La seconda settimana letteraria di Lidia Ravera
La seconda settimana letteraria La seconda settimana letteraria SI comincia il 24 settembre al Piccolo Regio con Yehosua e Baricco, si chiude il 30 a Porta Palazzo con Lidia Ravera e Maurizio Maggiani, passando per i concerti serali, le tombolate letterarie, le cene, le passeggiate. Sette giorni in giro per la città, leggendo opere di autori più o meno famosi; sette giorni sotto la bibliotenda, come se la città fosse un deserto e senza le parole non si potesse dare linfa vitale al circondario; sette giorni a chiacchierare di libri come a Mantova, a Asti, a Venezia. Come a Torino, soprattutto: scegliendo la strada di visitare i luoghi che abitualmente non sono spazi «giusti» per la cultura, cercando di rispondere in piccolissima parte al dibattito serio, difficile, anche sconcertante, aperto da Marco Revelli con il suo nuovo, splendido libro, «Fuori luogo», pubblicato in questi giorni da Bollati Boringhieri, in cui si racconta la storia del campo nomadi dell'Arrivore. Programmata con le solite ansie estive, la seconda edizione della «Settimana Letteraria Torinese» presenta alcune grandi novità: mette a fuoco il concetto di «torinese», ma nel contempo di festosità. E ammette al suo interno anche la riflessione sociale e politica. Non male, per l'Osservatorio Letterario Giovanile che la promuove: il team messo insieme da Graziella Ruggero risponde a tre nomi illustri e appartati, Giovanni Tesio, Vincenzo Jacomuzzi e Vittorio Marchis, uno studioso e due professori tutti e tre arguti e divertiti, lettori che parlano a lettori senza alcuna sussiegosità. Alla proposta dell'Amministrazione di discutere di letteratura in quei luoghi che stanno cercando di trasformarsi da «periferie» a «nuove centralità» (per i non addetti ai lavori ciò significa: da luoghi distratti, strappati alla vitalità della città a nuovi centri pieni di linfa e di motivazioni esistenziali), il comitato di saggi ha risposto con un forte si scegliendo di dare nomi alle cose. Così si è trasformata Piazza Palazzo di Città in Atlantide, città della memoria, centro e luogo di partenza per il viaggio degli esploratori urbani; Corso Grosseto in Bisanzio, la città delle donne dove Elisabetta Rasy, Barbara Lanati e molte altre colleghe potranno dire la loro sulla superiorità delle donne nell'uso della città. San Salvario è diventata Utopia, la città dei contrari (che danno vita ad unità, non a contrasti) dove Massimo Novelli e Tiziano Scarpa parleranno di carne, di sangue e di bevute (accompagnati dal fantasma di Bukowski); Via Artom - Metropolis, la città delle macchine, dove apparirà un personaggio carismatico come Giuseppe O. Longo, matematico, narratore, felice divulgatore. Al suo fianco, Piero Bianucci e Pasquale Panella (l'autore di testi dell'ultimo Battisti) che legge testi di Raymond Carver. A Campidoglio - Borgo Vecchio - Olimpia ci sarà la città dei giochi, dove Giampaolo Ormezzano e Maurizio Crosetti racconteranno viaggi all'inseguimento di ciclisti e ai svolte pallonare. Via Arquata diventa Delfi, la città dei misteri, dove si farà scoprire all'appassionato non solo nuovi gialli, ma uno degli scorci più belli della città, una specie di parco romano-berlinese sottratto per decenni al passaggio del pubblico, solo perché all'incrocio di due ferrovie. Porta Palazzo sarà trasformata in Urania, città dei futuri; lì la settimana si chiuderà integrandosi con il nuovo mercatino serale del Balon, denominato Giradora (che si tiene proprio ogni giovedì sera, fino a fine novembre) e con il primo Buskers Festival, dove teatranti di strada accompagnano cittadini e turisti a scoprire un borgo che fra cinque anni - un futuro prossimo - non riconosceremo più non se saremo in grado di andare avanti, ma di tornare indietro, aprendo canali sotterranei, ricostruendo case, rifacendo le facciate dei palazzi, aprendo nuovi negozi, come prevede il progetto di riqualificazione urbana «The Gate». Un futuro da riscrivere, e poi da leggere con curiosità. Paolo Verri La seconda settimana letteraria
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