Il «prezzemolo» del potere di Filippo Ceccarelli

Il «prezzemolo» del potere LÀ METEORA DEL FACCENDIERE, TRA QUATTRINI, SPIONAGGIO E AVVENTURA Il «prezzemolo» del potere Conosce tutto e sta dappertutto, vive per strabiliare personaggio Filippo Ceccarelli SEGRETI di Fatima e microfonini nascosti nei bottoni; gattini feriti e dittatori centramericani; cavi sottomarini e pappagalli libanesi che riproducono il fragore delle bombe; scherzi e torture; cocaina e pastasciutta; Reagan e Cirillo; Gelli e Gheddafi; Craxi e Alighiero Noschese... E poi basta, direbbe uno. E no, invece, perché Francesco Pazienza vive per strabiliare. Per cui eccoli in allegra promiscuità Arafat e la Ariosto, Ali Agca e Ciarrapico, cardinali e lestofanti, oltre alla più straordinaria quantità di spie e spioni, di falsi e falsari, di trappole e tagliole di Palazzo che la memorialistica italiana, pur così avara, abbia mai offerto. Con eccezionale tempismo rispetto alle vicende di cronaca riportate qui sopra, sta per uscire «// disubbidiente» (Longanesi, 34 mila lire), che sarebbe proprio lui, Pazienza, il «faccendiere» - come pigramente è stato definito per anni _- in vena di precoce e torrenziale (626 pagine) auto-biografia. Molto divertente e molto pericolosa; come del resto appare simpaticamente deleterio il suo autore, che a 53 anni ha bruciato le sue indubbie qualità sulla graticola dei quattrini, dello spionaggio, dell'avventura e del potere. Troppo, tutto insieme. E infatti Pazienza ha scritto le sue memorie dalla cella di un carcere, dove evidentemente continua a combinare guai, come al solito all'insegna dell'intraprendenza e della creatività. iGuagliò - gli diceva del resto con paterna bonomia il leggendario capo degli Affari Riservati Federico U. D'Amato - tu sei un esagitato, datti una calmata». Consiglio naturalmente mai ascoltato. Per cui la sua vita è un film. Pazienza conosce tutti e sta dappertutto, come il prezzemolo: caso Calvi, vicenda Ci¬ rillo, strage di Bologna, attentato al Papa, petrolio, grovigli meta-piduistici, intrecci infrademocristiani, impicci vaticani. Nell'evoluzione della razza «faccendiera», segnala il superamento del modello gelliano. E' più giovane, più moderno, più international, piti presentabile. E infatti, in un patetico scontro tra orditori di trame, prima di cedergli il campo il Venerabile tenta invano di screditarlo. Nella vita pubblica italiana Pazienza compare all'inizio degli anni Ottanta e dura come una meteora. E' probabile che il suo rapido splendore, tra i politici italiani, sia dipeso dal sospetto che sia «l'uomo degli americani». Forse lo è, forse lo fa credere. Comunque organizza i viaggi di alcuni politici in Usa. Flaminio Piccoli, per esempio, lo porta alla Casa Bianca per la più frettolosa photo opportunity, che sarebbe la stretta di mano rapida con il presidente. Di sicuro Pazienza ha aiutato i reaganiani a montare uno scandalo elettorale ai danni di Carter, incastrando il fratello Billy, che fa affari con i libici e viene qui a Roma a spassarsela. Quando Reagan vince le elezioni è uno dei pochi in Italia a conoscere il giro dei repubblicani. E se la gioca alla grande, alla grandissima. E' riverito, consul- tato. Istruisce Colombo sul mio vo potere d'oltreoceano, fa in contrare il Papa e Arafat. Po trebbe fermarsi, a questo pun to, godersi il potere, ma e frega to dalla sua stessa irrefrenabili passione per la guerra per bande. Medico senza vocazione, classico bell'uomo, elegante, poliglotta, subacqueo provetto, ma soprattutto spigliato conoscitore delle altrui debolezze, un po' sbruffone e per sua stessa definizione, «curioso come una scimmia», Finto cosmopolita e molto italiano, in realtà, pure con il mito dei ristoranti giusl i. delle limousine lussuose, delle marche di champagne. Si commuove quando Calvi tenta il suicidio; provvede a curare il gattino della figlia di Flaminio Piccoli; racconta in maniera spassosa un incontro con Khomeini; fa documentare da un gruppo di investigatori fatti arrivare da Tel Aviv gli incontri d'amore dell'ex fidanzata, alle terme di Saturnia, con il pm che l'ha messo sotto accusa. E lo scrive pure, con l'orgoglio di chi ha avuto l'idea geniale. Meglio perderlo che trovarlo, come si diceva un tempo. Ma qui in Italia non si perde mai niente, così lo trova addirittura il generale capo dei servizi segreti militari - di cui. grazie a Pazienza, si viene oggi a sapere che era alcolizzato. E lo fa agente o consulente del Sismi, non s'è mai capito bene. Sintomatica e l'incerta genericità del ruolo; così come dubbi possono considerarsi gli esiti di tale collaborazione. Quel che è certo è che Pazienza si sarà fatto ben pagare - soldi pubblici, s'intende - non essendo esattamente il tipo di individuo che lavora sulla base di ideali. In compenso non fa la morale a nessuno. Come scrittore è senz'altro da leggere. Per il resto, continua a interessarsene la magistratura. 5

Luoghi citati: Bologna, Italia, Roma, Tel Aviv, Usa