi non sta ai patti» «Caro Prodi, Parisi non sta ai patti» Veltroni incontra a Strasburgo l'ex premier Francesco Manacorda inviato a STRASBURGO Un'ora e passa di faccia a faccia tra i padri fondatori del defunto Ulivo. La nostalgia velata di Walter Veltroni per quell'esperienza che ormai appare irripetibile, e il distacco - che altrimenti non si può chiamarlo • di Romano Prodi, tutto proiettato sullo scenario europeo desideroso di lasciare ad Arturo Parisi gioie e dolori dell'Asinelio. Sono le 6,30 di ieri pomeriggio quando Veltroni si infila nella sala riunioni di fronte all'ufficio che Prodi occupa quando è a Strasburgo, al sesto piano del vecchio edificio del Parlamento Europeo. Il presidente della Commissione non è ancora là, ma arriva subito dopo il segretario dei Ds. Un abbraccio e poi eccoli seduti di fronte per un incontro dove si parla di Europa ma si guarda all'Italia. Un appuntamento semiclandestino, che per tutto il giorno botteghe oscure non ha voluto confermare e che anche adesso, quando Veltroni esce sorridente alle 7,30 passate, resta uffi¬ cialmente di contenuti vaghissimi. «Abbiamo parlato di tutto, ma più che altro della situazione europea», dice il segretario dei Ds. Anche d'Italia, della situazione della maggioranza? «Beh, abbiamo parlato di tutto, ma ad esempio abbiamo anche trattato il risultato delle elezioni austriache». In realtà l'incontro tra i due reduci dell'Ulivo è stato un giro d'orizzonte completo, dove la crisi delle sinistre europee e le tensioni del centro-sinistra italiano s'intersecano, e la convinzione comune è appunto quella che ormai non bastano le alleanze tattiche, ma i due schieramenti classici - la sinistra e il centro - devono inventarsi legami più forti se non vogliono andare incontro a sconfitte quasi certe presentandosi isolati. Così si parte dall'Austria, dove la cavalcata elettorale della destra di Joerg Haider rischia di mettere in crisi un governo di coalizione non troppo dissimile da quello italiano, si passa ai ripetuti tonfi nelle urne del Cancelliere tedesco Gerhard Schroder, si arriva alla rivolta di piazza degli industriali francesi contro Lionel Jospin. Ulivo, insomma, resta la parola magica e se la crisi della sinistra al potere attraversa mezza Europa, l'Italia potrebbe evitare la stessa crisi proprio riprendendo la grande alleanza che portò Prodi a Palazzo Chigi. L'Ulivo, ma consumatore di talenti. Se Veltroni ne parla in qualche momento con un pizzico di nostalgia, lanciandosi quasi in un «come era bello il nostro Ulivo», Prodi sta attento a non lasciarsi troppo risucchiare nella dimensione italo-italiana della politica. Del resto, da quando ha accettato il mandato di presidente della Com¬ missione, il Professore è intenzionato a giocare la partita europea con tutto il suo impegno. A Veltroni che un po' si lamenta perché il loro vecchio rapporto diretto di una volta ormai non esiste più e a quello si sta sostituendo un asse diretto tra Parisi e l'ala «romana» dei Democratici con Massimo D'Alema, che scavalca il segretario dei Ds, Prodi non offre così risposte particolarmente rassicuranti. Da una parte, infatti, il Professore non ha nessuna intenzione di delegittimare Parisi, anzi, ha tutto l'interesse - se vuole che l'Asinelio continui a camminare da solo - a difendere l'autorevolezza della sua nuova guida. Dall'altra Prodi pensa appunto che non sia più il caso di lasciarsi attirare in beghe nazionali. Il suo posto è a Bruxelles e da lì è convinto - può avere un ruolo anche e soprattutto nel centro-sinistra italiano. Quello schieramento, specie negli ultimi anni, ha guardato all'Europa come a un punto di riferimento e adesso che uno dei suoi esponenti siede alla presidenza della Commissione - pensa ancora il Professore - può guardarvi con ancor più convinzione ed entusiasmo, facendo diventare l'ex incruilino di Palazzo Chigi una sorta di «padre nobile» del centro-sinistra anche se ormai dai palazzi romani. I due «padri» dell'Ulivo un'ora faccia a faccia nell'ufficio del presidente Ue che replica: ora mi occupo solo d'Europa v^V ,-v;. ;%V"_ Walter Veltroni segretario dei Democratici di sinistra ed ex vicepresidente del Consiglio accanto a Romano Prodi