ASPETTA E V0TA ITALIANO ALL'ESTERO di Boris Biancheri

ASPETTA E V0TA ITALIANO ALL'ESTERO APPROVATA LA LEGGE ASPETTA E V0TA ITALIANO ALL'ESTERO Boris Biancheri UNA questione come quella del voto degli italiani all'estero, su cui forze politiche, esperti e insigni editorialisti si sono azzuffati per quarantacinque anni, ha fatto ieri un passo avanti, importante anche se non decisivo perche ne restano ancora altri da compiere. Ma lo ha fatto ■ e qui sta la sorpresa - con un voto quasi unanime del Senato. Dopo tante baltaglie, destra e sinistra si sono dette d'accordo nell'islituire una circoscrizione elettorale «estera». Il problema era di riconoscere u quasi quattro milioni di italiani all'estero un diritto, quello del voto, elle tutti i Paesi civili riconoscono ai loro cittadini. Ma si trattava anche di far si che volando nei collegi italiani di antica residenza, questa massa di nuovi voti (che si pensa siano prevalentemente di tendenza moderata) non diventino decisivi in moltissime situazioni elettorali marginali con un effetto perfino superiore alla loro effettiva consistenza. Si è cosi inventata una circoscrizione mondiale, che va dall'Europa all'Australasia, un monstrum logico, giuridico e politico ma che ha il merito di mantenere l'incognita dei voti all'estero nella sua limitata dimensione: si pensa a 16 deputati e 8 senatori. In realta vi sono due collettività all'estero. Una è quella storica, affettivamente legata all'Italia ma lontana dalla sua vita politica e dai suoi problemi di oggi. L'altra è quella di lavoratori, operatori, imprenditori, ricercatori di più recente emigrazione, che vivono all'estero ma che probabilmente torneranno in Italia e che vi conservano interessi e contatti. Poiché il regolamento elettorale è ancora da fare, si potrebbe immaginare che voti all'estero per la circoscrizione mondiale chi lo desidera e chi si iscrive in apposito registro. Lo faranno coloro che si sentono pane di una Italia speciale che ha all'estero residenza definitiva e la sfera principale dei suoi interessi. Gli altri votino nei collegi italiani o tornando in Italia a votare o votando per corrispondenza. Vi sono poi dei negoziati da fare con quei Paesi (e non sono pochi) che non ammettono la propaganda elettorale di un Paese straniero o considererebbero il volo per un Parlamento estero preclusivo della doppia cittadinanza. Come si vede i problemi non mancano: l'unanimità di ieri si spiega forse con il fatto che, se il principio e ormai fissato, i dettagli sono ancora da definire. E il diavolo, si sa, sta quasi sempre nei dettagli.

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