Il quotidiano virtuale batte lo sciopero di Enrico Benedetto

Il quotidiano virtuale batte lo sciopero Un'agitazione dei poligrafici francesi ha impedito l'uscita in edicola Il quotidiano virtuale batte lo sciopero «Le Monde» e «Liberation» oggi solo su Internet Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI I quotidiani virtuali sfidano lo sciopero. Malgrado la massiccia astensione dal lavoro dei poligrafici, oggi sarà possibili: trovare «Le Monde» e «Liberation». Gratis, oltretutto. Ma non in edicola: sul Web. Internet crumiro? Forse. Se i giornalisti non condividono lo sciopero, la confezione elettronica è tuttavia inassimilabile al sabotaggio. Modificherà nondimeno a fondo le relazioni sindacali. Sinora, le due categorie erano interdipendenti. Bloccando la produzione, ciascuna paralizzava l'altra. Adesso non più. O meglio: le redazioni condizionano tuttora al 100 % l'interfaccia tecnica fornendogli il materiale base, cioè le notizie. Svapora in compenso, grazie alla Rete, la dipendenza giornalistica dal settore poligrafico. Entrambe le testate sottoline¬ ano, tuttavia, il carattere «non polemico» dell'iniziativa. «Il "Monde" versione Internet è ormai un classico» sottolinea la piccola équipe che lo produce. «Lo confezioniamo ogni giorno, e l'interesse dei lettori cresce. Per noi è un buon investimento sul futuro. Nacque come funzione accessoria. Vederlo trasformarsi in supporto esclusivo per 24 ore potrebbe tuttavia motivare il pubblico più tradizionale». Analogo discorso a «Liberation». Più giovanilista di «Le Monde», il foglio che Sartre lanciò in una Francia ben poco immaginativa bazzica le nuove tecnologie senza demonizzarle. Anzi, il suo magazine sul Web rimase per lungo tempo all'avanguardia nell'attesa che la concorrenza si adeguasse. Con 170 mila copie, inoltre; l'handicap verso le quasi 400 mila di «Le Monde» suggeriva una strategia multimediale. La stampa nazionale residua - «Le Figaro», «France-Soir», «Aujourd'hui» - non sembrerebbe condividerne l'offensiva extracartacea. Salvo improbabili sorpreso, starnano non troveremo quindi nessuno dei tre al rendez-vous con il pubblico. Lo sciopero lascia in ogni caso perplessi gli osservatori. L'ha indetto - in particolare - la Cgt, filo-comunista, sfruttando la concomitanza della sessione legislativa autunnale. La quale esordisce, guarda caso, sulle 35 ore. I comunisti ritengono timida la mediazione jospiniana, benché ai patron (attesi in piazza, una première!) sembri iperdemagogica. Riassumendo: il blocco editoriale si poteva forse evitare. Ma la professione è in crisi, gli accordi informatici decurtano-la forza lavoro, il sindacato potrebbe implodere. 1 2-3 giorni l'anno di «break» servirebbero proprio a ricompattare le residue energie. Ma per i giornalisti, il discorso cambia. Oltralpe non scioperano mai, salvo che per vertenze aziendali. L'uscire sul «Web» invece che dalle rotative li turba? Non parrebbe. «Le Monde» curerà il prodotto, aumentando la fonazione. Da sintesi un po' draconiana a due terzi dell'originale. Dunque un 18-22 pagine. E l'uso del sito costituirà un ri¬ scontro utilissimo per il management. Se i «visitatori» supereranno i duecentomila, l'azienda potrebbe tirarne conseguenze significative. Potenziare massicciamente, ad esempio, gli approcci multimedia. In fondo, già il settore ed rom «tira» oltre le speranze più rosee. Tempi duri per le rotative.

Persone citate: Sartre

Luoghi citati: Francia, Parigi