Il sogno fa scalo a Las Vegas
Il sogno fa scalo a Las Vegas videoclub Il sogno fa scalo a Las Vegas M ESCALINA, Lsd, benzedrine di diversi tipi, erba, laudano, cocaina, molta birra: c'è tutto nel portabagagli dei protagonisti di cPaura e delirio a Las Vegas» (ma il titolo originale dice «Paura e disgusto») di Terry Gilliam, due amici giovani che su una scintillante auto rossa partono da Los Angeles alla ricerca del Sogno Americano nell'ultimo posto dove sia possibile trovarlo, Las Vegas. Johnny Depp è un giornalista calvo incaricalo da un periodico sportivo di seguire una corsa di moto che si svolge nel deserto: porta grandi occhiali giallastri trasparenti, camicie tropicali, calzoni corti, un brutto cappelluccio di piquet. Benicio Del Toro è un avvocato obeso, feroce e sessuomane, detto Dottor Gonzo. E' il 1971, «anno orribile, anno sfavorevole»: Richard Nixon è presidente degli Stati Uniti, gli americani sono nel Vietnam, l'idealismo lascia posto al cinismo, vengono smentite e sepolte illusioni o speranze degli Anni Sessanta e i due viaggiatori, reduci dall'utopia, sono perennemente drogati. Usando il romanzo capitale di Hunter S. Thompson pubblicato in Italia da Bompiani, «Paura e delirio a Las Vegas» vede il 1971 come un tempo disperato che condensa il sentimento della perdita, del fallimento, della deriva; e al centro dell'epoca mette quelle droghe che allora rappresentarono il bisogno di ampliare l'esperienza o di sfuggire alla realtà e che adesso, come per esorcismo, neppure vengono più nominate dai media o al massimo vengono citate come corpi di reato, oggetti di criminalità. I due viaggiatori del film, allucinati, fatti, strafatti e sballati, sono immersi in una deso¬ lazione catatonica, sono sicuri che «comportarsi da animali libera dal dolore di essere uomini», sono certi che la follia sia il solo modo di difendersi in un mondo demente. Anziché dedicarsi al «giornalismo paraculo» si chiudono nella stanza d'albergo subito allagata e mutata in una fetida palude su cui galleggiano gli sterminati conti d'un room service mai pagato. Decadenza e luridume, risate irrefrenabili e brutti scherzi, insensatezza ed esagerazioni, ore nauseanti, orrore e ilarità. Il grandissimo talento visionario di Terry Gilliam, 58 anni, l'americano dei Monty Python ora rifugiatosi in Toscana, il magnifico regista ambiguo e sardonico di «Brazil»,«La leggenda del re pescatore», «L'esercito delle 12 scimmie», sa restituire una visione del mondo attraverso l'alterazione chimica e umoristica del trip: oppure attraverso la dilatazione e lo squilibrio dell'assenza di futuro. L'inizio degli Anni Settanta raccontato da Terry Gilliam: un tempo disperato che condensa il sentimento della perdita, del fallimento, della deriva Lietta Tornabuoni Terry Gilliam PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS Usa, 1998. Cocchi Cori Home Video. A noleggio TRAGICOMMEDIA Una scena del film «Paura e delirio a Las Vegas»: storia di due viaggiatori allucinati, fatti, strafatti, e sballati
Persone citate: Brazil, Dottor Gonzo, Hunter S. Thompson, Johnny Depp, Lietta Tornabuoni, Richard Nixon, Terry Gilliam
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