VOLTI NUOVI PER RISORGERE

VOLTI NUOVI PER RISORGERE LA NOTA ROMANA VOLTI NUOVI PER RISORGERE Paolo Passarmi STORIA a parte, i popolari sono un partito dalla forza modesta e perdipiù in crisi. E tuttavia, a quattro giorni dalla conclusione del loro congresso ili Rimini, le forze delta maggioranza ne stanno ancora valutando i possibili effetti. E questo - ripetiamo: storia a parte - ò del tutto comprensibile, data la natura fortemente coalizionale della maggioranza che sostiene il governo D'Alema, nella quale, originariamente, i popolari avevano il ruolo di secoud best. Non a caso il popolare Sergio Mattarella è vicepresidente del Consiglio. Ora i popolari, dopo aver manifestato una condizione di forte sofferenza esistenziale (e di insofferenza verso 1'«egemonismo» di Massimo D'Alema), hanno cambiato, i propri equilibri interni, nel tentativo di trovare un'identità più spiccata e la via della resurrezione. Tutto questo può non essere indolore per il governo. LA SQUADRA. «Non c'è bisogno di verifiche, né di aperture di crisi», ha dichiarato ieri il neosegretario popolare Pierluigi Castagnetti, che, a proposito di un rimpasto, ba aggiunto: «Il problema dei ministri riguarda il presidente de! Consiglio». L'interessato, cioè D'Alema, aveva già escluso, da parte sua, l'ipotesi di un rimpasto. Ma, ciononostante, appare assai probabile, o almeno logico, che un rimpasto prima o poi vi sia. Intanto D'Alema, un problema di rimpasto potrebbe averlo per conto suo, dal momento che qualche ministro si dovrebbe candidare per le regionali (si parla, tra gli altri, di Livia Turco). E poi, i due pezzi popolari più grossi nel governo (vicepresidente e ministro degli Interni) appartengono a una minoranza sonoramente sconfitta in congresso. Inoltre Castagnetti, anche se lo nega, ha il problema di ricollocare il disoccupato Franco Marini. Un rimpasto, se fatto bene e al momento giusto (inizio anno prossimo, per esempio) potrebbe anche ritonificare l'immagine del governo prima della decisiva battaglia delle regionali. IL MODULO DI GIOCO. Ma il problema piti grosso è come rimettere in campo la disordinata squadra del centrosinistra. Quanto detto nei giorni scorsi da Nicola Mancino, anche se successivamente edulcorato per comprensibili ragioni di etichetta politica, era piuttosto chiaro. Il presidente del Sonato ha sostanzialmente detto a D'Alema «lasciaci spazio, perché se tu pretendi di occupare anche il centro, noi siamo finiti». Mancino ha posto un'esigenza disperatamente reale per i popolari, reale ma, ahi loro, molto difficile da soddisfare. La prima ragione per cui i Popolari hanno «perso» il centro è dovuta alla nascita dell'Asinelio, che li ha anche soppiantati nel ruolo di «seconda gamba» del centrosinistra. E poi, in quanto leader della coalizione che vuole rimanere tale, D'Alema ha l'esigenza vitale di occupare quanto più centro può. Ecco perché, anche con un rimpasto, la vita nella maggioranza resterà nervosa. paopassm tin.it

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