Il coraggio di Yehoshua di Abraham YehoshuaClaudio Gorlier

Il coraggio di Yehoshua Il coraggio di Yehoshua Uno degli «eventi» della Settimana letteraria «Giovani Parole- è l'incontro, organizzato dalla casa editrice Einaudi e dal Centro studi Holden. con lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua (nella foto), che si tiene venerdì 24 settembre alle ore 21 al Piccolo Regio «Puccini» (piazza Castello 215). Nel corso della serata Ernesto Franco e Alessandro Baricco converseranno con l'autore e leggeranno brani dei suoi libri. L'ingresso è gratuito. ABRAHAM B. Yehoshua, nato a Gerusalemme nel 1936, non è soltanto il piìi grande scrittore israeliano, ma uno dei maggiori a livello mondiale. Maestro di una lingua ancestrale, l'ebraico, che in tempi moderni ò stata letteralmente reinventata e rimessa in circolo, Yehoshua ha saputo conferire un respiro universale a vicende e personaggi radicati in un mondo soltanto in apparenza delimitato e compatto, ma percorso e spesso lacerato da dilemmi, contraddizioni, inquietudini profonde. Significativamente, Abraham Yehoshua muove nei suoi libri su un arco di tempo di singolare respiro. «Viaggio alla fine del millennio», ad esempio, ci riporta al 999, quando inizia il millennio che ora sta per chiudersi, e ci offre anche spazialmente una visione quasi vertiginosa, giacché la storia del protagonista, un ricco mercante ebreo, muove da Tangeri a Parigi. Ma lo scontro che esplode tra due facce dell'ebraismo prefigura, non meno della saga di sette generazioni che sostanzia un altro romanzo, «11 signor Mani», i dubbi, i contrasti, i sogni quasi utopistici, che caratterizzano la società israeliana di oggi, tutt'altro che omogenea e monolitica. Sono, in definitiva, gli individui a incarnare queste sofferte antinomie, che si riflettono nel loro privato. E' il caso di «Cinque stagioni», con l'angoscia e il senso di perdita, ma anche di colpa, che attanagliano il protagonista dopo la perdita della moglie amatissima; all'opposto, di «Un divorzio tardivo», ove il viag¬ gio, che si trasforma in autentico, doloroso pellegrinaggio, di un uomo che ha lasciato Israele per l'America e ritorna per divorziare dalla moglie, adombra una crisi esistenziale che in effetti rappresenta una crisi di identità quasi collettiva. Ecco ancora un balzo spaziale in «Ritorno dall'India»: è proprio in un'India misteriosa e segreta, dove il protagonista si reca, lui medico, quasi professionalmente, che egli potrà scandagliare se stesso, comprendere se e gli altri, dipanare il labirinto della propria storia. In questi romanzi, e citiamo ancora «L'amante», oltre che nei racconti che Einaudi (l'editore italiano di Yehoshua) pubblicherà in autunno, scarti cronologici, sogno e realtà si intrecciano, con una prosa concreta e ipnotica, tormentosa e ironica, sapiente distacco che nulla concede alla caduta sentimentale o allo scioglimento consolante, alla speranza illusoria, ma rivendica la necessità di affrontare rischi ed enigmi che ci riguardano tutti. L'uomo pubblico Yehoshua, con lo spirito critico mai compromissorio dello sue prese di posizione, lo ribadisce. Claudio Gorlier

Luoghi citati: America, Gerusalemme, India, Israele, Parigi, Tangeri