Quei tre padri popolari così attaccati alle macerie

Quei tre padri popolari così attaccati alle macerie 51COPOUTICA ALLA FIERA DA EDIPO A FANFANI Quei tre padri popolari così attaccati alle macerie reportage Filippo CeccarellS inviato a RIMINI OLA' un padre basta - e a, volte avanza anche. Tre sono quindi assolutamente intollerabili. Se poi questi tre padri, pur sentendosi mqjlto nobili, si fanno i dispetti fra loro, beh, eccoci per l'appunto alla fiera di Rimini per un congresso ad alta valenza psico-politica da cui è difficile che i popolari usciranno senza traumi. Guai al segretario, infatti, che nasce da un conflitto di paternità. Marini si sente padre e l'ha fatto chiaramente capire da quella specie di cono tronco e grigio tipo l'avello di Farinata degli Uberti — che sarebbe il palco degli oratori. Non ha proprio l'aria di chi intende mollare. Parla quasi due ore, spesso al futuro. Si cita: «Ribadendo quanto affermai». Rivendica: «Mi sono speso senza ambiguità, con coraggio». Trova anche il modo, a un certo punto della relazione, di «valutare la possibilità» che «fin dalle scuole elementari si faccia studiare una materia in una lingua straniera». Che sarebbe pure un'idea, ma insomma... Quando partono gli applausi, la regia alza le luci, neanche fosse il ReSole. Ma anche De Mita vuole sentirsi padre, o se si preferisce vuole ricondurre a sé una storia risultando detenninante nella scelta del successore di Marini al vertice del Ppi. Ma lo fa restando signorilmente e anche un po' sdegnosamente seduto in platea, senza fans attorno, con l'aria di uno che si annoia. Distratto per un attimo, commenta in diretta la relazione: «Mi sembra che parli nel 1995». In questo caso l'oracolo di Nusco intende dire — e non ha tutti i torti — che la situazione è grave. E che lui, per principio, non appoggerà il candidato di Marini, Castagnetti, di cui peraltro nei giorni scorsi aveva detto: «Castagnetti l'ho allevato io». Vero: era uno dei suoi «colonnelli», ma il tempo passa e qui saranno passati 15 anni. Perciò appoggia Ortensio Zecchino, che tanto ha allevato pure lui. 11 terzo padre non si è fatto proprio vedere. A differenza di Ciriaco e di Marini, Mino Martinazzoli ha un'ottima cultura letteraria, da due anni cura su Uberai una rubrica sulla comunicazione politica e quindi sa benissimo quel che di straordinario evoca un'assenza, nel caso specifico la sua. A volte di questo potere sottilissimo del «non-esserci» il primo segretario del Ppi ha pure parlato, citando Kafka e le sirene. Bene: Martinazzoli arri- vera oggi. Anche lui è per Castagnetti, già capo della sua sfortunata segreteria a Piazza del Gesù, ma il punto è che lo è stato prima di tutti. Per questo gli secca un po' che anche Marini, il padre numero uno, abbia messo il cappello sul suo stesso candidato. Così va il congresso, al di là dei discorsi pronunciati dal cono tronco, o dalle dichiarazioni che si raccolgono nell'immensa hall di questo congresso che qualche creativo ha voluto intitolare: «Popolari. La politica delle persone». Senza padri, a proposito di persone, è rimasto nel frattempo l'ex figlio di Marini, e cioè Franceschini. Ripudiato, si direbbe. L'impressione però è che adesso Franceschini intenda giocarsi in congresso proprio questa mancata o ritirata tutela, in nome della gioventù e della lieta spensieratezza della sua condizione. Però è ancora molto, troppo cauto per la sua non verdissima età (42). Magari non gli dispiacerebbe essere di nuovo adottato da qualche altro genitore in vena di alta strategia e pronto a governare il partito per interposta persona «A 26 anni — sibila De Mita — io facevo l'opposizione a Fanfani». Ora, tutto questo sarà sbaglia to, sarà forzato, sarà grottesco, ma è inevitabile. Così, a costo di farne un dramma del tutto sproporzionato, Edipo e Laio, Crono e il Conte Ugolino si aggirano per la Fiera — e forse senza nemme no rendersi conto che è tutto inutile, che tanti sforzi, tanti rancori, tante pensate di genio non salveranno il Ppi. Piuttosto colpisce l'attaccamento alle sue macerie, la tigna con cui rivendicano un potere là dove nemmeno la sopravvivenza, con l'aria che tira, è garantita. «Ma davvero pensate che personaggi che hanno avuto un molo nella conduzione del governo del Paese stiano cercando gratificazioni in un an golo di un organigramma di un partito al 4%?» si è chiesto il povero Castagnetti. La risposta è affermativa. In fondo De Mita ha avuto tutto, dalla politica. Mari ni ha sbagliato tutto, pur avendo avuto parecchio. Martinazzoli anni orsono, voleva addirittura abbandonarla, la politica. E' lei evidentemente, che non si lascia abbandonare. Il segretario uscente non intende mollare Il deputato di Nusco ostenta aria annoiata «Mi sembra che parlino come nel '95» Oggi arriva Mino Martinazzoli E Franceschi™ rimasto orfano si gioca tutto in nome della gioventù Castagnetti: persone che hanno avuto ruoli importanti cercano gratificazioni in un partito al 4% Oa sinistra: Mino Martinazzoli. Ciriaco De Mita e il segretario uscente del Ppi Franco Marini ducante l'intervento al congresso di Rimini

Luoghi citati: Nusco, Rimini