«Chiarimento, non rimpasto»

«Chiarimento, non rimpasto» Per il presidente del Consiglio «non c'è nessun logoramento, ma le polemiche certo non ci aiutano» «Chiarimento, non rimpasto» D'Alema: questo governo non è seduto Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema ROMA «Il governo non si è seduto», «lo non rubo spazi a nessuno». «Non avverto la necessita di un rimpasto». «La mia candidatura a premier non è affatto automatica». E' tutto all'insegna del «non», il chiarimento sulla situazione politica che il presidente del Consiglio Massimo D'Alema offre ai telespettatori dal salotto televisivo di Bruno Vespa. '.. i pn ma domanda del conduttore di Porta a porta tocca proprio l'azione del governo, che a detta di molti si sarebbe fermala. Marco Tronchetti Provera ha dritto che il governo si sta logorando. «Non c'è nessun logoramento, si va avanti», risponde secco D'Alema, che rigetta i «giudizi generali» e invoca «critiche sulle cose». E «costì buone», secondo il premier, il governo ha cominciato a farne. «E vogliamo continuare a farle. Vogliamo anche raccogliere i frutti dei sacrifici che gli italiani hanno fatto in questi anni». «Certamente - ammonisce col suo tono di chi la sa lunga - il governo non è avvantaggiato dalle polemiche e dalle dispute che si sviluppano nella maggioranza. Anche se queste polemiche - aggiunge non e affatto vero che queste rappresentano un impedimento al nostro lavoro. Abbiamo preso molte decisioni importanti, tra cui la Finanziaria che è una legge fortemente innovativa». I.* polemiche a cui allude D'Alema sono diventate più acute negli ultimi giorni al congresso del Ppi. Nicola Mancino ha accusato il presidente del Consiglio di fare «l'asso pigliatutto» e ha lamentato la scarsa visibilità della coalizione, e quindi dei singoli ministri, col rischio che il governo appaia un monocolore Ds. A scanso di equivoci Vespa propone a D'Alema la registrazione di quell'intervento, che oggi Mancino corregge precisando che non si è trattato di un attacco personale al premier e sottolineando che si riferiva soprattutto alla comunicazione esterna, che mette in ombra i responsabili dei vari dicasteri. D'Alema, che crede fino in fondo nella funzione comunicativa del capo del governo e anzi, negli ultimi tempi ha rafforzato il suo staff proprio per renderla più incisiva, non si imbarazza ma puntualizzza la sua filosofia: «Non è vero che mi sostituisco né che dia gomitate per rubare spazi. Io ho la spncif ea responsabilità di guidare il governo, questo è il mio compito istituzionale. Il presidente del Consiglio per legge deve coordinare. E io l'ho sempre fatto d'intesa con i ministri, ma nella collegialità». Quanto all'«oscuramento» degli altri, «la visibilità di un ministro si misura per le cose che fa». Ergo, non per quanto appare. I ministri, già. Dal congresso popolare in poi, tra le inquietudini che muovono i centristi in cerca di un ruolo più incisivo, oltre che più visibile, aleggia la voglia di rimpasto, anche per rendere più rappresentativa la compagine del governo ai nuovi equilibri popolari. Ma D'Alema per ora dice di non sentirne la necessità. «Siamo sempre aperti a un chiarimento, ma non avverto l'esigenza di un rimpasto», taglia corto. Ma, ben conscio dei rimproveri che il centro del centrosinistra fa a lui e al suo partito, accusato di voler «egemonizzare la coalizione», il premier aggiunge parole tranquillizzanti sul futuro dell'Ulivo. «Non è automatico che io, presidente del Consiglio, sarò candidato del centrosinistra alle prossime politiche. Si troveranno le forme più adatte per selezionare le candidature. Qualcuno a parlato di primarie. Vedremo...». Non basta ancora. «Nessuno - precisa D'Alema - ha mai pensato di sacrificare la politica alle ambizioni personali. Voglio rassicurare i cittadini. Non voglio costituire un nuovo partito che sintetizzi la maggioranza di centrosinistra. Io voglio che la maggioranza funzioni come un soggetto politico stabile, senza cancellare il pluralismo dei partiti». Sollecitato da Vespa, D'Alema parla anche di «cose» concrete. Del Tfr, del milione di nuovi posti di lavoro che «se si continua di questo passo» potranno essere un traguardo della legislatura. Di criminalità, difendendo la prontezza del governo ad occuparsene. E alla fine Francesco Totti, attaccante della Roma, regala al premier romanista una maglietta col numero 10 e il nome di D'Alema. «Un onore straordinario, assolutamente immeritato», ringrazia D'Alema finalmente del tutto rilassato. [m.g.b.J «Un milione di posti lavoro? Resta un traguardo credibile» Poi Totti offre la maglia della Roma: «Grazie, è immeritata»

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