«Così sedurremo gli astemi»

«Così sedurremo gli astemi» Al Premio Masi di enologia incontro di scrittori e artisti: così si possono vincere le nuove sfide «Così sedurremo gli astemi» «Le bottiglie possono diventare opere d'arte» VERONA Può un grande vino nascere in brutte cantine? La bottiglia è ancora una forma attuale? Come reinventare le tradizioni enologiche? In Valpolicella, mentre l'uva già vendemmiata riposa sui graticci in attesa di essere spremuta con l'anno nuovo per far nascere il Recioto e l'Amarone, si è discusso anche di estetica del vino, in occasione della consegna del premio «Masi». La diciottesima edizione ha visto, per la sezione «Civiltà veneta», assegnare le tre botti di Amarene al critico cinematografico Tullio Kezich, all'architetto Cleto Munari e al banchiere ed ex sindaco di Verona, Giorgio Zanotto. Il premio «Masi-Civiltà del vino» è andato al progetto «Luce», la joint-venture tra la toscana Frescobaldi, a Verona con il marchese Vittorio e la californiana Mondavi in Italia con Pit, figlio del capostipite Robert e il nipote Carlo. La cerimonia di consegna dei premi ha avuto un prologo di chiacchiere enologiche seduti in circolo in cantina, accanto alle grandi botti, ospiti della famiglia Boscaini e dei conti Serègo Alighieri, discendenti di Dante. Ugo Volli, critico teatrale e professore di semiotica, ha assegnato al vino il valore simbolo di prodotto dell'uomo che favorisce la comunicazione. «E' sempre stato così, fin dal greci e dai romani. Oggi questa capacità antica e modernissima va sottolineata. Il vino non serve più a dare energia per chi compie lavori pesanti, ma può aiutare il dialogo tra le persone. Le vecchie osterie sono sempre stati luoghi di parole e di scambi». E Cleto Munari, affiancato dal designer Alessandro Mendini, ha aperto spazi di innovazione su nuove forme di contenitori vinari «si pensi alle boccette di profumo che evocano sensazioni visive prima ancora di conquistare l'olfatto». Si è discusso anche di allestimenti delle cantine e di paesaggio. Per il marchese Vittorio Frescobaldi il vino «è un eccezionale attore: le vigne e le cantine sono il palcoscenico. Non potrà recitare grandi ruoli senza un salto culturale ed estetico, pur non dimenticando la tradizione, anzi innovandola». E Tim Mondavi ha ricordato la formula irrinunciabile per avere vini di forte personalità: «terreno, clima e uomini che amino la vigna. E questo vale in ogni parte del mondo». [s. mir.j Cleto Munari: «Un modello da imitare è quello dei profumi. Le boccette evocano sensazioni visive» Angelo Gaja, produttore di Barbaresco: secondo il critico del New York Times è un mito in America

Luoghi citati: America, Barbaresco, Italia, Verona