Camera dell'orrore «mode in Cina» di Ferdinando Camon

Camera dell'orrore «mode in Cina» LE RADICI NASCOSTE DELLA VIOLENZA Camera dell'orrore «mode in Cina» Padova, la mafia sequestra e tortura i clandestini ondisi Ferdinando Camon ITALIANI che guardate, con solidarietà o con paura, le immigrazioni straniere, fareste bene a ficcarvi in testa il nome di Borgoricco. Borgoricco è un grosso paese a Nord-Est di Padova. Lì è stato trovato un «covo di sequestri» che era anche una «camera della tortura», creato e usato dalla mafia cinese. Se ben ricordate, i covi una volta, al tempo del terrorismo, venivano divisi in freddi e caldi, a seconda che fossero stati usati tanto tempo prima o poco. Questo di Borgoricco è caldissimo. Scottante. I sequestratori erano ancora lì, marito e moglie, sui 25 anni. Sono gli inquilini della villetta. Il sequestrato era scappato da pochissimi minuti, nudo e sanguinante. Era stato prigioniero nel sottotetto, al buio, vestito delle sole mutande, per un mese, da quando era giunto in Italia: la mafia cinese degli sbarchi clandestini lo aveva prelevato in Puglia e portato qui su una piccola Fiat, chiuso col catenaccio in una stanzetta dalle pareti foderate di legno, e ogni mattina lo picchiava a sangue, tenendogli un telefono davanti alla bocca, perché i parenti (in linea da Milano) lo sentissero urlare e si decidessero a pagare il riscatto. In yen o in lire. In lire, quattordici milioni. La prigione è una villa gran¬ detta, isolata, tra i campi. Il disgraziato è riuscito a calarsi dal tetto e correre in strada. Il primo automobilista che se l'è visto davanti l'ha portato dai carabinieri, senza capire di cosa si trattasse: il poveraccio delirava, era nudo e non parlava un parola d'italiano. Ed ecrocci qui a cercare di capire uno sviluppo della mala (la mafia cinese) che non ci ha mai minacciato e non ci minaccia, perché la mafia cinese sequestra solo cinesi. Oggi. Ma demani? I cinesi sono i più nascosti e misteriosi tra i nuovi arrivati dal mondo. Formano una migrazione senza metodo e senza logica. Vanno soprattutto in Lazio, Toscana, Veneto. Lavorano in due settori: quello del cibo e quello dei vestiti. Un sequestro, sempre nel Padovano, era stato scoperto anni fa, ma si era già concluso col riscatto. Nessuno aveva fatto denuncia. E' questo il problema. I cinesi vivono chiusi tra di loro, nel bene e noi male, nella salute e nella malattia. Si sequestrano tra di loro. Si denunciano tra di loro. Una famiglia debole va a raccontare i suoi guai a una famiglia potente, ma non alla polizia italiana. E si curano tra di loro. Sono stati scoperti ambulatori gestiti da studenti cinesi, male attrezzati, senza competenza e senza igiene, anzi luridi. Preferiscono morire per mano di un loro praticante, piuttosto che guarire per mano di un nostro medico. Questo perché hanno il terrore di venire registrati, e non importa se sono in regola. Naturalmente, si sposano tra di loro. Si fanno giustizia tra di loro. Una ragazzina cinese, che aveva un fidanzato italiano, ha chiesto ai genitori di poterglielo presentare: i genitori hanno risposto che anzitutto l'italiano doveva fornire le foto degli antenati morti, perché bisognava vedere se gli antenati cinesi gradivano la parentela con gli antenati italiani. Le foto (italiane e cinesi) dovevano venir messe su un tavolo, e davanti al tavolo, su un braciere, si dovevano bmeiare dollari e marchi (naturalmente, in fotocopia; credo comunque che i marchi, per questi riti funebri, i cinesi li usino solo qui, in Europa!, affinché il fumo salisse in cielo, e dal cielo gli antenati potessero andare insieme al supermercato, e comprarsi quel che volevano. Perché marchi? Perché lassù le lire non hanno alcun valore, neanche dopo la nascita dell'euro. Visto che abbiamo cominciato questo racconto, concludiamolo: il fidanzamento non si fece, perché l'italiano non aveva foto di antenati. E anche questo la dice lunga sulle due civiltà, e sulle possibilità che un giorno arrivino a fondersi. I ristoranti cinesi sono molti, in ogni città. Accendono le insegne verso le 19, le spengono verso le 2. Ma in giro per le città, cinesi non ne vedi mai. Le edicole sono piene di giornali arabi, greci, slavi. Ma cinesi, neanche uno. II mondo dei cinesi comincia e finisce nei locali dove lavorano. Quelli che lavorano a far vestiti, e che ricevono commissioni da industrie italiane, rifiutano di accettare il controllo dei sindacati. Questo sistema chiuso finirà per scoppiare. Adesso guadagnano molto con l'immigrazione clandestina: può anche darsi che la «prigione» scoperta nel Padovano, criminale per noi, sia più che giusta per loro, nel senso che i 14 milioni possono essere il prezzo per l'organizzazione che si occupa del trasporto (compreso il noleggio degli scafi): questo spiega perche sulle pareti della prigione c'erano scritte dei precedenti sequestrati, in ideogrammi. La polizia ha portato un interprete, che li ha decifrati. Sono storie di clandestini disperati: «Sono trenta giorni che non vedo il sole». «Questo è l'inferno di noi clandestini»... Questa mafia adesso fa molti soldi. Finito il business dei clmdestini, è naturale che si rivolgerà contro gli italiani. Perciò dicevo che dobbiamo metterci bene in testa questo nome: Borgoricco. E' un triste avvertimento. Le urla fatte ascoltare al telefono ai parenti Una comunità fantasma dove non entrano né medici, né legge I cinesi in Italia si sposano fra loro si rapiscono e si denunciano fra di loro Nessuno chiama mai la polizia preferirebbero morire piuttosto che farsi curare da un medico occidentale

Persone citate: Padovano