Granita al limone tra i profumi di Linosa di Ferdinando Albertazzi

Granita al limone tra i profumi di Linosa ROCCE VULCANICHE, SPIAGGE NERE, CAPPERI E FICHI D'INDIA Granita al limone tra i profumi di Linosa WEEKEND Ferdinando Albertazzi u N ciuffo di facciate bianche, rosa e gialle incorniciate dal verde-acqua dei fichidindia e dal verde macchiettato dei capperi. Linosa appare cosi alle prime luci dell'alba, dopo sei ore di fuligginoso traghetto Siremar (partenza da Porto Empedocle, Agrigento, verso mezzanotte). Su quelle rocce vulcaniche, con un paio di spiagge di sabbia nera su cui vanno a deporre le uova le tartarughe Caretta Caretta, il 25 aprile 1845 misero piede 30 pionieri di Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie. L'Ariosto vi aveva già ambientato (sec. XVI) scene di guerra fra cristiani e saraceni descritte nell'«Orlando furioso». E prima ancora, all'epoca delle guerre puniche, i Romani ne avevano fatto una base per le spedizioni contro Cartagine (sui fondali, a poche bracciate dalla riva, capita ancora di trovare cocci di anfore). Allora quei 5,4 kmq erano Aethusa, Isola delle Aquile (dal greco aetòs: aquila, appunto), «battezzati» dal geografo egiziano Tolomeo Claudio ( 160 d.C). Vennero poi chiamati Lenusa (isola lene, soave), dal Fazello, nel sedicesimo secolo. Diametro di 3,5 e perimetro di 11 km, emersi per successive eruzioni, nel corso dei millenni, di un vulcano sottomarino, Linosa esibisce Monte Rosso, Monte Nero e Monte Vulcano (196 m, la vetta dell'isola), con la Fossa del Cappellano dalla ragguardevole circonferenza di 600 m. Lungo le stradine in cui sfrecciano motorette (è vietato sbarcare auto) spesso trasformate in scooter-bus (massi, abbiamo visto addirittura 5 persone, su una Vespa!), la si può percorrere agevolmente in un paio d'ore, a piedi. Vincenzo La Russa, lo «sceriffo» dell'isola, ci addita l'arabescata geometria dei Faraglioni, il cerchio di rocce che delimita la Piscina naturale, la variegata macchia mediterranea in cui è immersa la Campagna, gli ormai rari (in Sicilia) gigli maritti¬ mi e l'erba cristallina, dalle cui foglie si ricava la soda. Lo fa con frasi leggere e occhi indagatori, in cui sono accatastate generazioni di sogni. Diventati tra l'altro la tabaccheria-riferimento, nel cuore del paesino, dove la figlia Maria Rosa, sguardi lenti e cuore di gabbiano, non lesina suggerimenti e indicazioni per vivere al meglio l'isola. E intanto offre capperi e lenticchie, di coltivazione familiare. Girato l'angolo ecco il Bar del Centro, con le ghiotte granite di limone preparate da Paolo Tuccio (il cognome più diffuso: lo porta un buon terzo dei 450 linosani). Nel dehors, la sera, sfoggia una fiammante Lucchini suo fratello Gabriele, quattordicenne fisarmonicista talentuoso ed elemento di spicco del gruppo Folklore del Mare, che «esporta» musica popolare in Sicilia e nell'Italia centrale. Alcune «chicche» di Linosa sono raggiungibili soltanto via mare. I Fili, alte rocce rossonere di particolare seduzione, le grotte del Cuccareddu e del Greco dove trascorrono la notte le berte che durante il giorno volano lungo le coste, la Punta Calcarella e la Secchitella, una «piattaforma» quasi a pelo d'acqua, a poche deeme di metri dalla costa. Emozionanti, durante il giro sulla barca di Giovanni, lo statuario «bronzo di Linosa», le immersioni con la maschera: è davvero inconsueta la varietà e la quantità di pesci che popolano il sottocosta. In particolare le tante cernie, studiate da Ernesto Azzurro e dal suo gruppo di ricerca Icrani di Roma, che ha per esempio verificato come la femmina più grande lo sostituisca diventando maschio, quando da un branco si toglie il big-maschio. Ma adesso «basta esplorare, siamo al tramonto» per dirla con Marco Marchetti, un naturalista che nel primo dopoguerra ha dedicato a Linosa pagine appassionate. E' tempo di salire da Anna per una zuppa di lenticchie, una pasta alle sarde o all'ortomarc e una ricciola alla griglia al profumo di Linosa, da non perdere.

Persone citate: Ariosto, Ernesto Azzurro, Lucchini, Marco Marchetti, Maria Rosa, Paolo Tuccio, Tolomeo Claudio, Vincenzo La Russa

Luoghi citati: Agrigento, Bar Del Centro, Italia, Porto Empedocle, Roma, Sicilia