Nelle pieghe della realtà con gli occhi di Chardin di Fiorella Minervino

Nelle pieghe della realtà con gli occhi di Chardin NEL MONDO Nelle pieghe della realtà con gli occhi di Chardin Fiorella Minervino LA fanciulla ha il nasino all'insù, guance rosate nella carnagione eburnea così come la scollatura generosa, occhi imbambolati nel vuoto, riccioli ribelli alla cuffietta di trine e dai disegni floreali (gli stessi dipinti nelle superbe nature morte per ornare vasi, brocche, tazze), un nastrino di seta intomo al collo, orecchini d'oro. In una mano regge la racchetta, nell'altra il volano, pronta per il gioco, deliziosa e fuori dal tempo, non fosse per l'abito «scultoreo» per fonile e pieghe monumentali della gonna che accreditano al XVIII secolo la tenera figurina fissata sopra il fondo ora scuro, ora più chiaro. La Bimba con volano è la protagonista (ovunque compare la sua immagine) di questo superbo omaggio che celebra i trecento anni dalla nascita di Jean-Siméon Chardin con 99 opere e uno sforzo poderoso: diverse versioni di un medesùno dipinto vengono per la prima volta accostate, rasi da scoprirne le differenze. Ciò che per Chardin significa ricerca di verità, precisione, esplorazione dello spazio, degli oggetti e dei loro rapporti reciproci, accentuando le modifiche che la luce operava su di essi. Lo spazio man mano si animava, si articolava, si scandiva in sottili tavole di marmo, in ripiani di tavoli obliqui con pendenza a sinistra, o nelle pieghe duna tovaglia dove il coltello in primo piano, caro agli amati predecessori olandesi, dilatava la profondità; quando il medesimo spazio non tendeva a dissolversi in superfici uniformi, illuminate da barbagli. Eloquenti le due versioni di Le bolle di sapone, l'una del Metropolitan, l'altra del Los Angeles County Museum. Stesso uomo, un servitore, ripiegato in avanti sopra un tavolo, per soffiare la bolla di sapone, stesso bimbo cimoso che sopravanza con la testa e la singolare cuffia. Nella seconda versione la luce illumina il volto dell'uomo, e il bimbo affiora appena dall'ombra, a sinistra compare il va¬ so con ramo e un muro che aumenta la profondità. Nel dipinto di New York, il viso del servitore appare un poco più in ombra, mentre dalla penombra fuoriesce il bambino, e ima pianta sale dal vaso al posto del muro, la bolla di sapone è un po' più grande e azzurra, il piano del tavolo assai più rialzato. Pare tutto lievemente sommesso, misterioso, quasi Chardin qui alludesse alla fragilità delle cose umane. Che dire degli incredibili Paesaggi di oggetti, come la minuscola piramide di fragole, o le prugne, mele, pesche, la selvaggina (abbandonò la carne perché durava poco), pesci che intrecciano conversazioni colorate e svelano la maestria nel creare il riflesso? Ecco, poi, il Buffet, la Razza, Donna che nasconde una lettoni, la Tabagie e tre versioni della Pourvoyeuse: le ultime nature morte, dove gli ogget t i si riducono nel numero e talora nella forma, per una pittura meno smaltata, più intensa, ora sfatta ora esaltata negli ovali. La Bimba con volano è accanto al pendant // ragazzo con il tonton seguito da Giovane disegnatore e dal Castello di carte e altri ritratti dove incanto, grazia, introspezione si fondono alla perfezione. Bambine con il volano, garzoni di bottega e nature morte: novantanove capolavori celebrano a Parigi un genio del Settecento «Garzone dell'osteria» (particolare) di Chardin

Persone citate: Chardin, Razza

Luoghi citati: Los Angeles, New York, Parigi