«La scatola nera non è una prova certa» di Flavia Amabile

«La scatola nera non è una prova certa» «La scatola nera non è una prova certa» «Segue il veicolo, non l'autista:servono nuove regole» Flavia Amabile ROMA Nulla potrà mai chiarire con certezza che cosa è accaduto sul pullman che si è schiantato sabato notte contro una galleria nei pressi di Genova. Alfonso Trapani, segretario generale della Fita, la più grande associazione di categoria degli autotrasportatori, non lascia speranze. «Con la normativa attuale un'impresa come quella di Vincenzo Salviani può fare ciò che crede senza alcuna difficoltà, spiega. Andiamo con ordine. Ogni pullman ha una scatola nera. In questo caso si è disintegrata, supponiamo che invece si fosse salvata: dalla sua lettura non si sarebbero ricavati indizi utili a comprendere che cosa è accaduto sabato notte? «La scatola nera dei pullman, ma anche dei Tir, si chiama in realtà cronotachigrafo. E' un apparecchio elettronico, una sorta di dischetto di carta su cui un ago registra velocità, tempi di sosta, chilometri percorsi. E' sigillato e difficile da contraffare. Se anche ci si riuscisse, si incorrerebbe in sanzioni piuttosto pesanti. Dalla sua lettura risulta tutto ciò che è accaduto durante il viaggio» Dunque anche ciò che è accaduto durante il viaggio di Salviani? «Sì. ma soltanto in quel viaggio, non nel precedente. La scatola nera segue il veicolo, non l'autista. Se l'autista scende da un mezzo e sale su un altro, inserisce un nuovo dischetto E dunque la memoria riparte da zero. Anche se utilizza lo stesso mezzo, sostituirà il precedente dischetto con uno vergine». Non esistono altre possibilità di ricostruire gli avvenimenti? «Dipende dai casi. Quando vi sono aziende di grandi dimensioni in genere tutto viene registrato. Quando le aziende sono piccole e il titolare è anche l'autista, è molto più semplice sfuggire ai controlli». A chi spetta il dovere di controllare? «Sulle strade alla polizia stradale. A monte, la vigilanza sul materiale rotabile e la sua manutenzione spetta ai Comuni. Ma anche se tecnicamente tutto è a posto, gli incidenti possono accadere, come il caso di sabato notte dimostra». In che modo si può impedire il ripetersi di incidenti come quello di Genova? «E' necessario iniziare a regolamentare i tempi di lavoro e riposo non solo del singolo viaggio, ma dell'intero arco dell'anno. E queste norme devono essere applicate con certezza anche ai titolari delle piccole imprese: in gioco c'è la loro incolumità, non solo quella dei passeggeri».

Persone citate: Alfonso Trapani, Fita, Vincenzo Salviani

Luoghi citati: Genova, Roma