Ulivo-bis, Veltroni convince D'Alema di Antonella Rampino
Ulivo-bis, Veltroni convince D'Alema Il Premier dice sì alla strategia del leader della Quercia, ma nel partito cresce la voglia di contarsi Ulivo-bis, Veltroni convince D'Alema IDs cercano la ricetta anti-Berlusconi Antonella Rampino ROMA Ce la l'ara il Bottegone a girare la boa del prossimo millennio, possibilmente recuperando quello che in politica si chiama «consenso»? All'interrogativo, inquietante per una fòrza che sta tra il 15 per cento degli ultimissimi sondaggi e il quasi 19 delle scorse politiche •jercherà di dare risposta un pai:ito nuovo, quello che uscirà dal primo congresso della Quercia, a Torino nel gelo del prossimo gennaio. Ma rinterrodativo e talmente urgente, che un'anticipazione c'è stata ieri, (piando Veltroni ha presentato la «scaletta» della sua mozione, e la voglia di parlarne, tra gli HO presenti, era cosi forte che a un certo punto D'Alema li ha stoppati, «ragazzi, non possiamo cominciare oggi i! congresso». E dunque sarà anche giusto l'incessanti.', defatigante abnega zione con la quale Walter Veltro ni sta cercando di cambiare la Quercia, aprendo ogni mattina le finestre del Bottegone al fine di far entrare almeno un po' di aria fresca, quella che viene dalle «istanze di base di una moderna società complessa». Ma mentre Berlusconi incalza, «vabbe, hanno fatto una Finanziaria di sinistra, adesso vedrete che dovranno farne un altra, e cosi quando poi al governo ci arriveremo noi ci troveremo in un man; di guai», basterà, come ha fatto ieri Veltroni davanti agli ottani ri (Iella direzioni! nazionale, definire la weltanschaung del pei letto ulivista? Basterà schizzare il progetto di una sinistra che «detta l'agenda storica del Duemila», sapendo che il riformismo ha l'orizzonte lungo, ben più lungo delle prossime regionali? I/ansia della rincorsa alla destra incalzanti!, perché di questo si tratta, il presidente del Consiglio ce l'ha ben presente, «non si può fare un pàltjtq unico perche nemmeno gii altri, non solo la sinistra, accetterebbero di essere soppressi, i! soprattutto perché in ciuci caso si aprirebbero prospettive di derive plebiscitarie». li, soprattutto, proprio sui temi fiscali, che Berlusconi ancora ieri cavalcava a briglia sciolta, ha manifestato piena cotisapevo lezza: «Abbiamo recuperato H mila miliardi di evasioni! fiscale: e credete che quegli evasori e riusmi n voteranno? Che ci vote ranno i lavoratori ai (piali proponiamola flessibilità?», Interrogativi, che nel partilo girano a ruota «Di eerto non possiamo lare come quelli :he dagli nomi ni vogliono tirare fuori solo il peggio; noi, al meglio non ri rinunciamo», dice Fabio Mussi. «Lo so, il problema e combattere il guazzalochismocheaggiu sta la propria politica giorno per giorno, e colpisce sempre sotto la cintola: ma dalla società vengono domande di idee e progetti», dice il coordinatore della Sicilia Claudio l'ava, che per «sensibilizzare» manderà a scuola por tri.' giorni i suoi dirigenti da Michel Rocard, Mario Soares e Dario Po. «Se le idee di Veltroni serviranno a battere le destre? Non lo sappiamo, è una sfida e una scommessa, ci stiamo lavorando almeno dal 1993» fa Mauro Zani, il nuovo segretario di Bologna. La rincorsa di Veltroni, dunque e partita, di stretto concerto con il realismo e il pragmatismo dalemiano. La «scaletta» è piaciul.a a Massimo D'Alema. Che non la firma, sarebbe davvero troppo per un pan ito che aspira a superare hi linea d'ombra del vecchio «centralismo democratico», se non «come un militante, in sezione». E dunque, Veltroni per ora ce l'ha fatta, ha tiralo per la giacca il parente-serpente, il tre volte presidente, di Botteghe Oscure, del Consiglio dei ministri, e secondo alcuni puri! di un suo personalissimo partito, cosa che D'Alema stesso ieri si è sentito di smentire, «sono stato accusato di tante cose malvagie, ma mai di sciocchezze». D'Alema dunque ieri s'è rimesso in tasca la mano con la (piale, il (ì novembre scorso, alla staffetta con la quale lasciava il partito nelle mani di Walter, gli allungò lo scappellotto, benaugurante ma di certo perlomeno paternalistico, e ha rinfoderato anche il pugno nel quale, solo sabato scorso a Modena, dopo aver ascoltato assai distrattamente il disegno di politica bella di Walter, aveva poi preso nella sua la mano di Veltroni, e l'aveva portata al cielo, con lo stesso gesto che si usa alla fini! di un incontro di pugilato. Lo stesso gesto col qua- le, sul ring, alla fine l'arbitro ricorda la propria funzione sul campo da gioco. D'Alema dunque s'è detto finalmente e definitivamente davanti agli ottanta della direzione del partito «ulivista», nel rispetto delle reciproche concezioni del mondo, e soprattutto della politica. Perché Veltroni dice che «la sinistra senza l'Ulivo perde, e l'Ulivo senza sinistra pure», che non si deve annullare nessuna identità politica, ma lavorare fianco a fianco a un progetto connine, e D'Alema traduce lo stesso pensiero inserendolo tra due coordinale, «rafforzare la sinistra italiana nel socialismo europeo» e «concorrere al bipolarismo creando una stabile forza del centrosinistra». Rimane la preoccupazione per il calo di consensi «Credete che gli evasori fiscali ci voteranno?» Walter Veltroni segretario dei Ds Per contrastare il guazzalochismo i dirigenti siciliani andranno a scuola per tre giorni da Soares Fo e Rocard Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema
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