Il ricordo del sergente
Il ricordo del sergente Il ricordo del sergente «La nostra carica nel '42 fermò Vattacco dei russi» inviato a PINEROLO lUergente Diego Saccardi «Certo che li ho ancora davanti, gli occhi di quel soldato russo...». Ricorda tutto Diego Saccardi, 78 anni ben portati, pluridecorato, sergente nel Reggimento Savoia Cavalleria e impegnato nella Campagna di Russia dal maggio del '42 al marzo del '43. Occhi sbigottiti e terrorizzati - quelli del fante siberiano -, fissati per un ultimo, interminabile secondo sulla sciabola che quel giorno dell'agosto del '42 lo ha liberato in un colpo dalla guerra e dalla vita. Perché quello non è stato un combattimento qualunque, ma il giorno in cui ha avuto luogo una delle ultime cariche a cavallo della storia, ricordata ancora oggi sulla grande lapide posta vicino all'ingresso del Museo di Cavalleria di Pinerolo. Jsbuschenskij, Russia, 24 agosto 1942. Dopo la battaglia di Serafimovich, nella inrale è stata annientata la Divisione Sforzesca, i russi avanzano. Bisogna «tamponare», dove possibile. Per questo il Savoia Cavalleria, i Lancieri di Novara e il terzo Reggimento di Artiglieria celere vengono inviati in zona. A quell'epoca - come racconta egli stesso - il nostro è sergente. Agricoltore nel Mantovano, ha frequentalo il Corso allievi sottufficiali di Pinerolo - dove ieri ha fatto ritorno - entrando poi nel Savoia Cavalleria. Sciabola, moschetto con 132 colpi di munizioni, due bombe a mano, un fucile mitragliatore per squadra. Il Grande Freddo non è ancora arrivato, ma è piovuto molto nelle settimane precedenti. Nei giorni che precedono la battaglia, invece, il bel tempo ha reso asciutto il terreno: particolare non.trascurabile ai fini del successo della carica. La dinamica è convulsa, una serie di flash difficili da riordinare. La mattina del 24 agosto tre battaglioni di fanteria siberiana, appostati in modo da cogliere di sorpresa il Reggimento «Savoia» - disposto a quadrato per la notte - aprono il fuoco. Gli italiani rispondono, obbligandoli a retrocedere. «Allora i russi si sono trincerati fra i girasoli, cpn le mitragliatrici spianate», ricorda Saccardi. Il secondo squadrone carica a cavallo di fianco e alle spalle gli avversari. Al primo attacco, seguono altre azioni: il quarto squadrone attacca appiedato, poi segue il terzo, a cavallo. «Quella carica, come tutte, è durata pochi minuti - ricorda Saccardi -. Sciabola alla mano, abbiamo lanciato i cavalli contro la linea russa. Lo sa che un cavallo lanciato al galoppo supera i 60 chilometri orari?». Inutile chiedergli se ha avuto paura: «In quei momenti sei concentrato sull'obiettivo, l'adrenalina ti blocca le reni. Non hai tempo per pensare». E i russi, se li ricorda i russi? «Li rivedo ancora, infagottati nelle loro divise con il bavero alzato. Un po' storditi, terrorizzati dal vederci avanzare a quel modo. Abbiamo falciato subito quelli che stavano fuori dai camminamenti, difficile raggiungere gli altri. Alla fine, comunque, i tre reggimenti siberiani sono stati travolti: noi abbiamo avuto 40 morti, 80 feriti, cento cavalli uccisi». Cronache da una battaglia continuata anche dopo la carica, con i russi soprawisuti che uscivano dalle postazioni e scaricavano i mitragliatori alle spalle dei cavalleggeri passali oltre le loro teste. «Il braccio del capitano Francesco Marchio, colpito da un proiettile anticarro, è volato via. Per fortuna si è salvato rammenta il nostro - Comunque, la cosa più impressionante è il silenzio che segue a una carica nei due fronti rammenta il nostro -. Non un grido, non un lamento. Solo silenzio, e polvere». Per quella battaglia ha ottenuto una specifica croce di guerra, la stessa che ieri faceva mostra su! suo petto con altre decorazioni- «Per fortuna sono'riuscito a portare a casa la pelle, mi sono sempre affidato alla Madonna delle Grazie. Rientrato nel marzo del '43, l'8 settembre sono stato arrestato in caserma a Milano dai tedeschi». «Racconta anche come sei fuggito dal campo di prigionia passando per le fogne», gli fa eco un amico. Ma questa è un'altra storia. [ale. inoii.S INFORMAZIONE PUBBLICITARIA ■ lUergente Diego Saccardi .....
Persone citate: Diego Saccardi, Francesco Marchio, Mantovano, Saccardi
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Le lettere della domenica
- E' morto il «Moretto» di lui scrisse Fenoglio
- Messaggi alle famiglie di prigionieri e civili
- Viotti d'oro alla voce di Mimì
- La Germania inserita nel fronte occidentale
- "Varsavia deve arrendersi"
- Due discorsi di Farinacci a Chieti
- Proprietaria di villa arrestata per truffa
- Con Delon un delitto in pieno sole che ha un solo movente: il denaro
- Due missini in Tribunale per l'attentato di Canelli
- Le lettere della domenica
- E' morto il «Moretto» di lui scrisse Fenoglio
- Messaggi alle famiglie di prigionieri e civili
- Viotti d'oro alla voce di Mimì
- La Germania inserita nel fronte occidentale
- "Varsavia deve arrendersi"
- Due discorsi di Farinacci a Chieti
- Proprietaria di villa arrestata per truffa
- Con Delon un delitto in pieno sole che ha un solo movente: il denaro
- Due missini in Tribunale per l'attentato di Canelli
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Ad un favoloso Pulici risponde una volta sola Chinaglia
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- La parola d'orline di Hitler ai giovani: lotta senza quartiere al bolscevismo
- Uccisa con ventidue coltellate
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- Ã? scomparso Ferruccio Novo creatore del "grande Torino,,
- Liquidato Gomulka, domata la sommossa Imminente rimpasto nel governo polacco
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy