Viva i vecchi Nomadi abbasso gli Eurythmics

Viva i vecchi Nomadi abbasso gli Eurythmics Viva i vecchi Nomadi abbasso gli Eurythmics G za on si dischi ns o mano rtafoglio LI Eurytlimics - ovvero la famigerata coppia Annie Lennox-Dave Stewart - son tornati insieme dopo dieci anni (e ne sentivamo una maledetta mancanza) per «sostenere la causa di Greenpeace e Amnesty International» con un tour e un disco. Ma, riferiscono le cronache, il pubblico non ha abboccato, e al concerto d'esordio gli spettatori erano meno di quanti si augurassero gli organizzatori. Questa rubrica ne gode, nutrendo la più sincera avversione per la beneficenza rockenrolle. Le star del rockenrolle, cui non dovrebbero mancare gli spiccioli, potrebbero infatti compiere prodigi umanitari semplicemente mettendo mano al borsellino, senza imporre ai fans l'acquisto di un disco o del biglietto di uno show. Ciò detto, c'è un fenomeno nel piccolo mondo del pop italiano che riesce a stupirci: i Nomadi. La band che fu di Augusto Daolio, dopo oltre trent'anni di attività, è più viva che mai e conta su una capillare rete di fans club che non esitiamo a includere fra i più vistosi casi di volontariato laico in Italia. Come è ben documentato nel libretto che accompagna il recentissimo ed antologico dei Nomadi («Sos - Con rabbia e con amore»), il gruppo emiliano ha, nel corso degli anni, sposato le cause più vane, dall'adozione a distanza dei bambini palestinesi alla solidarietà con gli indiani Lakota, dal sostegno all'istruzione elementare a Cuba alla difesa dei diritti dei profughi tibetani e kosovari. Un impegno che non si limita a estemporanei proclami, o alla raccolta di fondi con i tradizionali metodi del concerto o del disco ad hoc: ogni fans club nomade ha infatti il dovere di aderire ad una delle «buone cause» indicate dalla band; oppure di sostenerne altre, magari di rilevrnza locale: per esempio, la raccolta di fondi per un bambino bisognoso di particolari cure mediche. Aver coinvolto il proprio pubblico in attività che vanno al di là della celebrazione divistica, certamente garantisce ai Nomadi uno «zoccolo duro» che gli permette di lavorare senza adeguarsi ai tradizionali meccanismi del mercato (i passaggi tivù, le promozioni radiofoniche, le comparsale sanremesi). E dunque ha un «valore economico» che sarebbe sciocco negare. Ma ha pure creato un circolo virtuoso: migliaia di persone si riuniscono non per scambiarsi dischi e foto di un cantante, ma per dare un contributo tangibile - per quanto piccolo - al miglioramento della società. Senza per questo pretendere titoloni sui giornali, come invece accade ogni qualvolta un Celebre Divo decide di rinfrescarsi la popolarità sfruttando le altrui disgrazie. g.ferraris@tin.it La beneficenza rocchettara non si fa con tour o dischi pagati dai fans ma mettendo mano al proprio portafoglio k 1 Gabi ic-le Ferraris

Persone citate: Annie Lennox, Augusto Daolio, Dave Stewart, Ferraris

Luoghi citati: Cuba, Italia