Castagnetti leader Zecchino presidente? di Fabio Martini

Castagnetti leader Zecchino presidente? Castagnetti leader Zecchino presidente? Fabio Martini inviato a RIMINI Questo è sprezzo vero: proprio mentre Franco Marini sta parlando al congresso, Ciriaco De Mita si alza e se ne va. E passeggiando per i corridoi della Fiera di Rimini, sparge veleni SU Marini: «In una barca piena di naufraghi, questo parla di vacanze...». E poi per appesantire un altro po' lo sfottò: «Mi sembra il discorso di un presidente del Consiglio incaricato. Una relazione inutile. Come la sua segreteria...». E mentre il segretario continua a leggere la sua relazione al congresso, De Mita se ne disinteressa platealmente. E per passare il tempo, avvicina i delegati che conosce personalmente. Toh, ecco Massimo Bulbi, un ex democristiano di Cesena che De Mita conosce benissimo: qualche anno fa gli ha fatto da testimone di nozze. Di più: in un affiato di vero amore per il suo leader, Bulbi ha chiamato Ciriaco il suo secondo figlio. Ma è trascorso qualche anno, ora il delegato di Cesena ha deciso di volare Castagnetti, De Mita lo sa o lo affronta con un piglio tra 10 scherzoso e il risentito: «Bulbi ma che cavolo fai?». Il congresso del Ppi è cominciato come il commentatore più malevolo non avrebbe potuto immaginare: tutti contro tutti, in un incrocio di risentimenti personali. De Mita detesta Marini e lo dice a voce alta, Marini contraccambia ma dalla platea fa finta di nulla e con un numero di alta scuola lascia credere che a lui della presidenza del partito non interessa nulla. E dopo le prime due ore di congresso e le prime cinquesei ore di corridoio, la situazione più o meno è questa: Pierluigi Castagnetti (appoggiato da Marini) dice di contare su «oltre 11 50% dei delegati», ma in confidenza i suoi ammettono di oscillare tra il 45 e il 50%. «Il congresso è tutto qui - dice Roberto Di Giovampaoio, ex enfant terrible della De Anni Ottanta - se Castagnetti e Marini riescono a superare quota 50 bravi loro. Ma ci riusciranno?» Questo confuso congresso dei popolari si gioca tutto su un pugno di delegati, sulla sfida tra Marini (che spera di avere una maggioranza autosufficiente) e su De Mita (25-30% dei delegati) che farà di tutto per impedirlo e ha fatto scendere in pista il suo amico Ortensio Zecchino. Per ora, più defilato Dario Franceschini. Ma se uno prova a chiedere a De Mita quali- sia la vera alternativa, lui dice. «Tra il nulla e qualcosa». Tra lei e Marini non c'è alcuna possibilità di concilazione? E lui, con la testa, fa no. Insomma, De Mila vuole farla a pagare a Marini? Gerardo Bianco, nemico storico di Ciriaco, ribalta: «Ma quale Marini! De Mita prima ha cercato di l'are un accordo con Marini, non c'è riuscito e ora se la prende con la politica del segretario. Ma con questo atteggiamento De Mita finisce per farla pagaie al partito. Ma tanto lui del partito se ne fotte, a lui interessa soltanto il suo personale potere!». Franco Marini, facendo finta di non crederci, ha citato il suo «maestro» Carlo Donat-Cattin che diceva proprio questo: «I congressi si fanno soltanto per eleggere il segretario». Eppure, questo congresso di un partito sull'orlo di un suicidio sembra giocato proprio su questo doppio enigma: chi fa il segretario e chi il presidente? in questo frullatore di antichi risentimenti, circolano le voci più strane, «polpette avvelenate», clisinfoìmacija scientifica. L'ultima voce racconta di un possibile compromesso tra le varie anime del partito che prevederebbe Castagnetti segretario e Zecchino presidente. Un'altra voce suggerisce lo stesso organigramma ma con una maggioranza De Mita-Castagnetti. In questo primo dire di congresso, tutti ronzano attorno a De Mita, tutti lo scrutano per capire cosa farà, cosa dirà. E lui confida: «L'aspettativa resterà delusa. Io non parlerò...». Oggi interverranno i tre candidati alla segreteria, al congresso, sul far della sera, arriverà Mino Martinazzoli e finalmente, alle cinque della sera, interverrà Massimo D'Alema. E ieri notte una voce, più verosimile di tante altre, raccontava che subito dopo D'Alema, dovrebbe parlare al congresso un vecchio amico: Francesco Cossiga, unico ospite ad avere la tribuna assieme al presidente del Consiglio. Mita: «A quella gente è il suo trovare una pace onorevole.

Luoghi citati: Cesena, Rimini