Dalla relazione della Camera dei conti una nuova luce sullo scandalo finanziario. L'alleanza tra gli Usa e il Cremlino
Dalla relazione della Camera dei conti una nuova luce sullo scandalo finanziario. L'alleanza tra gli Usa e il Cremlino Dalla relazione della Camera dei conti una nuova luce sullo scandalo finanziario. L'alleanza tra gli Usa e il Cremlino INTRIGO AL CREMLINO La prima parte del trasferimento di fondi avvenne sotto gli occhi del Fmi In 27 istituti privati i 5 miliardi di dollari della prima tranche del prestito a Mosca reportage Giulietta Chiesa inviato a MOSCA FORSE toccherà a Michel Camdessus, direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, pagare - con le sue dimissioni - per il disastro finanziario russo. Sarà una decisione motivata, anche se nessuno potrà ragionevolmente pensare che il responsabile principale, meno che mai il solo, sia stato lui. Ma che sia necessario fare pulizia, non solo a Mosca ma anche nel Fondo Monetario Internazionale, cioè in casa nostra, non possono più esserci dubbi. La Stampa è ora in grado di documentare - attraverso un rendiconto ufficiale della Camera dei conti russa, datato 15 giugno 1999 - che i denari del Fondo Monetario Internazionale (Fini), la famosa prima tranche (del prestito di circa 11,2 miliardi di dollari), pari a 4,782 miliardi di dollari, fu usata «interamente» per effettuare la gigantesca operazione di trasferimento di circa 5,7 miliardi di dollari dalla Banca Centrale russa a un gruppo di 27 banche commerciali russe e ad altre banche occidentali, nel solo periodo che va dal 27 luglio al 24 agosto 1998. Mentre, se si prende sotto esame l'intero secondo semestre del 1998, la cifra sale a 10,73 miliardi di dollari, qualcosa come 20 mila miliardi di lire. lì - come già anticipato su queste pagine il 18 settembre scorso - non si trattò di un innocente, normale trasferimento, ma, secondo fonti autorevoli, una colossale operazione di insider trading cui parteciparono la Banca Centrale russa, le banche commerciali indicate nel silenzio del Fondo Monetario Internazionale. Il risultato netto fu un'appropriazione indebita di oltre 10 mila - nell'ipotesi più ampia 20 mila miliardi di lire - da parte di un gruppo di oligarchi russi le cui banche erano ormai in bancarotta. Dalla stessa revisione documentata dell'attività della Banca Centrale risulta anche che questa effetto l'intera operazione senza fare alcun accertamento sulle situazioni di quelle banche alla vigilia del crac del 17 agosto 1998 e in completa violazione delle stesse norme interne della Banca Centrale. Dal documento della Camera dei conti risulta che non solo la Banca Centrale russa, ma anche il governo russo e il presidente russo Boris Eltsin, furono parte integrante di questo progetto. 11 cui scopo dichiarato a posteriori - era quello di «salvare il rublo», ma che si rivelò inadatto allo scopo e, anzi, si tradusse in un crollo della moneta russa e nell'apertura di una voragine finanziaria che influenzò negativamente il corso dei mercati di tutto il inondo. Di fronte a un tale risultato, disastroso, risulta inevitabile chiedersi quali siano state le ragioni che indussero il Fondo Tutta l'operazione ebbe l'assenso del presidente Eltsin che la giustificò come un tentativo di salvare il rublo GLI UOMINI Serghej Dubinin. nato nel 1950. arriva alla presidenza della Banca centrale russa nel 1995. in sostituzione di Viktor Gheraschenko. L'arrivo del «riformatore» Dubinin viene salutato con favore in Occidente. Ma è lui a guidare l'istituto di emissione nei giorni «caldi» precedenti al grande crack finanziano che metterà il Paese in ginocchio nell'estate del '98. Ed è durante la sua presidenza che la Banca centrale effettua singolari operazioni finanziane attraverso la National Republican Bank d' New York. Dopo il disastro del 17 agosto '98 viene licenziato, e al suo posto torna Gheraschenko. Michel Camdessus. banchiere francese, è il Direno'e esecutivo del Fondo Monetano Internazionale. E' lui ad aver guidato la politica del Fondo nei confronti della Russia negli ultimi anni anche se. secondo molti francesi, appiattendosi troppo sulle posizioni americane. Ha difeso a spada tratta la sua gestione ed è stato a sua verna difeso dall'amministrazione Usa e dal Fbì. secondo cui non è emersa alcuna prova di malversajioni nell'uso dei fondi Tuttavia almeno 4.8 miliardi di dollari della tranche erogata dal Fmi alla Russia in luglio per stabilizzare il rublo, sono finiti alla Banca di New York Pavel Borodin e nato nel 1946 e sarebbe torse rimasto un burocrate di provincia se. quando era sindaco di jakutsk. nella Siberia Orientale, non avesse incontrato Eltsin, risultandogli simpatico. Nei 1993 viene chiamato a Mosca per dirigere il Dipartimento amministrativo del Presidente, e a quanto pare assolve egregiamente il suo compito. Il D'partm^ento infatti è diventato un impero con un fatturato di 8 nula miliardi di lire, con migliaia di dipendenti che rispondono solo a Borodm. E' lui a gestire gli appalti miliardari, come quello pei la ristrutturazione del Cremlino, affidato all'impresa di Pacolli. AnatoliiCiubais;.. • ..„••• formidabile. Vice-premier mcancatodel programma a-. privatizzazioni e dei 'apporti con le istituzioni finanziane internazionali, si è guadagnato la fama di campione dei riformatori in Occidente, e quella di affarista e affamapopoli in patria. Amico delia figlia minore d' Eltsin. Tatjana, ha favorito e protetto i contestissimi «oligarchi», grazie a! cui aiuto Eltsin è stato rieletto Presidente. Il suo nome è emerso nelle .nehieste sul riciclaggio Emmenza gng>a della «famiglia», è attualmente presidente dell'azienda monopolistica dell'elettricità
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