L'ape nostrana vinta la lobby del miele

L'ape nostrana vinta la lobby del miele L'ape nostrana vinta la lobby del miele L'Europa contro i produttori di qualità: vietate le etichette che indicano il fiore di nutrimento, favorite le mediocri arnie asiatiche Carlo Petrini ORMAI non esistono più dubbi: i legislatori europei in materia agricola sono assediati, coccolati e influenzati dalle potenti lobby dell'industria e delle multinazionali. Con regolari cadenze da due anni a questa parte L'Europa legifera nel campo agroalimentare contro gli interessi dei consumatori e dei piccoli produttori agricoli a favore della grande industria. La totale deregulation sul fronte produttivo ha consentito la produzione di pasta senza l'obbligo della farina di grano duro, la denominazione di cioccolato ad un prodotto senza burro di cacao ma con grassi vegetali; tutto questo in favore di produzioni non qualificate e danneggiando i prodotti di qualità. L'ultima direttiva europea colpisce la buona produzione di miele, obbligando ad esibire etichette assolutamente anonime. Non sarà consentito indicare sull'etichetta la data di scadenza, la provenienza del prodotto e il tipo di fiore dal quale le api si sono approvvigionate. Lo scrupolo nel produrre questi mieli rnonoflora è il frutto di una professionalità che migliaia di apicoltori italiani hanno raggiunto garantendo un miele di altissimo livello. Questo lavoro non conta niente per i burocrati di Bruxelles; aprendo all'anonimato di queste etichette favoriscono l'ingresso sul mercato di grandi quantità di miele asiatico di bassa qualità. Nel momento in cui i consumatori chiedono maggior informazione sulla provenienza e sulle caratteristiche del prodotto si vara una normativa che elimina ogni differenza e presenta il miele come un prodotto indifferenziato. Ma cosa fanno le associazioni dei produttori? In genere intervengono quando la frittata è già fatta, sono costrette a lavorare sulla difensiva e sono impotenti sul fronte legislativo. Viceversa attorno ai palazzi del potere europeo, bivaccano in permanenza faccendieri, uffici di rappresentanza, notabili, public relationmen, insomma un Grand Guignol di mangiapane a tradimento che passano il loro tempo per influenzare le scelte produttive della comunità. Non vi sembri, cari lettori, una chiave di interpretazione estremista o antieuropea; queste convinzioni incominciano a circolare non solo nel mondo agricolo, ma anche tra lo associazioni dei consumatori. O si allenta questa asfittica pressione delle lobby o, altrimenti, occorre organizzarci per difendere gli interessi delle popolazioni agricole. Queste continue vessazioni contro le piccole produzioni artigianali sono il segno che la Comunità non è al di sopra delle parti. Se penso alla funzione insostituibile di decine di migliaia di apicoltori che spostando regolarmente le arnie, favoriscono l'impollinazione di piante da frutta, facendo un servizio prezioso all'agricoltura, provo profonda amarezza per il danno che la nuova normativa recherà al loro lavoro. C'è da sperare in una nuova alleanza tra produttori e consumatori prima di assistere da impotenti all'ennesima malefatta.

Persone citate: Carlo Petrini

Luoghi citati: Bruxelles, Europa