Schroeder non dà soddisfazione a Lafontaine di Emanuele Novazio
Schroeder non dà soddisfazione a Lafontaine L'ex leader della sinistra socialdemocratica lo accusava di «aver tradito le promesse elettorali» Schroeder non dà soddisfazione a Lafontaine «Non rispondo al suo libro, non amo cacciare la gente dalpartito» Emanuele Novazio Corrispondente da Berlino «Mi sono proposto di non commentare e non commenterò. Sul libro di Oskar Lafontaine, con il quale dalle dimissioni non ho più parlato, è stato detto tutto quel che si doveva dire. Non voglio e non posso partecipare a un dibattito che coinvolge la sensibilità di troppe persone, nel partito. Ma chi mi conosce sa che non mi piace buttare fuori la gente». La replica di Gerhard Schroeder a «Il cuore batte a sinistra», il libro al quale quale l'ex capo del partito ed ex ministro delle Finanze affida una resa dei conti metodica e spietata con il Cancelliere, è secca ma misurata: senza nulla concedere a quelle che molti al vertice dell'Spd definiscono «provocazioni tese a spaccare il partito e mandare a fondo il primo governo di sinistra dopo 16 anni». Nel suo libro - che verrà presentato il 13 marzo alla Fiera di Francoforte ma che è stato anticipato ieri dalla Welt am Sonntag e a partire da stamane comparirà a puntate sulla Welt - l'ex leader socialdemocratico accusa il Cancelliere di «aver tradito le promesse elettorali», allontanandosi dal «programma di giustizia sociale» nel nome del quale «avevamo trionfato un anno fa». Ma fin dalle prime pagine, «Il cuore batte a sinistra» pone agli elettori socialdemocratici un problema che potrebbe avere ripercussioni pesantissime per il Cancelliere: il problema della sua «idoneità a governare». Più delle ragioni delle sue clamorose dimissioni, in marzo, è questa domanda a dominare il libro dell'ex ministro. Secondo lo Spiegel, il dubbio gli era affiorato al momento della vittoria: «Schroeder non resterà a lungo, non ne è capace», aveva commentato con Ru¬ dolf Scharping. Una volta al governo, le divergenze sono diventate sempre più vistose, con risvolti originali: Lafontaine - rivela lo Spiegel - scoppiò in lacrime quando il Cancelliere bocciò il suo candidato alla guida del gruppo parlamentare, Ottmar Schreiner, e soltanto dopo che le mogli si furono parlate la crisi rientrò. Anche la pubblicazione delle fotografie che ritraevano Schroeder in abiti di cachemere scatenò la rabbia di Lafontaine, approfondendo una polemica non soltanto politica, ormai: «Quello ci manda tutti a precipizio». «Il cuore batte a sinistra» nasce dunque da queste premesse e dalla «necessità di mettere in chiaro le fondamentali differenze fra me e Schroeder», scrive l'ex ministro delle Finanze. Ricostruendo nei dettagli uno scontro già esploso durante la campagna elettorale - con Schroeder e con gli uomini a lui vicini come Bodo Hombach, ex ministro alla Cancelleria esiliato a Bruxelles perchè sospettato di essere coinvolto in affari sospetti - ma diventato insostenibile dopo la vittoria: «Avevo deciso di dimettermi soltanto dopo l'elezione di Rau alla presidenza della Repubblica, in maggio», rivela Lafontaine. L'evoluzione negativa dei rapporti personali e politici con Schroeder lo ha convinto ad abbandonare in anticipo. E adesso? Nonostante i vertici Spd si stringano attorno al Cancelliere, la base è divisa: sabato Schroeder è stato duramente contestato a Bochum, al congresso della federazione locale del partito, e per lui si annunciano giorni cruciali. Non soltanto a causa della sicura disfatta di domenica prossima alle regionali di Berlino, o di sondaggi nazionali sempre più al ribasso. L'attacco quotidiano di Lafontaine lascerà il segno.
Luoghi citati: Berlino, Bruxelles, Francoforte
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