Signore in rosso, pagherà il conto il vostro Principe Azzurro
Signore in rosso, pagherà il conto il vostro Principe Azzurro Signore in rosso, pagherà il conto il vostro Principe Azzurro AVVERTIMENTO per i fans di Colette Dowling: il suo ultimo libro (che fa seguito ai fortunatissimi «Il complesso di Cenerentola» - Oscar Mondadori 1 - e «La sindrome di Biancaneve» Bompiani -) non è una passeggiata. Infatti, il penoso argomento trattato in questo saggio - pastiche di esperienze personali è il denaro, e la tipica abitudine femminile a sperperarlo senza criterio. Era il 1981, e la pubblicazione del complesso di Cenerentola aveva messo a nudo la radicata e inconscia paura delle donne dell'autonomia e dell'indipendenza affettiva. Si era creduto che, una volta riconosciuta la diffusa speranza in un Salvatore che avrebbe risolto ogni problema, la Paura dell'Abbandono avrebbe potuto essere superata. Il femminismo aveva trovato in sé una nuova linfa vitale, le donne avevano meo min ciato a credere di potercela fare. e invece, diciassette anni dopo, quest'esemplare donna americana che, insegnandoci a non sognare più il Principe Azzurro si era guadagnata, grazie ai diritti d'autore, non solo migliaia di dollari ma anche la vera Indipendenza, dichiara di avere fallito, proprio su quanto di più concreto, e necessario, esista: il conto in banca. ««La verità era che avevo perso il controllo del denaro (...) ma (...) fingevo di potermi rimettere in sesto in un batter d'occhio. Ci prendiamo in giro da sole noi donne dal debito facile». RECS NSIONE hiara monetti Quando però un giorno il Fisco bussò alla porta reclamando un debito di cinquantamila dollari, Colette Dowling dovette sottoscrivere un piano di pagamento rateale e fare i conti con la realtà. Si iscrive all'associazione Debitori Anonimi, intervista decine di donne con il suo stesso problema, rispolvera studi psicanalitici e di genere (prima tra tutte Carol Gilligan) legati al problema della dipendenza. Un coro di donne sgomente di fronte ai propri debiti, unanimemente angosciate dalla paura di diventare, da vecchie, delle «ciabattone» senza arte né denaro e totalmente incapaci di risparmiare, fa da contrappunto al fastidioso, ma necessario, torrente di impietosi dati statistici disseminati in tutto il libro che fanno concludere all'autrice: «Oggi, nonostante il movimento femminista, la scolarizzazione e la rirofessionalizzazione di massa delie donne nella nostra società, il Mito Romantico persiste, e cattura nella sua rete sia donne che uomini. Agli uomini si continua ad affidare il ruolo dell'eroe, della guida protettiva. A loro volta le donne continuano a cercare protezione, senza la quale si sentono timorose e vulnerabili». A poche settimane dalla fine di questo secolo dunque, si dovrebbe tristemente desumere che nulla è cambiato dal secolo che l'ha preceduto. Eppure, il rifiuto di assumersi responsabilità e il tentativo di compensare con lo shopping compulsivo le proprie frustrazioni, questa «distruttiva mancanza di fiducia a proposito del prendersi cura di se stesse» può essere corretta, perché c'è chi ci riesce: «alcune ricerche» infatti «dimostrano che le ragazze che amano matematica e scienze hanno più probabilità di aspirare a carriere di tipo professionale». Perché? Perché a scuola generalmente le «femmine rinunciano, anche se sono dotate, perché hanno troppa paura di sbagliare» e «sia le femmine che i maschi che scelgono matematica (...) concludono gli studi con livelli di autostima superiori a quelli dei loro coetanei». Come dire che le ragazze che studiano matematica hanno più fiducia in sé stesse. Forse semplicemente perché sanno fare i conti. RECENSIONE Chiara Simonetti Colette Dowling Signore in rosso Bompiani, pp. 302. L. 27.000 SAGGIO
Persone citate: Carol Gilligan, Chiara Simonetti, Colette Dowling
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