Del Piero diventa un caso «nazionale» di Marco Ansaldo
Del Piero diventa un caso «nazionale» VERSO BIELORUSSIA-ITALIA IL FANTASISTA BIANCONERO CONTINUA A FAR DISCUTERE Del Piero diventa un caso «nazionale» Ancelotti lo sostituisce, Zofflo chiama: ma la crisi c'è analisi Marco Ansaldo TORINO Esce dalla Juve ed entra in Nazionale: c'è un curioso sfasamento nel rapporto tra Del Piero e le convocazioni in maglia azzurra, ma per capirlo bisogna guardare lontano, agli Europei. Zoff sta lavorando sul gruppo che andrà in Olanda e in Belgio, se passerà dal portone bielomsso. E Alex, a giugno, dovrebbe essere di nuovo il Pinturicchio, uomo da affreschi e non da cazzuola. '.Non sono stupito, è normale», è l'unico commento che gli sia stupito di bocca dopo che la lis'.i ,,: Nazionali è stata diffusa. Del Piero aveva trattata . proprio ritorno con Zoff, a settembre, prima del match contro la Danimarca. Allora ci si stupì che il et non l'avesse chiamato sebbene avesse atterrato il Milan nel Trofeo Berlusconi regalando le magie di una volta: oggi invece ci si sorprende del contrario perché Alex sta diventando un «caso» nella Juve. Ancelotti lo ha sostituito nel secondo tempo a Lecce, lo ha escluso nell'intervallo con il Venezia. In mezzo c'è l'esibizione sfocata di Palermo contro i ciprioti che avrebbero potuto dargli spazio. La Juve, più eli Zoff, lo guarda e si chiede fino a quando una squadra che gronda problemi come un otre traboccante d'acqua possa sopportare il suo talento a mezzo .servizio: alla ripresa del campionato c'è la Roma e Ancelotti ha due settimane per decidere se insistere nella terapia del recupero sul campo oppure se tene- re il suo fuoriclasse in riserva, perché si alleni in tranquillità come Lippi ha preteso da Ronaldo. «Io ho subito due incidenti gravi rome i suoi - insiste l'allenatore juventino - e so che, dopo una lunga assenza, le prime partite sono di solito buone, persino brillanti. Poi subentra un periodo difficile perché non si riesce a recuperare il ritmo degli avversari e cala un po' la fiducia: Alex è entrato in questa fase, ma io lo vedo lavorare e non sono preoccupato». Lo preoccupa, invece, la Juve. Ed è un malessere che si diffonde in piazza Crimea, dove le convocazioni in massa dei bianconeri hanno riportato un ottimismo epidermico. Sotto sotto c'è la consapevolezza che le cose non girino secondo i piani ed è grave perché la Juve, con una preparazione estiva più lunga e sostenuta delle altre, avrebbe dovuto partire a razzo. Del Piero e Zidane aveva¬ no illuso nell'Intertoto. Il loro calo ha coinciso con la crisi di gioco della squadra. Qualcuno sottolinea che il momento della svolta è arrivato con il glaucoma che ha fermato Davids. «Alex ha bisogno di averlo alle spalle, perché si sente più protetto: la sua stagione più bella è nata con l'arnvo di Davids, ora gli manca molto», sussurra un amico del fantasista veneto. Altri invece sottolineano che, in un gntppo che non gira, la palla arriva a Del Piero in spazi stretti e risicati, nei quali faticherebbe a muoversi persino se fosse in forma perfetta. In questa Juve macchinosa, Alex non può salvarsi né salvare. «Non è mai stato un solista ma un campione che gioca per la squadra, perciò se attorno a lui non funziona niente non dategli tutte le colpe», spiegano suoi estimatori. La Juve, dunque, deve prima sistemare se stessa e poi attendere che il suo uomo più prezioso si riprenda. «Fisicamente è a posto - dice Bettega deve soltanto ritrovare i tempi giusti, che non dipendono dalle gambe ma dal cervello: uno si l'ernia un millesimo di secondo per provare il dribbling e gli prendono la palla, quando il meccanismo gli sarà tornato naturale Alex riprenderà a salta¬ re l'avversario e a mandare in crisi le difese. Chiunque conosca il calcio lo sa». Resta irrisolto l'interrogativo: Del Piero ha bisogno di tempo e di partite per rodarsi, la Juve può concederglielo senza rischiare in classifica? Vista la Roma a Firenze, non può. Perciò con i giallorossi aspettiamoci di tutto.
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