Così sparivano i prestiti alla Russia

Così sparivano i prestiti alla Russia Così sparivano i prestiti alla Russia Dal Fondo monetario attraverso 2 banche Usa Monetario a erogare quei 4,8 miliardi di dollari proprio all'immediata vigilia del crollo. Sulla base di quali garanzie esso venne versato il 22 luglio? E, poiché gli Slati Uniti sono il principale azionista del Fmi e non c'è decisione che venga presa senza il loro assenso meno che inai quando si tratta di scelte di questa importanza - occorre chiedere all'amministrazione Clinton perché mai deciso in tal senso. Errore di valutazione? Anche, forse. Ma qui siamo di fronte a qualche cosa di molto peggio: a un'alleanza perniciosa tra leadership politiche. Poiché tutto si può sostenere salvo che il presidente Clinton, l'allora segretario al Tesoro Hubin, le agenzie americane che vigilano sulla sicurezza nazionale del primo Paese del mondo, la Cia e l'Fbi in primo luogo, non sapessero a) qual era lo stato reale dell'economia russa e della finanza russa all'inizio dell'estate del 1998, quando il prestito di 11,2 miliardi di dollari fu deciso; b) che il vertice politico russo era influenzato da potenti affaristi e con essi affiliato; c) che l'operato della Banca Centrale russa negli anni precedenti, specie sotto la gestione del riformatore Jurij Dubinin, era stato caratterizzato da violazioni delle regole, interne e internazionali. Sotto agli occhi di Camdessus che, evidentemente, non aveva letto le relazioni degli audir della Coopers & Lybrand, della Deloitte Fr Touche e della Unikon. Ma se al Fondo non leggevano quei documenti, che ci stavano a fare? E se li leggevano e lasciavano fare (per esempio tutto ciò che era legato alla Fimaco negli anni tra il 1992 e il 1997, di cui La Stampa ha riferito il 17 settembre scorso), perché lo fecero? Come si poteva, su queste basi, ritenere che un'operazione di salvataggio della Russia tosse possibile regalando a quell'elite criminale altro denaro? E, infine, com'è possibile che Michel Camdessus continui ad affermare - come ha fatto fino alla scorsa settimana - che «non c'è prova dell'uso improprio del credito del Fondo Monetario», quando La Stampa è in grado di provare il contrario? Ma andiamo con ordine nell'esame della documentazione in nostro possesso, e nella ricostruzione degli eventi. Il 20 luglio 1998 il Fmi decide il prestito alla Russia di 11,2 miliardi di dollari, in tre trari clies: luglio 1998, settembre 1998, febbraio-marzo 1999. La prima tranche, come s'è detto, arriva tra il 22 e il 28 luglio sul conto della Federai Reserve Bank (Frb) di New York, dove la Banca Centrale russa ha un conto apposito. Il 20 luglio il primo viceministro delle Finanze, A. Kudrin, nella sua qualità di rappresentante del governo presso le organizzazioni finanziarie internazionali, invia quattro telegrammi di istruzione al Fondo, in un solo giorno (numeri 5, 6, GA, 7), per chiedere che il denari) vada proprio su quel conto della Frb di New York. Duello stesso giorno, 20 luglio, la Banca Centrale deposita la cauzione presso il Fini e il 22 luglio paga la commissione. In tutto 35,7 milioni di dollari (circa 66 miliardi di lire). Il tasso di interesse sul credito, variabile, è del 4-4,25 per cento. Gli interessi sul capitale dovranno essere versati quattro volte all'anno. Il 22 luglio Serghej Aleksashenko, allora primo vicepresidente della Banca Centrale, firma la cambiale di ricevuta, equivalente a 29,7 miliardi di rubli (cambio 1 dollaro = 6,20 rubli). Ed ecco entrare in scena, il 16 agosto, il