October: finalmente la spia torna dal freddo

October: finalmente la spia torna dal freddo October: finalmente la spia torna dal freddo FINALMENTE, una spia che torna dal freddo. Ormai ci eravamo rassegnati a subire quasi passivamente la caduta degli eroi attraverso un'infinità di storie orfane di nemici veri, con l'impero del Male via via popolato da avversari sempre meno credibili per un servizio segreto che si rispetti (mercanti di droga, di anni o di carne, mafie e ladri di tecnologie) essendo ormai evaporata nel nulla la rauca ferocia istituzionale dell'orso sovietico. Poi arriva Daniel Silva, giornalista di frontiera (molti anni caldi vissuti al Cairo), ora produttore di duri programmi di attualità politica per la Cnn. Se ne esce l'anno scorso con «La spia improbabile» ed incomincia subito a dare una salutare sferzata a quello che ormai è diventato (narrativamente parlando) un calcinaccio di mondo crollato con il Muro. E, con «October», è come se avesse deciso di ritirarlo su. Intendiamoci: non è il Le Carré di Smiley, non ha la sua prosa elegante e concentrica. Il suo procedere felpato nei labirinti dell'intelligence, lo snobismo di chi racconta il gioco avendoci giocato. Possiede tuttavia una robusta vena narrativa, per nulla sfiorata dal fatto che ormai gli antichi antagonismi hanno cambiato pelle più volte. E procede come se nulla fosse stato. Agosto 1968, frontiera austrocecoslovacca. Tre persone sono nasco- RECEN SIONI ste in un fossato: nessuna è preoccupata per il buon esito della fuga ad Ovest, oltre la cortina di ferro. Le guardie sono d'accordo perché è un'operazione fortissimamente voluta dal Kgb. L'uomo e la donna operano alle dipendenze del Primo direttorato centrale. Devono infiltrarsi nelle comunità dei dissidenti russi. Il ragazzo è assegnato al V dipartimento. Quello degli assassini. Nome in codice: October. Passanoal di là strisciando sul corpo, tra il puzzo di letame ed il frinire dei grilli. Tutto facile, nessun problema: si sorridono. E prendono a camminare svelti. L'uomo e la donna davanti. Il ragazzo dietro, quasi arrancando un po'. Emozione giovanile? No: un inganno da veterano. In mano, all'improvviso, gli compare infatti una pistola con silenziatore. Spara un colpo nella nuca dell'uomo. E, quando la donna incredula si volta, la colpisce con tre colpi in pieno viso. In rapida successione. E' la prima firma di October. Nessun testimone dell'operazione dovrà sopravvivere. Questo il prologo feroce. Il resto è l'oggi non meno agghiacciante. Michael Osbourne è un agente della Cia confinato dietro ad una scrivania di Langley ad occuparsi di anti¬ terrorismo. La sua «messa a riposo» è stata un atto dovuto: troppi giorni sul campo, troppi nemici sconfitti, troppo desiderio di vendetta nei suoi confronti. Impossibile ormai dissimulare le fattezze di un volto troppo noto, troppo «infiltrato». Sullo sfondo, una Washington livida di intrighi: il Presidente Beckwith marionetta del suo braccio destro Paul Vanderberg, a sua volta uomo di paglia dell'orribile Mitchell Elliott, fornitore della Difesa con la sua immanente Alatron Defense System e gran finanziatore di elezioni; un'ambigua e dispotica Monica Tyler, responsabile dei servizi, e, infine, la reporter del Post, Susanna Dayton, a frugare nell'immondizia politica di una capitale marcia. A sconvolgere il placido scorrere di questo immenso fiume di potere, danaro ed arroganza è un missile sparato contro un Boeing di linea sopra la costa di Long Island. Accompagnato - primo indizio sugli attentatori - dal cadavere di un palestinese, con tre pallottole nel viso, trovato dalla polizia accanto ai rottami dell'aereo. Osbourne riconosce la firma di colui che anni prima gli aveva ucciso a Londra, durante una missione doppiogiochista, l'amata Sarah, mortagli letteralmente tra le braccia. Storia tragica che la Cia, per oscuri motivi, aveva voluto seppellire. Quella «firma», per Osbourne, è una sorta di scudisciata. Ricordi, cattiva coscienza per essersi lasciato depistare così facilmente, odio allo stato puro per un assassino che ha solo intravisto nel dolore: parte in caccia della sua ombra a dispetto dei superiori che hanno imboccato cocciutamente la pista islamica della Spada di Gaza in base al cadavere rinvenuto e ad una roboante rivendicazione. E più si avvicina al suo nemico, più le cose precipitano per lui e per il suo matrimonio con la dolce Elizabeth che, incapace di aver figli, si sta sottoponendo alle ansie di un'inseminazione artificiale con il marito assente, lontano a combattere la sua guerra. Inutile svelare altro. Da sottolineare invece l'abilità con cui Daniel Silva fa procedere la sua storia, riempiendola di una straordinaria galleria di personaggi usciti da un Kgb nel frattempo disciolto, ma messisi sul mercato per continuare l'antica opera, se possibile, con ancora maggiore «professionalità». Così October, celato nella' sua nuova identità francese, continua ad essere gestito da Arbatov, il vecchio «controllo». L'unico di cui si fida, nonostante i vari tentativi di estrometterlo messi in atto dalla nuova nomenklatura. E poi Ivan Drozov, ex pezzo grosso di piazza Dzerzinskij, depositario di mille segreti, rifugiato in Inghilterra, «talpa» ufficiale per anni del'Mlé. Ed, infine, Astrid Vogel, ex Baader Meinhof, proiettile vivente teleguidato da Mosca, insieme ad un presepe vivente di contatti e snttospie sparse in ogni angolo del vecchio universo sovietico. Da «La spia improbabile» è stato tratto un film. A maggior ragione «October» lo seguirà. RECENSIONI Lo sfondo è una Washington livida di intrighi e di burattinai: un Presidente sostenuto dal denaro corrotto di un fornitore della Difesa, servizi segreti infiltrati da troppi traditori, un eroe pulito che combatte da solo CIA CONTRO KGB COME Al VECCHI TEMPI, UN KILLER CHE FIRMA LE SUE ESECUZIONI SPARANDO TRE COLPI SUL VOLTO DELLE SUE VITTIME, GIOCO E DOPPIOGIOCO La Cia e una livida Washington percorsa da inganni e corruzione sfondo della rinascita del romanzo di spie Daniel Silva October, traduzione di Piero Spinelli Mondadori, pp. 390, L. 33.000 SPY STORY

Luoghi citati: Cairo, Gaza, Inghilterra, Londra, Mosca, Washington