Demattè: il Giubileo contro le Fs di Bruno Gianotti

Demattè: il Giubileo contro le Fs Ferrovie all'ultima spiaggia. E' possibile anche un accordo separato sul nuovo contratto Demattè: il Giubileo contro le Fs Treu: «Investiamo solo dove c'è efficienza» Bruno Gianotti inviato a NAPOLI «Il Giubileo ci gioca contro», amuleti r con una punta di amarezza Claudio Dematt è, presidente delle Fs, a 25 giorni dalla scadenza fissata dal governo per risolvere i nodi dell'azienda, primo fra tutti il nuovo contratto. In teoria ha tre mesi di tempo per chiudere tutto entro il 31 dicembre. Dal primo gennaio scatta infatti la tregua: niente scioperi, nessuna vertenza. Il governo continua a lanciare ultimatum. Il ministro dei Trasporti Tiziano Treu avverte: «Ha senso investire i e aziende efficienti». Tutti concordano sulla sostanza, le Ferrovie, cosi non vanno. Demattè dice chi: sono al fallimento tecnico, da mesi prodica il taglio dei costi. In serata il Tesoro annuncia che a fine anno le Fs saranno costate allo Stato (e quindi ai contribuenti) «soltanto» 12 mila miliardi invece di 14 mila. Ma il sindacato non ha fretta: varcata la soglia del 2000, avrà conquistato altri 12 mesi, almeno, di buste paga, straordinari, turni privilegiali e altro, conteggiati secondo il vecchio contratto e le vecchie usanze. Con il nuovo perderebbe sicuramente molto. Intorno al Vesuvio, teatro del primo viaggio ferroviario italiano, 160 anni fa, si celebrano due feste e risalili il contrasto fra le toppe di oggi e l'orgoglio del passato. A l'ietrarsa, nel museo ferroviario, sotto i fanali di vaporiere centenarie, si celebra la Giornata del Ferroviere e si premiano gli anziani con 35 anni di servizio. Ma si parla molto di tagli alle spese, di nuovo ruolo della ferrovia. Anche so le basi del rilancio continuano a degradarsi. Domattò denuncia il «rapporto incrinato» tra le Fs e i viaggiatori, i clienti: «Si sente dalle persone, si vede nello specchio dei media, si legge nelle lettere il disagio per ui^servizip carente», E andrà ancora peggio, secondo il presidente, quando arrivoramip.fornitori alternativi, cioè gli operatori stranieri, Gianfranco (limoli, l'amministratore delegato delle Fs Spa, insiste sulla necessita di lasciarsi alle spalle i «cascami sindacali», le resistenze «ingiustificate e obsolete».. I/obiettivo, ripete, è la chiusura del contratto entro la I ine di ottobre, anche senza conoscere le cifre della finanziaria, Non esistono contrasti con il go¬ verno: «Noi abbiamo dato le indicazioni nel piano, da qui a cinque anni. Ora ci devono dare le risposte», lì comunque, oltre il 31 dicembre «non si dovrà andare» Infatti Treu a l'ietrarsa e poi a Nola, dove si celebra la nascita operativa del nuovo, colossale interporto campano, insiste sul ruolo ormai europeo delle ferrovie. La Ue investe 10 mila miliardi nello reti, chiede riforma e innovazione, velocità di esecuzione e il governo 6 impegnato a sostenere il rilancio «ma in modo giusto». Perché, nel prossimo futuro, lo Stato farà con i Trasporti quanto ha l'atto in altri settori: «Si ritrarrà - dice Treu - non solo come gestore, ma anche come investitore». E punterà a investire dove c'è efficienza, mentre il coordinamento resterà affidato a un solo ministero. Treu conferma il ministero delle Infrastrutture che raggrupperà Trasporti e Lavori pubblici, ma il sogno, suo e di Micheli, era un altro: «Il ministero delle Reti, intendendo per reti quelle dell'acqua, dell'energia, dello telecomunicazioni, dei trasporti)). Il punto più scottante, però, rimane ancora il contratto dei ferrovieri. Tutti lo vogliono, in teoria. E Demattè sarebbe disposto, pure a malincuore, ad accettare anche un accordo separato con i confederali: «Lo abbiamo già fatto - ricorda - non ó il massimo, ma si può fare». Se neppure questo ripiego andasse a buon fine, gli scenari diventerebbero davvero drammatici. Perché le Ps, in teoria, potrebbero anche imporre il piano aziendale che ha già l'alto perdere mesi in trattative. Cimoli, fallita la trattativa, ha già varato la divisione in quattro società con un ordine di servizio. Se anche la discussione sul contratto andasse oltre i limiti, Fs Spa potrebbe adottare il contratto dell'industria, come ha fatto per i dirigente ■ < • ■ * Resta pero apèrta tutta la parte politica, della vicenda. Il Tesoro, unico azionista, potrebbe eventualmente togliere i pieni poteri all'attuale vertice dell'azienda, oppure ridurre paradossalmente le Ferrovie sul lastrico togliendo la copertura delle perdite e tagliando i nuovi investimenti. Oppure cambieranno i «macchinisti» Demattè e Cimoli? Loro non danno indicazioni, per ora: «Tutte le decisioni, dal primo gennaio, toccheranno al Tesoro», è la risposta.

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