Jospin, da Strasburgo virata a sinistra di Enrico Benedetto

Jospin, da Strasburgo virata a sinistra Jospin, da Strasburgo virata a sinistra Sanzioni alle aziende che licenziano o abusano dei precari Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Jospin Due, il ritorno della Gauche. A metà legislatura, il premier francese vivacizza una politica governativa rosa pallido inserendo timide venature da socialismo doc. La «rivoluzione di Strasburgo» - ove Lionel Jospin arringava ieri le sue truppe - è un calibratissimo cocktail d'iniziative che dovrebbero gratificare la Francia ps, verde e pcf senza tuttavia alienargli le simpatie imprenditoriali Ma le acide critiche rivoltegli dai «patron» e l'insoddisfazione emersa tra i comunisti (indispensabili al suo esecutivo) testimoniano che il funambolismo non sempre paga. In compenso, l'unica misura davvero innovativa - l'equiparazione uomo-donna attraverso candidature paritetiche fin dalle prossime scadenze elettorali raccoglie se non il plauso unanime ampie convergenze. E tutta- via mancano i dettagli sul dispositivo. Prudenza, quindi: non sarebbe il primo trompe-l'oeil sulla parità. Lo aspettavano al varco, Lionel Jospin, sul «Caso Michelin». Una multinazionale che annuncia in simultanea boom di utili e 7.500 licenziamenti è perseguibile? La sinistra voleva fargli mettere fuorilegge abitudini simili, peraltro non rare. Ma dovrà contentarsi. Sapendo che legiferare sull'impresa costituisce nel- l'Europa '99 una pratica démodé, il dottor Jospin preferisce al bisturi un bel disincentivo. Ammonisce le aziende licenziatrici: non vi darò più quattrini. E subordina comunque le riduzioni di personale a una trattativa sulle 35 ore (che dovrebbero, perlomeno secondo la ministra Auory, limitarne la portata). Gli stessi oneri per le imprese cresceranno in modo esponenziale punendo chi non si adegua. Il pcf scrolla il capo: «Manca l'essenziale». E ne approfitterà per lanciarsi con zelo rinnovato nella grande manifestazione che la settimana prossima riunirà in piazza la Gauche rossa all'insegna di maggior coraggio e segnali meno ambigui sull'impiego. Ma pure Ernest-Antoine Seillière, numero 1 nella Confindustria transalpina, se la prende - e per opposti motivi - con Jospin. «Ne abbiamo abbastanza di vederci tartassare», spiega deplorando «rimproveri, minacce, sanzioni». Il nuovo corso jospiniano gli sembra anacronistico. E denuncia l'inaccettabile «giro di vile». Concludendo: «Lo giudichiamo un piano improvvisalo se senza la menoma concertazione». L'industria (e il commercio) non gradisce in particolare quel j'accuse contro il «ricorso eccessivo al lavoro precario» che secondo il primo ministro caratterizzerebbe l'economia nazionale. Per correggere la tendenza, Lionel Jospin suggerisco un'overdose fiscale sulle ditte mostratesi non disponibili in materia. Anche qui, le attese del sindacato orano ben superiori. Ma in fondo il minimalismo da cui la Gauche arcobaleno parrebbe non voler discostarsi, costituisce un passo nella direzione auspicabile. Tra i mille distinguo nelle reazioni (e gli inevitabili rilievi rpr e udii almeno una categoria di cittadini brilla nondimeno per gratitudine totale verso il premier. I senzalavoro indebitatisi per tirare avanti. Lionel Jospin proclama un'amnistia totale sulla tassazione pregressa. Il fisco non manderà insomma più nessuno sulla strada. Merci, Jospin. Gli altri punti essenziali del programma vorrebbero rassicurare una pubblica opinione ormai esigente, complice l'ottima ripresa economica. Fleboclisi di 4.500 miliardi per il sistema pensionistico, «formazione permanente a livello professionale», fondi straordinari per 50 aree metropolitano... Jospin - la cui inarrivabile popolarità (70% circa) dicono turbi Schroeder, Blair e forse lo stesso D'Alema non intende cambiare marcia. Avanti piano, con una strizzatine d'occhio ai passeggeri e lieve accelerazione quando il motore è sottogiri o s'imballa. Non sarà l'avventura, ma potrebbe garantirgli l'Eliseo. Gli industriali subito protestano: «E' un piano improvvisato e senza concertazione Basta con i giri di vite» Annunciata sin dalle prossime elezioni l'equiparazione uomodonna attraverso candidature paritetiche Lionel Jospin: il primo ministro francese continua a godere di una popolarità attorno al 70 per cento che. si dice, turbi Schroeder

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