Bierhoff sveglia il Milan di Roberto Beccantini

Bierhoff sveglia il Milan Champions League: i rossoneri soffrono contro l'Hertha Berlino, in vantaggio con un gol dell'iraniano Daei Bierhoff sveglia il Milan // tedesco firma la rimonta in extremis Roberto Beccantini MILANO Era l'occasione buona per isolarsi al vertice del gruppo. Come non detto. Il Milan soffre i reticolati dell'Hertha. Lo salva Oliver Bierhoff, alla prima ufficiale contro i suoi «fratelli». In vantaggio, erano andati i tedeschi. Ali Daei è un iraniano che di calcio ne mastica parecchio: due gol al Chelsea, uno al Milan. La trovata di Serginho in aggiunta al tridente non paga. E' un Milan che arranca, macchinoso nel cambiare fronte, statico, troppi cross, troppe pause. Da salvare, l'impeto di Gattuso, il secondo tempo di Shevchenko, l'avanti Savoia del generoso finale. Non molto, per la verità. Fantasia, zero. Il Chelsea ha regolato il Galatasaray: farsi largo in Champions League diventa sempre più complicato. Dalle fragili palafitte del Bologna al muro di Berlino, la tentazione del paragone è irresistibile. La partita,,la fa il Milan: non però con la velocità che le esigenze suggerirebbero. All'ultimo momento, Zaccheroni affianca Serginho alle tre punte, forse perchè l'Hertha ha perso per strada i titolari del bunker Rehmer, Sverrisson, Rekdal -, nonché altri pezzi grossi, Kostantinidis, Hartmann, Tretschok. Per snidare le fanterie tedesche ci vorrebbero più creatività nei tocchi, più pressing e più movimento senza palla, tutte cose che il giocare ogni tre giorni non agevola. Davanti a Helmer, libero staccato, Schmidt si occupa di Shevchenko, Herzog cura Bierhoff e Van Burik si dedica a Leonardo. A centro campo, Deisler (classe 1980) tiene d'occhio Serginho e Michalke si oopone a Helveg, mentre Wosz e bardai attendono al varco Gattuso e Albertini. Se poco rischia, il Milan, poco produce. Se Daei e Preetz non ricevono rifornimenti adeguati, non è che Shevchenko, Bierhoff e Leonardo ne favoriscano molti di più, impalati come sono. La manovra è lenta, laboriosa. Da un paio di iniziative di Serginho e Maldini, la squadra non ricava che un coreografico polverone. Le rare volte che riesce a distendersi in agilità, il Milan si procu¬ ra sempre stimolanti brecce: prova ne sia, al 23', una trama Shevchenko-Albert ini-Shevchenko sventata, di piede, dal portiere. E cosi, il primo tempo non dispensa che due, autentici, brividi, uno per parte, entrambi su punizione: l'incornata di Helmer, su parabola di Wosz, neutralizzata in bello stile da Abbiati, e il sinistro a giro di Leonardo, che Kiraly, splendido, toglie dall'incrocio dei pali. Alla ripresa, l'arbitro ammonisce Leonardo per simulazione: gliel'aveva giurata, yeissiere è colui che, nelcorso di Inter-Manchester United, aveva pizzicato un tuffo birichino di Ze Elias, e graziato Schmeichel (su Zamorano). Il Milan palesa un atteggiamento più aggressivo. Bierhoff si avventa su un retro-passaggio di Helmer, costringendo Kiraly, bragoni gitani, a spazzare in angolo. Tocca a Guly: fuori l'im¬ pacciato Helveg. Esagera, il direttore di gara, quando Herzog aggancia l'indomito Gattuso: avanti, avanti. Costacurta gli ringhia sotto il muso e si becca un giallo per proteste. L'arena s'infiamma. In Europa, si sa,-usano altri metri. Le lezioni bavaresi di Tra patroni hanno lasciato tracce e moltiplicato i discepoli. Sembra alle corde, l'Hertha, e il Milan abbocca. E' un errore che paga caro, al 24': lancio lungo, Ayala e Costacurta si ostacolano, Ali Daei parte in quarta, resiste all'annaspante accorrere di Guly e, di sinistro, infila Abbiati. La reazione, questa volta, è ardente e lucida quanto basta. Palla a terra, e non più a casaccio; galoppo, e non più trotto: da Shevchenko, cresciuto in coraggio e nel movimento, a Bierhoff, pareggio nel giro di quattro minuti. Veissiere, troppo fiscale, ammonisce Ambrosini per «invasione» di campo: si era paracadutato fra le braccia dell'ucraino. Giunti avvicenda un Albertini opaco e ornamentale. Dopo aver regalato metà partita agli avversari, il Milan ci prova in tutti i modi. Più con furore, per la verità, che con raziocinio. Segna Leonardo: fuorigioco. Costacurta, in acrobazia, evita la beffa. Uno a uno. Brutta partita. E all'orizzonte si agita un'altra capolista, la Lazio all'Olimpico. Manovra macchinosa e senza idee nonostante il tridente rinforzato da Serginho. Nel finale annullata a Leonardo la rete del successo (3-4-3J Bj 11-3-4-21 J ABBIA1I 6 KIRALY 7 COSTACURTA 5 HEU'ER 6 AYALA 6 SthMiOl 6 MALDINI 6 HER20G 6 HELVEG 5 VASBl,*« tJI2' st Gugkerraipeticl6 DEiSlER ALBERTINI 5 DARDAj ( " G li a W0S2 6 GATIUSO : (37 st Newendorti sv SERG'WO 5 MCHAlKf i i LEONARDO t (•-:•:.' S | B5RH0FF 7 OAEi 7 :' I A /ACCHE--.1V 6 * Hi'ftfK Aibitro:.- Reti: Ammoniti: Wall) • .'. . Espulsi: -essuno Spettatori: nati ?3?4Q quotajtAvuti 604Oli 991 i | :' I Oliver Bierhoff ha segnato il gol del pareggio co

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