Colaninno cambia il volto della Telecom di Zeni

Colaninno cambia il volto della Telecom Tecnost diventa la nuova holding di mobile e fìsso. Tesoro astenuto. Previsti 5200 miliardi di utile lordo Colaninno cambia il volto della Telecom «Stufi delle angherie di certi politici che vogliono fermarci» Armando Zeni MILANO E alla fine, come volevasi dimostrare, Tim verrà scissa da Telecom e passerà alle dipendenze della Tecnost. Fatto e definito: così hanno deciso ieri (con l'astensione annunciata dei tre rappresentanti del governo Donato, Ferro-Luzzi e Siniscalco, e dei due rappresentanti dei fondi, Benessia e Livingston) i consigli d'amministrazione di Tecnost, Olivetti e Telecom riuniti a Milano mentre in Piazza Affari i titoli (con l'aggiunta di Tim) erano sospesi in attesa di comunicazioni. Dunque, per l'ennesima volta Telecom cambia volto e, se i tempi verranno rispettati (entro dicembre l'approvazione della scissione, entro febbraio le assemblee straordinarie) a giugno del 2000. Tim e Telecom saranno società indipendenti, una nella telefonia mobile, l'altra in quella fissa, controllate (Tim al 60%, Telecom 52%) da Tecnost, la società che Olivetti ha utilizzato nella madre di tutte le Opa e che è oggi è oberata da 28 mila miliardi di debiti. E qui sta il punto: perchè mai il 48% dei soci Telecom che a primavera non avevano accettato l'offerta di Olivetti dovrebbero adesso rinunciare a Tim, la gallina dalle uova d'oro, in cambio di azioni della superindebitata Tecnost? Per la cronaca, chi accetta accetta, chi non accetta amen, visto che nella scissione è previsto un concambio (che verrà definito meglio in seguito, anche con l'aiuto di un «financial advisor» indipendente) compreso in un range tra 1,50 e 1,60 nuove azioni Tecnost per ogni azione (ordinarie o di risparmio) Telecom, e non c'è alcun diritto di recesso. Il che vuol dire, ad esempio, che un risparmiatore con in portafoglio mille azioni Telecom, riceverà - a compenso della perdita di valore del titolo seguita al trasferimento di Tim 1500-1600 azioni Tecnost. Dunque, perchè? Domanda che inevitabilmente chiama in causa la logica dell'operazione: finanziaria con l'obbiettivo di alleggerire i debiti di Tecnost e magari, come abbozza Napoleone Colajanni (molto critico), nella prospettiva di vendere la meno redditizia Telecom Italia tenendosi Tim? Oppure legittimo tassello di un piano industriale studiato per mesi dagli uomini nuovi di Telecom, da Roberto Colaninno e dall'amministratore Tim Marco De Benedetti? «Scusi, dottor Colaninno, perchè un socio Telecom dovrebbe rinunciare a Tim per Tecnost?». Arriva alle otto di sera, dopo una lunga giornata di consigli, la domanda al presidente di Telecom. Tossisce, beve, chiede scusa, Colaninno i«E' dalle nove che parlo»), la faccia stanca e qualche indizio di nervosismo inevitabile. Poi risponde, ^ecco: «Perchè il piano industriale e migliore di quello di una Telecom che controlla Tim». Chi vivrà vedrà, lascia intendere: il mercato spiega - quando leggerà il progetto industriale capirà tanto più che l'esposizione di Tecnost non c'entra: «Il debito di 28 mila miliardi non ci preoccupa, è pagabile con i dividendi e i crediti d'imposta, non abbiamo ansia, i debiti saranno ripagati quando converrà». Oddio, qualche progetto per ridurre l'esposizione c'è già: potrebbe essere emesso un prestito obbligazionario da 10 mila miliardi convertibile in azioni (ordinarie e.di risparmio) Tim che eccedono la maggioranza dei diritti di voto o, altra ipotesi, potrebbe essere ceduto il 9% circa di Tim che supera il controllo («Non andremo mai sotto il 51%») magari nell'ambito di qualche alleanza di respiro. Già, perchè nello spiegare la scissione Telecom-Tim, Colaninno accenna anche alle mani libere possibili dopo l'operazione: «Se volessimo fare alleanze nella telefonia fissa oggi come oggi avremmo un impatto anche in quella mobile e viceversa, dopo la scissione potremo avere strategie diverse e mirate nel mobile e nel fisso». Insomma, guai a tirare in ballo col presidente di Telecom motivi extra-industriali per spiegare lo spin-off. Guai. Apriti cielo e, stanchezza a parte, affonda il destro mica male: «Siamo stufi di essere descritti come inventori di strumenti finanziari e come poco coerenti con gli obbiettivi promessi ai tempi dell'Opa su Telecom». Finora abbiamo sempre mantenuto le promesse, alza la voce Colaninno: la conferma? «Avevamo detto in corso d'Opa che era possibile un buy-back sulle azioni di risparmio, ebbene oggi in consiglio abbiamo deciso di farlo attraver- so un'Opa (offerta che interesserà il 34% delle azioni in circolazione, al prezzo di 6 euro l'ima per un importo massimo di 4,5 miliardi di euro, ndr) che sarà finanziata dai proventi delle dismissioni e quindi non graverà la società di debiti». Insiste e vuota il sacco, il presidente di Telecom: «Siamo stufi delle angherie di certi politici che gridano "Fermate Colaninno", siamo imprenditori noi, ci assumiamo il rischio della coerenza, dietro di noi non c'è nessuno, non vogliamo ingannare nessuno... Il resto sono chiacchiere...». Chiacchiere anche l'eventuale uso della golden share: «Non vedo i motivi per l'applicazione, chi ne vedrà li dirà, è suo dovere». Buy back a sei euro per le risparmio Ai soci promesso il 90% dei profitti L'IMPERO DI COLANINNO L'IMPERO DI COLANINNO IL PIANO OLIVETTI la ululone Temasi e Olivelli hanno opptovato la scissione parziale di Telecom con trasferimento o Tecnost del complesso di orioni Tim ordinarie e risparmio nonché della partecipazione detenuta in Seat. I eda di Telecom e Tecnost dovranno riunirsi prima dello fine di dicembre per approvare il progetto di scissione e i definitivi concambi. L'operazione si chiuderà entro il giugno 2000 La posizione del Tesoro Il piano del gruppo Telecom è stato approvalo dal ala con l'astensione dei roppresentonti dei ministeri del Tesoro (Paolo Ferro Luni, e Domenico Siniscalco per la golden share), delle Comunicazioni (Salvatore Donalo) e dei fondi (Angelo Benessia e Jeffrey Livingstone) Il concambio Si prevede 1 iporesi di concambio unico per azioni ordinarie e di risparmio Telecom. Per ogni titolo Telecom si avrà un concambio compreso tra 1,50 e 1,65 titoli Tecnost di nuovo emissione. Il buy back Approvato il buy back sulle azioni di risparmio Telecom Italia lino a un massimo di 742 milioni di titoli al prezzo di sei euro. Il riacquisto riguarderà titoli per un ammontare pari al 34% delle risparmio in circolalione e al 10% del capitole complessivo. Utili •Telecom e Tim garantiscono agli azionisti il 90% utili per 2 anni Roberto Colaninno

Luoghi citati: Milano, Telecom