L'America del XX secolo nelle sale del Whitney

L'America del XX secolo nelle sale del Whitney L'America del XX secolo nelle sale del Whitney Dall'espressionismo astratto alla video art idee e tendenze in 700 opere e 220 artisti Fiamma Arditi PER chi sa già cosa è stato l'Espressionismo Astratto, la Pop Art, il Minimalismo, la Conceptual o la Video Art in questo Paese la seconda parte della mostra The American Century al Whitney è una piacevole passeggiata attraverso 700 opere di 220 artisti sparse in ogni metro quadrato del museo. Chi non ne ha idea, invece, uscirà così come entrato, senza avere capito, né provato niente. Tutt'al più avrà qualche immagine appiccicata in superficie. Ma cominciamo dal quinto piano. Il Numero 27 che Jackson Pollock dipinse nel 1950, uno dei tre anni magici del suo «dripping», appeso all'incontrario, vale a dire in verticale, invece che in orizzontale, fa gli onori di casa. Se ogni spettatore si comportasse come Pollock stesso fece, infilerebbe le scale e tra rumori di John Cage, sussurri di Yoko Ono e fusa di undici gatti registrati da Terry Fox, che sono la colonna sonora per chi preferisce scendere a piedi, scapperebbe fuori dal museo. Qui a New York è famosa la storia di Pollock, che, invitato a cena da un potente finanziere, che aveva appena comprato un suo quadro, quando si accorse che era stato appeso nel senso inverso, si irrigidì e uscì urlando. Erano gli anni del culto dell'individuo, della protesta, che esploderà alla fine dei sessanta. Per una mostra che pretende di raccontare l'evoluzione civile e sociale, oltre che artistica, è un po' poco mettere qualche scritta e affiggere in una bacheca di perspex una copia della Partisan Revue, una di Mone di un commesso viaggiatore e un'altra di On the road, quasi a dire che mentre Bob Rauschenberg inventava i suoi «combine painting» o Jasper Johns faceva i suoi target, Jack Kerouac stravolgeva la storia della letteratura e Arthur Miller entrava con prepotenza in quella del teatro. Questo la mostra lo lascia intuire, ma non lo racconta. Didascalica quanto basta, ha scelto almeno un'opera di ogni artista, che ha avuto da dire qualcosa in questi ultimi 50 anni. Non si è preoccupata, però, di radunare il meglio di ognuno. Ragione per cui di Rothko ce n è a stento uno e nemmeno troppo impressionante, di Lichtenstein, tre non dei migliori, di Basquiat gli Hollywood Afiicans, dipinti nel 1983, cinque anni prima di morire. A Oldenbourg, che sta facendo un giro della mostra in anteprima piace. Ma più di tutto è soddisfatto del suo Bedroom Ensemble, che ha realizzato nel 1969, facendo un estratto di kitsch americano di quegli anni. NEL MONDO «Puzzle Bottle» di Charles Ray, del 1995 The American Century Art & Culture 1900-2000 New York, Whitney Museum Orario: 11-18. Chiuso il lunedì Fino al 13 febbraio 2000

Luoghi citati: America, New York