Ina, tutti guardano a Torino di Valeria Sacchi
Ina, tutti guardano a Torino Ina, tutti guardano a Torino Tre strade: piano, contro-Opa o accordo? Valeria Sacchi MILANO Si muoverà non si muoverà? Gli occhi del mercato sono puntati sul Sanpaolò Imi che riunisci; oggi il comitato esecutivo, dal quale gli operatori si aspettano hi famosa contromossa tesa a contrastare l'Opas di Generali sull'Ina. La domanda tuttavia resta ancora sospesa nell'aria,' e nessuno se la sonte di puntare decisamente le fiches sul rosso o sul nero. Teoricamente, le premesse per il via all'azione in difesa dell'Ina ci sono tutte. Il piano industriale che è alla base della volontà di integrazione tra i due gruppi è completo, così comi; nelle linee generali è pronto il disegno finanziario attraverso il quale il Sanpaolo Imi dovrebbe reagire. Le due autorità di vigilanza sono state preventivamente informate, come testimoniano le visite di venerdì scorso dell'amministratore delegato del gruppo torinese, Rainer Masera, in Isvap e in Bankitalia. E poiché Masera aveva chiesto che eventuali rilievi arrivassero in Sanpaolo prima della riunione di questo pomeriggio, e nessuna controindicazioni! ò viceversa giunta, il silenzio viene ritenuto implicito «assenso». Non basta. I grandi azionisti della banca torinese sarebbero pronti a sostenere la battagliti del management, dalla Compagnia al Santander, dal Montepaschi alla Fondazione Cariplo e all'Ili. Mentre sul fronte Ina, i partner importanti (compreso il Sanpaolo) banno tutti in queste settimane rafforzato le loro posizioni. Al punto che si stima che essi si avvicinino a! 30% del capitale Ina, escludendo le quote di Tesoro e Bankitalia. TJn fatto, quest'ultimo, che rappresenta un punto di notevole forza per la cordata SanpaoloIna. Nonostante le premesse, l'incertezza regna sulla tempistica della contromossa del Sanpaolo. Anche perché non è più un mistero che diplomazie parallele stiano esplorando ipotesi di Grande Intesa. A questo proposito non ò però chiaro se un accordo possa esserti trovato in corso d'Opa. In quanto sarebbe contrario al prin¬ cipio della tutela dei piccoli azionisti della compagnia. Intanto i protagonisti si incontrano. E'accaduto ieri a Roma dove, in occasiono di un convegno per la presentazione di una ricerca, nella sede dell'Isvap si sono trovati faccia a faccia l'attaccante e l'attaccato. Ossia il presidente delle Generali Alfonso Desiata e l'amministratore delegato dell'Ina, Lino Benassi. Sorrisi e strette di mano, ripetute ad uso della folla dei fotografi. «Mi scuso per la voce - ha poi esordito Benassi aprendo il suo intervento - ma la sera devo ballare l'Opa-Opa». Mentre il presidente dell'Isvap, Gianni Manghetti, incalzato dai giornalisti sul duello in corso, si è limitato a dire: «Il compito dell'arbitro, e qui ci sono più arbitri che devono far rispettare le regole, non è quello di fare gol, né di conoscere anzitempo il risultato della partita». «Sono sotto Opas, quindi non parlo. Sono affari del presidente del Sanpaolo e del presidente dell'Ina», si ò limitato ad osservare il presidente dell'Ili Gianni Agnelli, incalzato a Torino da riebieste di pronostici sulla battaglia in corso in occasione della inaugurazione del corso di laurea in ingegneria per autoveicoli. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente dell'Ina Sergio Siglienti che, avvicinato in Bocconi alla cerimonia in ricordo di Spadolini, ha tagliato corto: «Sono passivo non posso dire nulla». Su quanto avverrà oggi al comitato del Sanpaolo, la cautela è d'obbligo. Per più di un motivo. Non solo il rialzo del titolo Ina, che orinai supera il valore fissato dall'Opas Generali, rende molto delicato calibrare con precisione il valore della contro Opa, ma sarebbero sorti anche dei dubbi sii! fatto che il veicolo Fideuram sia in grado di presentarsi al mercato con una marcia in più rispetto alla corazzate Generali.
Persone citate: Alfonso Desiata, Benassi, Gianni Agnelli, Gianni Manghetti, Lino Benassi, Rainer Masera, Sergio Siglienti, Spadolini
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