presidente Eltsin in persona, con una sua deliberazione (numero 308-RP) con cui propone di usare l'intera tranche, anzi un po' di più, cioè 4,812 miliardi di dollari, per incrementare le riserve valutarie. Come mai questo intervento del Presidente, non dovuto, anzi non giustificato per competenza? E' in corso, in quei giorni tumultuosi, una furibonda lotta interna all'oligarchia russa per accaparrarsi il denaro. Si noti che il 16 agosto è il giorno che precede la dichiarazione di fatto del fallimento della Russia. Ci vuole il peso del Presidente per decidere la disputa, che divide il ministro delle Finanze Mikhail Zndornov dai banchieri e dai loro affiliati nel governo e nell'amministrazione presidenziale. Zadornov aveva chiesto al Fondo Monetario una quota importante (iella tranche, con l'argomento che il suo ministero avrebbe potuto ripagare una parte dei suoi debiti e contribuire così alla stabilità del mercato interno e del rublo nello stesso tempo. Eltsin e i suoi la pensavano diversamente. Dai documenti a disposizione possiamo ricavare due dati apparentemente contraddittori: il primo afferma che alla fine Zadornov la spuntò, almeno in parte, ottenendo a disposizione un miliardo e 16,9 milioni di dollari; il secondo afferma che «al 19 agosto» il ministero delle Finanz.e era riuscito a impiegare soltanto 217 milioni di dollari. Cioè gran parte del denaro messo a disposizione del ministero delle Finanze non fu utilizzato per prevenire la crisi del 17 agosto. Quale fu la posizione del Fondo Monetario su questo aspetto, tutt'altro che secondario, del problema? Zadornov stesso lui detto in più occasioni, in seguito, che il Fmi era contrario a che il ministero delle Finanze potesse usare una parte del credito di stabilizzazione e che si piego malvolentieri a concedere quei 1016,9 milioni di dollari, ma specificando che questa era un'eccezione alla propria politica. Risulta che il Fini confermò questa linea con una lettera al governo russo e alla Banca Centrale - si notino le date - del 13 agosto. Fin qui niente di strano, anzi. Ma ciò ci permette di accertare che i vertici del Fini erano attentissimi a quanto slava accadendo nel conto della Frb di New York. Impossibile dunque ipotizzare distrazione del Fondo Monetario Internazionale: quello che stava avvenendo era sotto i loro occhi, si può dire minuto per minuto e, del resto, si trattava di un loro compito istituzionale. Cerchiamo ili capire, in base ai documenti di cui disponiamo, ohe-ne.e sutio eli quei 4,7*12 miliardi di dollari. Risulta che dal 22 luglio al 18 agosto la somma di 4,5 miliardi eli dollari viene trasferita (dal conto della Banca Centrale russa presso la Federai Reserve Bank di New York) sul conto n. 608555800 della National Republican Bank INrbl di New York. Dove siano sparili i 282 milioni di dollari mancanti non ci è stato possibile chiarire fino a questo momento. Su questo conto si registrano comunque soltanto tre tipi di operazione: a) vendila di valuta alle banche commerciali; b) vendita di valuta alle borse valutarie; c) trasferimenti su ordine del ministeri) delle Finanze russe. Prendiamo in esame i movimenti complessivi avvenuti su quél conio della Nrb tra il 27 luglio e il 27 agosto (periodo in gran parte, ma non del tutto, coincidente con quello sopra indicato. Sembra che i dati siano stati cifrati per impedire confronti precisi). Comunque su quel conto risultano Iran si tati, in arrivo, 21,4 miliardi di dollari, inclusi i 4,5 ilei prestito del Fondò Monei ario Internazionale; in uscita 21,5 