Il triangolo di Reggio Emilia

Il triangolo di Reggio Emilia IL PALAZZO Il triangolo di Reggio Emilia Filippo Ceciarelli NEANCHE e farlo apposta, la testa di Pier Luigi Castagnetti, neo segretario popolare, ha effettivamente una sua rilevanza, o perlomeno dà l'idea di una solida voluminosità che i pur folli capelli non riescono a nascondere. La forma del cranio di Romano Prodi, d'altra parte, è quella che tutti avranno notato: con una decisa prevalenza di linee diritte ed angoli retti. Della questione si parlò a suo tempo senza alcuna animosità, anzi lo stesso presidente della Commissione europea pare abbia dato delle interessanti spiegazioni a riguardo, anche aiutandosi con degli schemi ni che dimostravano inequivocabilmente come proprio in quegli spigoli ci sia la prova anatomica di un supplemento d'intelligenza. Più difficile da giudicare, anche per via della tipica berretta cardinalizia, ò il capo di monsignor Ruini, presidente della Coi, che sembra piccolo, compatto e rotondeggiante. Quest'ultimo tratto lo escluderebbe dalla categoria, ma don Camillo in fondo è di Sassuolo, provincia di Modena, anche se come formazione, professione e carriera passa per reggiano. Tutto questo per dire, o meglio per trovare la conferma di una supposta caratteristica attribuita a chi viene da Reggio Emilia: quella non solo di avere, ma anche di essere un «testa quedra», cioè quadrata. Per uno strano destino, con l'elezione di Castagnetti, sono ben tre i reggiani, o le «teste quedre» salite alla ribalta della vita pubblica. L'improvviso triangolo di notorietà trova ulteriori suggestioni nel fatto che i tre esponenti sono connotali come cattolici cresciuti nella zona più rossa d'Italia. E tutti e tre, bene o male, hanno avuto qualcosa a che fare con don Giuseppe Dossetti, altra bella «testa quedra», nato per caso a Genova, ma cresciuto a Cavriago, in provincia appunto di Reggio Emilia. Pochi aggettivi — anche in altre lingue, hanno una poten¬ za reale e simbolica pari a «quadrato». Testa «quedra», inoltre, suona dappertutto in modo ambivalente, evocando concretezza, ma anche ottusità; disarmonia, ma pure tenacia e affidabilità. Certo Prodi Iche è di Scandiano), Castagnetti e Ruini potevano molto più facilmente che altrove diventare comunisti. E non l'hanno fatto: significherà qualcosa. La città di San Prospero e del parmiggiano, dell' Ariost o e del t ri colore presenta ancora forti elementi identitari. Dietro l'allegra e ricca bonarietà della gastronomia reggiana (tortelli, erbazzone, gnocco fritto e lambnisco) (lare a volte di cogliere una durezza tignosa, una fattiva ed astuta capacità di resistenza. Al congresso dei popolari, l'altra sera, il segretario regionale Emiliano Barbieri, un simpatico capellone in giacca e cravatta, reggiano pure lui, spiegava seriamente che secondo alcune recenti indagini etnologiche la storia antica della «testa quedra» sarebbe da attribuirsi, realmente, a certi originari insediamenti etruschi. Non è questa la sede per una verifica. Ma certo, anche1 a costo di insistere con gli stereotipi, si tratta di gente particolare e non di rado sorprendente, Vedremo dunque se Castanetti sapra stupire Palmiro Togliatti, che non era esattamente un sentimentale, arrivo a chiedersi se non vi fosse, nei reggiani, anche «un'inclinazione alla fantasticheria». Se lo chiedeva a ragion veduta, essendosi innamorato di Nilde lotti: anche lei, con tutto il rispetto, «testa quedra».

Persone citate: Castagnetti, Emiliano Barbieri, Filippo Ceciarelli, Giuseppe Dossetti, Palmiro Togliatti, Pier Luigi Castagnetti, Romano Prodi, Ruini

Luoghi citati: Cavriago, Genova, Italia, Modena, Reggio Emilia, San Prospero, Sassuolo, Scandiano