Sì agli spot elettorali, ma solo sulle tv locali

Sì agli spot elettorali, ma solo sulle tv locali Salta la mediazione di lunedì con il Polo che annuncia battaglia. I Verdi: testo improponibile Sì agli spot elettorali, ma solo sulle tv locali Sulla par condicio interviene ilpremier: «Un testo più severo» ROMA Par condicio: si torna all'origine. E allo scontro. Il tentativo di mediazione di lunedi notte ò durato solo poche ore. E' successo che Massimo D'Alema ha espresso la sua contrarietà e l'emendamento del governo, faticosamente messo a punto a Palazzo Chigi tra il vice premier Mattarella, il sottosegretario alla presidenza Hassanini, C i due snllosegrelari allo comunicazioni Vita e Lauria, elio consentiva gli spot politici in campagna elettorale sia pure con molti limiti, è stato di nuovo emondato in senso restrittivo. I «comunicati autogestiti» - ovverosia gli spot - sono pennessi in campagna elettorale solo sulle emittenti locali ma non sulle tv nazionali. Un passo in più rispetto al testo originario, uno in meno rispetto a quello di lunedi. Il Polo alza il tiro, pretendendo di «riequilibrare» tutta l'informazione Rai a favore dell'opposizione e presenta al Senato una valanga di emendamenti? E la Quercia fa mu¬ ro. Annullando il compromesso trovato all'interno della stessa maggioranza. I cui capigruppo erano stati convocati oggi alle 14 per approvare rapidamente e definitivamente il testo e si sono ritrovati immersi in una discussione fiume di quattro ore. Durissimi i presidenti dei senatori o dei deputati dei Ds, Angius e Mussi (il quale già a meta incontro asserisce con sicurezza che «il testo che uscirà sarà ben poco diverso da quello iniziale del governo»), I Democratici, che pure si sono battuti dall'agosto per rovesciare l'impostazione del governo, giudicata «probizionista», sembrano subito più disponibili. Pronti ad accontentarsi della possibilità di «liberalizzare» gli spot solo sulle tv locali. Quelle a aii tengono di più, dopo aver investito molto sul territorio proprio in questa prospettiva. E alla fine Rino Piscitello se ne esce infatti dalla riunione più che soddisfatto per il «significativo passo avanti». «E' caduto il principio di rigidità che di fatto vietava lo spot e lo individua¬ va come uno strumento di comunicazione negativo. Ora si possono fare messaggi pubblicitari fuori della campagna elettorale su tutte le tv, e sulle tv locali anche negli ultimi trenta giorni», spiega. Non sono invece affatto soddisfatti i Verdi, i quali avevano messo a un punto la proposta di mediazione su cui gli stessi i tecnici del governo avevano lavorato. Una proposta che si ispirava al testo del governo - dove i «comunicati autogestiti» (leggi spot) erano già menzionati - e creava delle restrizioid anche maggiori, proprio per renderli possibili su tutte le tv. Limiti che sono rimasti nell'emendamento del governo: gli spot a paganmento infatti sono permessi solo «in cambio» di uno spazio, tre volte màggiore concesso da ogni emittente a programmi di «propaganda» (leggi le vecchie tribune) offerti gratis, Le emittenti nazionali, che possono trasmetterli nei periodi non elettorali- devono praticare uno sconto del 90% sui prezzi di listino (le tv locali il 50%). Vanno calcolati in appositi «contenitori», non possono interrompere i programmi. Quanto ai tempi, per le politiche tre quarti degli spazi vanno suddivisi alla pari tra le forze del maggioritario, un quarto tra le liste del proporzionale . Ed è pur vero che dal testo cade la parola «divieto». Si dice solo che la trasmsione di messaggi politici in tv è «ammessa solo» secondo la disciplina presente. Ma ai verdi non basta. Mauro Paissan infatti dice subito che il nuovo testo del governo «è improponibile». E Stefano Semenza;u alla fine, pur parlando di «passo avanti» esprime molte riserve. «Francamente ci aspettavamo di più», dice. E annuncia che i verdi, forti dei loro due voti decisivi, oggi presenteranno un subemendamento. Non vogliono fare asse col Polo, ma sperano ancora in un ripensamento. Il Polo intanto dà battaglia. Ieri mattina ha presentato ufficialmente la sua proposta alternativa, composta di nove articoli, il cui principio di fondo è «parità assoluta fra governo e maggioranza da un lato, oppoisizione dall'altro, nell'informazione politica, sia per tutto l'anno che in campagna elettorale. Durante la quale l'85% del tempo deve essere dedicato ai due schieramenti contrapposti, il 15% a chi non si schiera. Con gli spot ammessi fino all'ultimo, scontati al 25% sia su tv private che sulle reti Rai. Una ipotesi che il sottosegretario diessino Vita giudica «irricevibile». Ma si capisce subito che al di là degli spot, quel che preme al Polo è denunciare lo «squilibrio» sulle reti pubbliche, che autorizza la richiesta di «par condicio a 360 gradi». (m.g.br.l Silvio Berlusconi

Persone citate: Angius, Massimo D'alema, Mattarella, Mauro Paissan, Mussi, Quercia, Rino Piscitello, Silvio Berlusconi, Stefano Semenza

Luoghi citati: Roma