Manca il silicio, crisi globale di Ugo Bertone

Manca il silicio, crisi globale LA MATERIA PRIMA DELL ERA PIGITAIE E I RISCHI PI UNA NUOVA INFLAZIONE; Manca il silicio, crisi globale Daipc ai telefonini prezzi in salita la storia Ugo Bertone MILANO Lg ALLARME già circola • nei pensatoi dell'econoI mia globale. L'industria di tnt.t.n il pianeta rischia di entrare ri<;l prossimo millennio sull'onda di uno choc dettato dalla penuria e dal balzo dei prezzi cifrile materie prime. Attenzione, pero. Stavolta il prezzo del greggio, nonostante la compattezza del cartello dell'Opec, c'entra poco. Il vero allarme arriva da) silicio, la materia prima da cui nascono i semiconduttori, le preziose memorie! espresse in D-ram che alimentano la società moderna: telefoni portatili, set box per tv digitali, industria dell'auto, computers. Le prime avvisaglie non mancano. Tra i giganti dei telefonini l'allarme l'ha lanciato per prima l'Alcatel: la mancanza di «chips» ovvero la memoria dei portatili, ci costringerà presto a rivedere la produzione, Dai nostri impianti, aggiungonoa Parigi, usciranno quest'anno tra i 10 e gli 11 milioni di «pezzi». Ma sarebbero stati di più, senza la penuria di materia prima. E, non è questiono di prezzo, comunque in robusta ascesa. Le previsioni, infatti, parlano di una crescita impressionante dei volumi di fatturalo: dai 2,5 miliardi di dollari del '98 ai 3,24 di quest'anno fino ai 4 miliardi del Duemila. Ma nemmeno la prospettiva di profitti da favola, dopo anni di «vacche magre», può cambiare la situazione. Negli ultimi mesi, dicono alla Intel di Andrew Grave, l'emigrato ungherese che ha dato vita all'impero delle «memorie», la domanda e schizzata all'insti: si è passati dalla richiesta di 160 milioni di unità nell'ultimo trimestre del 'OH a oltre 240 milioni. I prezzi, un anno attorno ai 2 dollari per una memoria di 8 megabit, sono raddoppiati a 4 dollari. Eppure, l'offerta scarseggia. «Noi siamo ancora in grado di servire i nostri attuali clienti europei - dichiara Benny Gibman, responsabile Intel per l'Europa - ma confesso che non saremmo nella condizione ideale per servire altre richieste...». E le cose non vanno meglio alla Advanced Micro Devices, il principale concorrente di Intel. «La loro produzione ò già venduta per mesi», osserva Brian Matas, uno dei guru del mondo dei chips. Il rischio, insomma, è che noi prossimi mesi i nostri tele- fonini, i personal computer (settore dove, non a caso, i prezzi di vendita tornano a salire dopo un quinquennio di continua discesa), le nostre tv o i nostri videoregistratori restino muti. Peggio, anche i colossi dell'auto, sempre più chip-dipendenti, potrebbero esser costretti a ridurre la produzione o a rivedere i prezzi. Un vero (! proprio «chip-choc», non troppo dissimile, nelle conseguenze, da ciucili petroliferi degli Anni Settanta. Anche stavolta, come allora, c'è un evento esterno che potrebbe accelerare la crisi: il terremoto di Taiwan, infatti, ha messo a dura prova le strutture produttive dell'isola, uno dei grandi «giacimenti» industriali dei chips di tutto il mondo, un rifornimento insostituibile por Acer, Dell o Compaq, ovvero i grandi produttori di pc. I danni nell'isola, per la verità, sombrano minori di quelli paventati in un primo momento, quando il listino dei titoli tecnologici a Wall Street è andato in tilt di fronte alla minaccia della perdita delle forniture di Taiwan Semiconductor, United Microelectronics o altri colossi di Taipei. Ma il conto del sisma è comunque salato, per i costruttori di chips: almeno 300 milioni di dollari, da scaricare sui clienti affamati di silicio... «Il '99 ha segnato il ritorno ai tassi abituali di espansione, attorno al 15%», affermava orgoglioso Pasquale Pistorio, numero uno di Stmicroelectronics, la società italo francese, l'unica ad essere cresciuta negli ultimi anni. «Tra il 1996 e il '98 - ha aggiunto - il settore ha registrato il calo più lungo e intenso nel corso della sua storia». Stmicroelectronics è sfuggita alla grande depressione perché si è concentrata su prodotti diversificati e rivolti a clienti specifici, ma i grandi produttori di prodotti standards hanno dovuto far fronte ad anni difficili: sei trimestri consecutive di calo dello vendite, l'8% in meno di fatturato nel solo '98 (anno acuto della crisi asiatica) ovvero un salasso incredibile per un settore che richiede investimenti continui in ricerca e sviluppo. Anche perché i ritmi dell'innovazione tecnologica hanno macinato più di una vittima. Un megabyte di D-Ram, che costava 2500 dollari all'inizio degli Anni 80, si è ridotto in tempi recenti al valore di un solo dollaro... Era inevitabile che, con poche eccezioni, l'industria reagisse contraendo i nuovi investimenti e tagliando i costi. Il risultato? Chiusura di impianti un po' in tutto il mondo e, peggio ancora, l'invecchiamento di tanti impianti disseminati in giro per il mondo. Ma, ad un certo punto, i rapporti di forza si sono rovesciati. Tutte le nuove tecnologie e i nuovi prodotti, infatti, richiedono ormai un numero crescente di chips: videocamere o macchine fotografiche digitali, portatili senza fili, anche le nuove carte di credito. E, così, all'improvviso il mondo si è scoperto affamato di chips. Ci vorrà tempo, almeno un anno, perché l'industria riesca a correre ai ripari facendo fronte ad una domanda che l'anno prossimo, secondo le previsioni di le, crescerà del 35%. Prima si dovrà fare i conti con una nuova, imprevista, causa di inflazione. Un nuovo tallono di Achille per le economie avanzato. O meglio, un minuscolo, insidiosissimo tarlo dell'economia dell'informazione. La richiesta di nuovi microchip continua a salire, ma una serie di errori produttivi (più il terremoto di Taiwan) ha messo in ginocchio il settore IL SILICIO CHE COS'È' E' un elemento chimico che in natura si trova sotto forma di composti: i silicati e il biossido di silicio A CHE COSA SERVE Al 99% di purezza viene utilizzato come materiale di base per la produzione del microchip e delle batterie solari. Il silicio elementare viene usato come un costituente di leghe per indurire molti metalli, tra cui l'alluminio e II rame, Uno dei composti del silicio, la silice, si usa nell'industria della ceramica e del vetro Radio, televisioni, personal computer, telefoni cellulari, oltre che auto: i prodotti della nostra quotidianità dipendono dai mlcrochfp, la cui base é fatta di silicio

Persone citate: Andrew Grave, Benny Gibman, Brian Matas, Pasquale Pistorio

Luoghi citati: Europa, Milano, Parigi, Taipei, Taiwan