Eni, Ruggiero ha scelto le dimissioni di Roberto Ippolito

Eni, Ruggiero ha scelto le dimissioni Il presidente non ha accolto l'invito di D'Alema che gli chiedeva una soluzione concordata Eni, Ruggiero ha scelto le dimissioni «Nulla di personale con l'amministratore delegato» Roberto Ippolito HOMA L'offensiva diplomatica non ha persuaso l'Ambasciatore. A nulla sono serviti i tentativi effettuati dal governo per convincere Renato Ruggiero a restare alla presidenza dell'Eni. Lui non ha accettato di rimanere al suo posto senza i poteri chiesti per assolvere al compito di curare gli affari internazionali. Si è infatti dimesso, dopo appena 117 giorni dalla nomina, non accogliendo l'invito del presidente del Consiglio Massimo D'Alema a trovare una soluzione concordata con l'amministratore delegato Vittorio Mincato sulla distribuzione delle responsabilità al vertice. La prossima seduta del consiglio di amministrazione, convocata per il 5 ottobre, sarà presieduta da Umlierto Colombo, membro anziano ed ex presidente dell'Enea. Colombo ha alle spalle anche una breve parentesi di presidente dell'Eni, a cavallo tra il 1982 e l'B3, e la poltrona adesso vacante potrebbe essere assegnata a lui. Ma la presidenza del Consiglio si riserva di valutare la vicenda e quindi anche la disponibilità di Mincato a favorire la ricomposizione che non c'è stata. In altre parole, anche la sua posiziono è sotto osservazione. Ruggiero, una lunga carriera da ambasciatore in posizioni di spicco, ex ministro del Commercio estero e direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio, si è sentito paralizzato. Ha ricevuto dal governo il compilo di negoziare le alleanze e le operazioni strategiche dell'Eni all'estero, ma lamentava di non avere le deleghe per condurle in porto. Deleghe affidate invece u Mincato al quale il consiglio di amministrazione mercoledì 22 ha confermato il molo di capo-azienda. Ruggiero ha posto il problema dei poteri da tempo. Poi ha sollecitato unu soluzione nelle ultime settimane. Ouindi ha congelato la lettera di dimissioni. Infinti ha deciso: ha scritto a Mincutoe al presidente del consiglio sindacale dell'Eni, che è il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, comunicandogli la rinuncia al mandato di presidente e di consigliere di amministrazione. Confermando l'assegnuzione di tutti i potori di gestione a Mincato o In sola competenza per l'individuazione e la promozione degli accordi internazionali a Ruggiero, il consiglio di amministrazione non ha tenuto conto della questione sollevata dal presidente. E il consiglio esprime la volontà del ministero del Tesoro, azionista di maggioranza con il 36%: la soluzione scaturita nella seduta del 22 settembre ò stata approvata anche da Mario Draghi, il direttore generale del Tesoro che siede nel cda. Nei giorni successivi sostanzialmente non è cambiato nulla nonostante la sollecitazione di D'Alema a risolvere il caso. Probabilmente era possibile percorrere una sola strada per soddisfare l'esigenza posta da Ruggiero: modificare lo statuto dell'Eni che attribuisce al presidente, oltre ai poteri di rappresentanza previsti dal codice civile, solo la promozione e l'individuazione degli accordi internazionali. Ma non è stata convocata l'assemblea per modificare lo statuto e quindi Ruggiero ha tratto le conseguenze, ritenendo ingiustificata la sua permanenza al vertice del gruppo del cane a sei zampe senza poteri operativi. Che il presidente, pur essendo stato scelto per guidare il cammino dell'Eni oltre confine, non potesse incidere effettivamente sull'attività era ormai evidente. Con un ordine di servizio pubblicato ad agosto, Mincato ha portato la divisione esteri nell'orbita dell'Agip, marchio di spicco dell'Eni, trasferendo il responsabile a New York. Mincato ha esercitato le sue prerogative, ma in pratica Ruggiero non disponeva di un ufficio alle sue dipendenze. Il problema della loro coesistenza non ò stato superato anche se il rapporto personale tra il presidente e l'amministratore delegato non risulterebbe intaccato. Tanto che alle 13 in punto di ieri, dopo che Ruggiero si è congedato dai collaboratori e dai dirigenti, a salutarlo alla pensilina del grattacielo dell'Eur c'era proprio Mincato. E il presidente ha colto l'occasione per ripetere quanto detto più volte questi giorni: «Vittorio, tu sai che la questione non era personale». E Mincato ha risposto: «Ne sono convinto». Con una calorosa stretta si è chiusa la vicenda. Vicenda che attira sul governo molti commenti critici. «Un grave errore del governo che ricadrà purtroppo su tutto il Paese» dice il comunista Nerio Nesi, presidente della commissione Attività produttive della Camera. Nesi ritiene che non ci sia stata chiarezza sulle competenze al momento della nomina. Per Walter Cerfeda, segretario confederale Cgil, c'è un «mdefxilimento di credibilità e di qualità» dell'Eni. Per l'opposizione il senatore forzista Luigi Grillo chiede «piena luce su quanto sta accadendo». Aperto il toto-nomine Palazzo Chigi valuta anche l'atteggiamento di tutti i protagonisti dello scontro al vertice Il 5 ottobre Cda presieduto da Umberto Colombo CIFRPRINCECON(milia(111 DL'EFFETMODISVALUIMMOIMMATRISPETLIRE CIFRE A SEI ZAMPE PRINCIPALI DATI ECONOMICO-FINANZIARI (miliardi di lire) (111 DATI 1996 COMPRENDONO L'EFFETTO NEGATIVO DELLA MODIFICA DEL CRITERIO DI SVALUTAZIONE DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI (SFAS 121) PARI, RISPETTIVAMENTE, A 801 MILIARDI LIRE E A 382 MILIARDI DI LIRE. Renato Ruggiero ha lasciato la guida dell'Eni dopo pochi mesi 0 1994 | 1995 | ^1996 1997 | 1998 | RICAVI 49.839 | 50.089 57.681 j 60.718 54.875 | UTILE OPERATIVO | 7.433 | 10.393 | 9.604 | 10.347 | 7.377 | UTILE NETTO(l) 3.313 | 4.337 J 4.451 | 5.118 | 4.507 | INVESTIMENTI | 6.833 1 7.135 1 7.343 8.073 1 9.975 1 PATRIMONIO NETTO E INTERESSI Dl TERZI „ , AZIONlSTI >v 31.1801 34.744 37.047 3 31.453 ' 33.671 INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO 37.337 30.890 18.509 15.587 13.690 CAPITALEINVESTITO NETTO | 40.407 1 45.634 | 45.556 | 47.03^ | 47.361 OCCUPATI | 91.544 1 86.433 | 83.434 j 80.178 | 78.906

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