Pentiti, verso l'intesa Polo-maggioranza

Pentiti, verso l'intesa Polo-maggioranza Sicurezza, «corsia preferenziale» per il pacchetto del governo. L'Anm chiede «chiarezza» Pentiti, verso l'intesa Polo-maggioranza E D'Alema riceve i magistrati ROMA «Ormai ci siamo». Luigi Follieri, senatore popolare, non nasconde il suo ottimismo, sulla porta della Commissione Giustizia convocata in sessione notturna per affrontare il nodo dei pentiti: una riforma di cui si discute da tempo, bloccata da due anni, uscita ora dall'impasse nella scia della sentenza Andreotti. E di «tempi brevi», dopo un incontro a Palazzo Chigi tra Massimo D'Alema, Oliviero Diliberto e i vertici Anm, si parla anche per il «pacchetto» sulla sicurezza.: «Il governo - annuncia Marco Minniti al termine della riunione, durata oltre due ore - è consapevole della stretta connessione tra rapidità dell'approvazione del provvedimento sulla sicurezza e sua efficacia: ci sono tutte le condizioni per chiedere al Parlamento la corsia preferenziale». Un incontro «utile e costruttivo», lo definisce Diliberto nel pomeriggio. I magistrati, tuttavia, non nascondono le loro riserve: «Noi non abbiamo dato avalli al pacchetto del governo - dirà in serata il vicepresidente Claudio Castelli -. Se non si affronta il problema di far funzionare il sistema penale non ci potranno essere interventi risolutivi. La mia impressione è che non vi sia alcuna capacità di avere per la giustizia un impegno eccezionale e straordinario...». A D'Alema, in particolare, l'Anm chiede «criteri più precisi» sulT'applicazione delle leggi, a cominciare dalle annunciate modifiche sui benefici carcerari. Sulla nuova normativa per i pentiti, il Polo manda segnali per tutto il giorno. Prima Roberto Centaro, rappresentante azzurro in cornmissione, annuncia la disponibilità di Forza Italia a rinunciare alla pregiudiziale che fin qui sembrava insormontabile: «Se il problema è quello di stralciare la discussione sull'articolo 192 del codice di procedura penale - dice -, credo che lo si possa risolvere in fretta...». Un'opinione confermata dal capogruppo in commissione Mario Greco, che dice di sì pur definendosi «fortemente critico» sul provvedimento. A tarda sera la frenata di Marcello Pera, responsabile del partito per la giustizia: «La legge ha ancora alcuni punti insoddisfacenti», commenta quando ormai la riunione è in corso. Forza Italia, lascia capire Pera, vuo¬ le «assicurazioni» sull'articolo 192, quello che regola la validità da attribuire alle dichiarazioni dei pentiti: «Non vorremmo che la proposta di trasferire i temi del 192 a un altro disegno di legge si rivelasse soltanto una mossa per rinviare la discussione - spiega -. E poi c'è sempre il giusto processo: in aula è già slittato due volte. Chiediamo che si vada al voto». Il clima della lunga riunione, che si protrae sino a notte inoltrata, è comunque positivo. Il Polo, nonostante gli annunci del pomeriggio, non ritira gli emendamenti sul 192. Però vota a favore alle proposte presentate dal relatore Follieri: inammissibilità (salvo giustificati motivi) delle dichiarazioni rilasciate dopo sei mesi dall'inizio della collaborazione, e divieto alle forze dell'or¬ dine di interrogare i pentiti in carcere: «Quella dei cosiddetti colloqui investigativi - spiega Follieri - è una prassi che può portare a fenomeni di inquinamento». Piccole divergenze a parte, il dialogo è ripreso. La nuova normativa, che prevede la testimonianza del pentito soltanto sui fatti conosciuti in prima persona (niente rivelazioni per sentito dire) e la riduzione dei casi in cui il pentito coimputato in altri procedimenti può scegliere la facoltà di non rispondere, sembra ormai accontentare tutti. Al punto che alcuni (tra cui il presidente dell'Antimafia Ottaviano Del Turco, che ieri ha incontrato Luciano Violante e Nicola Mancino) parlano di approvazione definitiva entro ottobre. Dei collaboratori di giustizia, co¬ me conferma Diliberto, non si è invece parlato nel vertice governomagistrati di Palazzo Chigi, concentrato sull'allarme criminalità. «La riforma resta comunque una priorità nel programma di governo», dice il ministro della Giustizia. All'Anni, D'Alema e Diliberto annunciano due emendamenti al «pacchetto giustizia»: una modifica della legge Simeone che assicuri un periodo minimo di detenzione anche per i responsabili di reati minori, e criteri pili rigidi per la revoca delle misure restrittive. L'Anm chiede chiarezza. Via libera dei magistrati, invece, all'estensione alle «nuove mafie» della normativa prevista per la criminalità organizzata. «E io sono pronto a firmare il primo provvedimento», annuncia Diliberto. Ig. tib.l Il ministro Oliviero Diliberto con il presidente del Consiglio Massimo D'Alema

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