Ultra del calcio, mai più freni speciali di Marco Ansaldo
Ultra del calcio, mai più freni speciali Previsti controlli a terra per far salire sui convogli solo i tifosi che hanno pagato il biglietto Ultra del calcio, mai più freni speciali Troppi atti di vandalismo e violenza, il governo dice stop Marco Ansaldo Domenica scorsa, nel quindici minuti che bastano por raggiungere Pisa, gli ultrasdel Livorno hanno sfasciato quattro carrozze delle Ferrovie ed e già molto che, insieme ai sedili e ai gabinetti, non abbiano spaccato pure qualche testa. Scene di ordinaria razzia, non ci si stupisce più. Nello scorso campionato di calcio, da gennaio a fine maggio, quando morirono quattro persone nel rogo del treno che riportava da Piacenza i tifosi della Salenitana, non c'è stato un weekend in cui non si registrassero incidenti lungo i binari c nelle stazioni: 0 miliardi di danni e 2 miliardi e mezzo di mancali guadagni (perche i vandali, spesso, non pagano il biglietto), non possono spiegare perche le Ferrovie sono «tecnicamente al fallimento», come ha detto il ministro Treu, Ma pure quelli aiutano. Partendo dalle piccole cose, i vertici dell'Azienda hanno deciso di chiù dere con gli ultra. Non concederanno i convogli speciali per il calcio: chi vuole seguire in treno la propria squadra dovrà servirsi dei treni regolari, magari con qualche carrozza riservala, pagare il biglietto e usufruirà degli sconti concessi alle comi tive. Sparisce, almeno nelle intenzioni, il perdonismo: un tifoso non è un cliente speciale e impunito, Onesto è (pianto si capisce da un comunicato emesso ieri, In realtà non c'è molto di nuovo. E' dalla tragedia di Salerno che il Governo ha abolito i treni speciali, perche li ritiene un focolaio pericoloso: riunire in pochi metri quadrati centinaia di persone che spesso usano la partita come un pretesto per sfogare la violenza è persino più rischioso che lasciarli vagare tra i passeggeri, «In ogni caso - spiega Damiano Toselli, responsabili; della protezione aziendale delle Ferrovie dello Stato - non era più accettabile che rimettessimo miliardi per un servizio di cui nessuno voleva accolarsi i costi. Chi rompe paga e un principio che dovrebbe valere per chiunque in una società civile ma i tifosi del calcio hanno sempre rotto senza pagare mai. Stiamo tentando una via più rigorosa sia per una questione economica che di sicurezza». Tre anni fa, i treni del calcio erano ancora un'abitudine. Le Ferrovie organizzarono 350 convogli, l'anno successivo erano scesi a meno di 250. «Nella passata stagione siamo calali a poco più di cento - dice Toselli - perche li abbiamo limitati alle situazioni in cui li consigliavano particolari situazioni di ordine pubblico. Sono cambiate le regole, da parte delle forze dell'ordine si sono moltiplicate le presenze e l'impegno nei controlli: non si poteva pretendere che dieci o undici agenti tenessero a bada (iOO o 700 tifosi, tra i (piali c'erano bande di delinquenti. Il nostro personale subiva minacce. Ora si procede ai controlli a terra e prima di salire sui treni i tifosi devono mostrare di aver pagato il biglietto». Sparisce, o almeno si riduce di molto un'abitudine. Si ricordano veri e propri esodi sui binari, il viaggio in treno entrò nel costume di un'Italia che negli anni Cinquanta e Sessanta seguiva il calcio con passione, senza violenze: era una trasferta sul treno dei romanisti verso Milano che doveva fornire l'alibi ai maldestri rapinatori in un film-culto come «L'audace colpo dei soliti ignoti». Poi, seguendo I escalation dei disordini nelle curve, si sono moltiplicati gli incidenti. Gli anni '90 sono stati uno stillicidio. Sei carrozze distrutte nel '91 dagli juventini che tornavano da Genova, vagoni danneggiati e bruciali dai baresi mentre andavano a Taranto nel '92, una molotov esplosa tra i romanisti verso Napoli nel '93. Impossibile tenere il conto. Negli ultimi anni le Ferrovie hanno assolto all'8-10 per cento del traffico creato, dal calcio. «Purtroppo - sostiene Toselli - si tratta spesso delle frange peggiori, quelle che non hanno i soldi per l'aereo e non trovano chi gli concede un pullman. Abbiamo avuto treni spolpati di tutto. Su quello di Salerno, a parte le carrozze bruciate, ho visto scompartimenti dove erano state tolte persinoie viti». Ma cosa dicono i tifosi? Il presidente dei Roma Club, Sbaffo, approva la scelta: «non è una penalizzazione - dice - il problema è che le Ferrovie non sanno gestire il ritorno dalle trasferte quando il flusso dei tifosi si concentra in pochi treni, spesso uno solo». Più critici a Firenze, dove sottolineano che le violenze si trasferiranno soltano dai binari all'autostrada. Ma sono gli ullras a protestare sebbene il comunicato di ieri non li abbia colti di sorpresa. «Descrive una situazione che è già nei fatti - raccontano - ma il caso di Livorno dimostra che non è questa la soluzione. Ora, visto che ci trattano da clienti «qualunque», chiediamo che ci facciano viaggiare anche su treni che non siano più residuati bellici, con panche di legno, cessi inservibili, veri e propri carri bestiaine, dai quali non possiamo neppure scendere fino a destinazione. Ci consi derino finalmente viaggiatori nonnali e la smettano di criminalizzarci» kFerrovic:«Abbiamo avuto carrozze spolpate di tutto, agli scompartimenti toglievano anche le viti» Mai club dei supporter «Ci trattino come gli altri viaggiatori e non ci facciano salire su residuati bellici» Un'immagine del rogo del treno con i tifosi della Salernitana avvenuto il 24 maggio scorso
Persone citate: Damiano Toselli, Sbaffo, Toselli, Treu
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