miliardi di dollari. Temilo conto che il 27 luglio su quel conto c'erano 0,4 miliardi di dollari e che il 24 agosto ne rimanevano 0,3 miliardi, «se ne conclude che spese della Banca Centrale, in tali dimensioni, da quel conto Nrb non erano possibili se non con l'arrivo dei 4,8 (sic) miliardi dalla Frb di New York». Detto con parole nostre: ciò prova che tutta la tranche del Fini fu usata nell'operazione. V. riduce a nulla le maldestre argomentazioni di Camdessus e di altri, secondo cui sarebbe ormai impossibile sapere quale uso fu fatto dei denari del prestilo del Fini, «in quanto [sarebbero] tutti finiti nel calderone unico» delle riserve valutarie della Banca Centrale russa. Niente affatto, come s'è or ora visto. Demani vedremo a chi sono andati questi soldi. NOVE MESI DI MISTERI FEBBRAIO 1999 L'allora Procuratore Skuratov rende pubblica l'inchiesta sulla Banca Centrale russa (50 miliardi di dollari transitati su Fimaco). 14 LUGLIO La procura svizzera apre l'inchiesta su Pavel Borodin e la Mabetex di Behgiet Pacolli. 9 AGOSTO Eltsin licenzia il premier Stepasliin. Nel Caucaso del Nord riprendono le ostilità. 16 AGOSTO Vladimir Putin ò il nuovo premier. 23 AGOSTO Esplode lo scandalo della Bank of New York (riciclaggio di 15 miliardi di dollari). 25 AGOSTO Esplode in Svizzera lo scandalo delle carte di credito alla famiglia Eltsin. 31 AGOSTO Bomba a Mosca. L'ondata terroristica in tutto il Paese fa 300 morti e mille feriti. 14 SETTEMBRE Skuratov alienila che i soldi del Fondo Monetario del luglio 199B furono usati dalla Banca Centrale per foraggiare 18-20 banche privale russe attraverso la Fimaco. 24 SETTEMBRE Cominciano i bombardamenti sistematici delle basi ribelli in territorio ceceno 26 SETTEMBRE Skuratov dichiara a sorpresa che tutte le accuse contro Eltsin sono infondate 1 OTTOBRE Le truppe di terra -russe entrano in Cecenia per «creare una fascia di sicurezza» ESCLUSIVO: ECCO UN ESTRATTO DELLA RELAZIONE ALLA CAMERA DEI CONTI RUSSA. Sul conto della Banca di Russia presso la Federai Reserve Bank (Frb) Usa, dal 22 al 28 luglio 1998 furono versati 4,8 miliardi di dollari usa di credito stabilizzato. Nel periodo tra il 27 luglio ed il 24 agosto 1998, 4,8 miliardi di dollari furono trasferiti dal conto della Banca di Russia presso la Frb Usa al conto della Banca di Russia presso la National Repubhcan Bank (Nrb) di New York. Stando ai documenti originali il totale dei mezzi valutari aftluiti sul conto presso la Nrb tra il 27 luglio e il 24 agosto 1998 ammonto a 21,4 miliardi df dollari Usa, mentre quello delle uscite a 21,5 miliardi di dollari Usa. Tenendo conto del bonifico residuo del 24.08.98 relativo a 0.4 miliardi di dollari Usa, il rimanente in uscita risulto pan a 0,3 miliardi di dollari Usa. il che significa che la Banca di Russia non avrebbe potuto tar uscire tali somme da questo conto senza utilizzare i fondi (4,8 miliardi di dollari Usa) provenienti dal conto della Banca di Russia presso la Frb 161 moT wv ,.0 Ol£ NSW YORK FEDERAL RESERVE BANK 32 27 BANCHE COMMERCIALI ALL'ESTERO LA CAMERA DEI CONTI INDAGA NEW YORK NATIONAL REPUBLICAN BANK WASHINOTON FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE X04'^",,„.. mf » ,-«;-r ti-*''*-1 ' * Ifi-CIUA (WpeMHCIWHO H» CHCT „c neplHHHMM Iua. *on»c«o. npo«^«-Ho* w** ^ , „,.B »] lrlEFy.,. nocrynr.ciHe-^»»* "* CU,i mas ioni ioO'»m-i° • '■ 1 M - CIUA C VMCTOM BXOr.1U.TO OCI m 5 wnpfl. 0°H". cu1a. c y »r._^ L'indagine dei funzionari russi conferma la tesi di chi sostiene che sia possibile ricostruire il percorso dei soldi