LE COLPE DELLA POLITICA E DEL MERCATO di Mario Deaglio
LE COLPE DELLA POLITICA E DEL MERCATO LE COLPE DELLA POLITICA E DEL MERCATO Mario Deaglio LA vicenda Olivetti-Telecom Italia impone un severo esame di coscienza a tutti coloro che credono nel mercato e soprattutto a quei convertiti dell'ultima ora i quali ritengono che il mercato sia una specie di Paradiso privo di problemi. Il mercato è generalmente una buona cosa ma, in questo caso, si sta rivelando un soffertissimo Purgatorio. Non è infatti immediatamente evidente perché Borsa e mondo finanziario abbiano concesso frettolosamente pochi mesi fa a Colaninno fino a centomila miliardi per l'acquisto di Telecom Italia e ancora più frettolosamente abbiano bruciato ventimila di questi miliardi in due giorni di secca caduta delle quotazioni. Il tutto in un contesto di regole sicuramente migliorabili che, almeno in certe fasi delle scalate aziendali, continuano a favorire pesantemente gli attaccanti. A fronte di questo cambiamento di opinione, occorre osservare che la strategia di Colaninno non è affatto mutata nella sostanza: è stata sempre opaca nei dettagli ma chiara nell'intuizione principale che è quella di un futuro separato per la telefonia fissa e mobile. Sin dall'inizio, né il mercato né il mondo della politica hanno voluto porre domande indiscrete, che era invece loro compito di formulare in dettaglio, come quelle relative al gigantesco indebitamento del gruppo, al quale si può far risalire l'attuale caduta delle quotazioni, o quelle relative alla perdita di posti di lavoro - probabilmente qualche decina di migliaia nei prossimi due-tre-anni - che fanno da sfondo inconfessato al visibile imbarazzo del governo. Con una Borsa cos'i, che pure è fortemente maturata e ha migliorato grandemente le proprie procedure negli ultimi anni, sarà certamente meno facile attirare massicci investimenti da parte dei fondi pensione. Per questo occorre guardare con favore al codice di autoregolamentazione per le imprese quotate che un comitato di imprenditori e studiosi sta attualmente elaborando. E in attesa di tale autoregolamentazione non occorre scandalizzarsi troppo se il governo finirà per usare la golden share, ossia un potere decisionale di stampo dirigista che si sovrappone alla confusa volontà di un mercato senza le idee chiare.
Persone citate: Borsa, Colaninno, Del Mercato, Paradiso
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