Parrocchie in crisi, crescono gli « sbattezzati» di Enrico Benedetto

Parrocchie in crisi, crescono gli « sbattezzati» Si allarga la campagna degli atei confessi: sacramento reversibile, è possibile la radiazione dai registri Parrocchie in crisi, crescono gli « sbattezzati» Francia divisa, due vescovi finiscono in tribunale per reticenza Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Due vescovi in tribunale per eccessiva reticenza allo «sbattesimo», un'ampia campagna per la radiazione sui registri parrocchiali di atei confessi, chat-line Internet sul problema, appelli, periodiche virulenze anticlericali. E' da quattro anni che la «débaptisation» - neologismo ormai introdottosi nel linguaggio legal-amministrativo - divide la Francia. I timidi esordi italiani corroborano dunque un'iniziativa controversa ma non rarissima oltralpe, ove la separazione fra Chiesa e République (salvo in Alsazia, complice il regime concordatario napoleonico esteso peraltro a ebrei, luterani e riformati) 95 anni dopo non fa più discutere. Eppure il copyright dell'idea non è francese. Voltaire si fa battere, per una volta, dagli insospettabili belgi. In piena era Baldovino-Fabiola - cattolicissimi entrambi - il movimento «Alternative Libertaire» lanciò a Bruxelles lo slogan post sessantottardo «sbattezzarsi è bello». Ma senza grande successo. In Francia, al contrario, gli sbattezzati sarebbero centinaia, e forse più. La procedura è semplice. Nessun carteggio, ingiunzione o supplica da rivolgere a parroci e gerarchia. Bensì un modulo disponibile su Internet o presso circoli antireligiosi come «L'Union Rationaliste». Forma cortese e tuttavia gelida. La letterina inizia con «Monsieur le cure», dice en passant come il battesimo richiesto all'epoca testimoniasse la «buona fede» dalla famiglia, menziona «convinzioni filosofiche ormai diverse» e a scanso di equivoci ribadisce: «la chiesa» (il minuscolo non rallegrerà i destinatari) «deve ottemperare». Ancorché brutale, la formula è inattaccabile. Parigi non ha garanti sulla privacy, ma una veneranda commissione pubblica - nacque negli Anni Mitterrand - vigila in materia. E da tempo statuisce che il battesimo è reversibile. In termini civili, beninteso. Morale: gli atti ecclesiastici hanno da integrare - pena ammende e ricorsi • la cancellazione. E' loro dovere, infine, fornirne le prove al richiedente. Se già l'apostolo Tommaso voleva toccare con mano, figuriamoci i discepoli dei Lumi. E non a torto. Alcune annotazioni diocesane sorpresero per esempio lo sbattezzando. Vi si poteva leggere, ad esempio: «Madame 'X" pare attualmente in disaccordo con il battesimo amministratole». I presuli di Carcassone e Mende sfiorarono la condanna per due vicende simili. E soltanto una retromarcia in extremis li graziò. Da allora la gerarchia cattolica modera i toni senza più invocare - salvo eccezioni - il diritto canonico. Ma non si può dire apprezzi troppo l'obbligo di conformarsi alla normativa statale in materia. In fondo, però, ha scongiurato il pericolo maggiore: un boom sbattesimale. Malgrado la solerzia di associazioni come «Vivre au présent» e un sensibile incremento quantitativo nelle domande, il fenomeno permane assai minoritario. «Sapesse le pressioni familiari, e financo sul lavoro, per non farlo...» dice Anne, professoressa dall'inequivocabile pedigree agnostico. «Ma poi mi decisi, e augurerei l'esperienza alle mie amiche» conclude. Il curato di Carsan, nel Gard, tuttavia non si arrende: certezze come la sua prova lo stesso a demolirle. Un'ex parrochiana gli scrisse: «Non ho la fede, mi cancelli». E lui replicò evangelicamente «L'ateismo non è grave: hai già Dio che crede in te».

Persone citate: Gard, Mitterrand

Luoghi citati: Alsazia, Bruxelles, Francia, Parigi