«Tangentopoli ha steso anche me»

«Tangentopoli ha steso anche me» l'ex pm di Mani pulite da Chiambretti: io non ho una mia televisione, devo correre con il cavallo degli altri «Tangentopoli ha steso anche me» E Di Pietro rifiuta d'indossare la toga Mario Tortello «Tangentopoli ha steso anche me». Sta con difficoltà al gioco, Antonio Di Pietro. E non accetta di rimettere la toga. Nemmeno per scherzo. «La mia toga è molto più seria». Ospite d'onore di Piero Chiambretti, nella seconda puntata di «Fenomeni» (nuova trasmissione del sempiterno folletto della Tv, ieri sera in onda dal «Piccolo» di Milano per il «processe) della domenica* all'ex «città da bere e da digerire»), Talloni pm di Mani pulite, oggi senatore dell'Ulivo e nomo d) punta dell'Asinelio di Romano Prodi, stringe i pugni, si morde li; labbra e conta fino a sette prima di parlare. Anche se poi, al momento giusto, si sgela, regge il ritmo delle battute e usa il videi! per mandare qualche messaggioal Palazzo, Dopo la Roma di Giulio Andreotli, tocca alla Milano di Antonio Di Pietro. Pierino-la-peste vuol sapere se «è da salvare o da buttare». Cosi, prima invoca la «sentenza popolare» del pubblico in ascolto, poi monta il processo. Riflettori puntati su Di Pietro, il testimone. «Inquisitore senza macchiti o Senza scrupoli?». Silenzio. «Puoi collaborare, far l'eroe o fare il furbo. Che scegli?». Silenzio. «E' vero che sei scappato dal seminario? Sei un prete mancato?». «Si». »!■:' vero che Milano non e mafiosa ma corrotta?». «Milano è la prima citta che ha avuto la capacità di riscattarsi». «Perche ti sei tolto la toga?», «Per difendere hi mia onorabilità dalle calunnie e dalle diffamazioni. Coi soldi con cui m'hanno risarcito ho finanziato prima l'Italia ilei valori e ora l'Asinelio». Ruba anche la battuta a Chiambretti, il Tonino nazionale, bruciandolo sul tempo. Pierino: «Hai mollato la tua Escori, verdina e ora viaggi con l'asino...». Risposta autoironica: «Adesso,viaggio solo in Mercedes; rigorosamente in Mercedes. Anche se tutti sappiamo bene che, senza Asinelio, non si va da nessuna parte». • Ma quando l'accusa, impersonata da Giampiero Mughini, calca un po' la mano e chiama in causa Gabriele Cagliari e il suicidio in cella; Di Pietro attacca. «Il pool è stato come Norimberga - anticipa Chiambretti - avete steso tutti; compresa la Prima Repubblica». Mughini: «Norinbcrga ha fatto meno vittimi;. Dodici in tutto, Mani pulite ne ha fatte molte di più». Di Pietro: «Dica 13, allora. Tangentopoli ha steso anche me. Non si può scherzare su questi drammi. Non è cosa buona e giusta. Che c'entro io? Perché lo chiede a me? Ho fatto solo il mio dovere. E ho subito conseguenze gravissime». Insiste Mughini; e provoca: «Mi consenta... Perche dice si a una commissione di saggi su Tangentopoli? Forse, perchè sa che bisogna far luce su una questione poco chiara?». Se la prende con gli «intoccabili», l'ex pm di Milano. «Serve, la commissione; per verificare se c'è chi mette colpa agli altri per diminuire le proprie. E' ora di finirla di dire male dei magistrati, descrivendoli come aguzzini. Mettere in galera i delinquenti è un dovere, non un optional». A addolcire il clima prova l'avvocato della difesa, Aldo Busi: «Voi del pool, ci avete fatti sognare. Di Pietro è l'agnello sacrificale. Anche se e la prova vivente che il magistrato non deve salire in politica, perché in realtà... scende». E quando in politica salgono gli imprenditori? Chiambretti avrebbe voluto anche Silvio Berlusconi. S'è negato? Ansioso d'incontrare il Cavaliere, il folletto lo porla egualmente, chiedendo aiuto a Freud e a Sabina Guzzanti che, in un magnifico doppopetto blu da corpo al leaderdi Forza Italia. Non contento, Chiambretti trascina in studio una gigantografia del Berlusca in in tenuta fitness, sbattendolo in faccia a Di Pietro: «Hai detto: questo, un giorno, lo sfascio... Non ci sei riuscito. Ma dove non arriva la magistratura, riesce il pennello cinghiatone». E via con l'omino dello spot, Pubblicità. Il clima torna più leggero; i temi restano legati a quegl'anni. Arriva Sandra Milo, un passato dichiaratamente craxiano. «Come sta Bettino?», provoca Chiambretti, stuzzicando Sandrocchia sui bei tempi. «Io ho fatto altre cose», interrompe Di Pietro. «Purtroppo», insiste la Milo. «Mi dispiace por lei», tronca Tonino. E ripete in trasmissione quanto poche ora prima ha detto al giornalista che l'ha raggiunto all'autogrill di Novara: «Vado da Chiambretti perchè non sono come Berlusconi che ha le sue Tv. Se vogliamo far sapere come la pensiamo, dobbiamo andare dove ci prendono. Diceva mia nonna: se non hai un cavallo, arriva a destinazione col cavallo degli altri. L'importante è arrivare». «Manette facili? Mettere in galera i delinquenti non è un optional» Mughini: il pool ha fatto più vittime di Norimberga La replica: finiamola ÉÉ Ut Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema e Antonio Di Pietro alla trasmissione «Fenomeni»

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