Umor Est, agguato al bus di religiosi

Umor Est, agguato al bus di religiosi Madre Enninia Cazzaniga, 69 anni, portava viveri ai disperati che si nascondono nella foresta Umor Est, agguato al bus di religiosi Una suora italiana tra le 9 vittime inviato a GIAKARTA A Timor Est il massacro continua. L'altro pomeriggio una banda di guerriglieri «Aitarak» ha bloccato un pulmino di religiosi che dalla cittadina di Baucau tentava di raggiungere le colline di Lospalos - dove i rifugiati si ammassano a migliaia - e ha assassinato le nove persone che erano a bordo. Fra le vittime ci sono due suore canossiane, una era italiana. La notizia dell'eccidio ha cominciato a filtrare solo dopo ventiquattr'ore attraverso fonti religiose e radio portoghesi, mentre i gradi network televisivi dedicavano i loro servizi ad un sorvolo di elicotteri dell'Onu sulla città di Liquica (da dove i guerriglieri sono fuggiti senza sparare un colpo) e alla creazione di un nuovo reparto di incursori volanti. Ben altra cosa, a Timor Est, oggi è avventurarsi lungo le strade per portare cibo ai 215 mila disperati che si nascondono nelle giungla. L'altro ieri a Baucau, dal convento delle suore canossiane già assediato con l'inizio dei massacri, un pulmino si era mosso con un piccolo carico di viveri. A guidare la spedizione era la superiora del collegio di SantTsabel, Erminia Cazzaniga, 69 anni, originaria della provincia di Lecco. Con lei una suora timorese, Celeste de Carvalho Pinto, due diaconi, un seminarista pronto a essere ordinato sacerdote, il responsabile della «Caritas» di Baucau e due orfane allevate nel collegio. Da Baucau all'altopiano di Lospalos ci sono appena ventidue chilometri, ma la strada si inerpica attraverso zone assolutamente fuori controllo, come del resto è quasi tutta l'isola. I banditi hanno bloccato il pullmino intorno alle quattro. Dev'essersi trattato di un'esecuzione a freddo. Qualche ora dopo i corpi degli otto religiosi e quello dell'autista sono stati trovati sul greto di un torrente che scorre non lontano dalla strada. Gli «Aitarak» avevano sgombrato il terreno dai corpi.prima di andarsene con l'automezzo (bene preziosissimo nella Timor di que¬ sti giorni) e il suo carico. «Erano vestiti con le divise dell'esercito indonesiano», ha denunciato più tardi a radio «Rtp» il vescovo di Baucau, Basilio de Nascimiento, che a sua volta era stato ferito con gli inizi dei tumulti. Una conferma indiretta è giunta qualche ora dopo con le dichiarazioni di un capo del «Falintil», la formazione armata indipendentista. «Abbiamo eliminato i responsabili del massacro - ha detto a radio «Tsf» il misterioso comandante. «Erano undici «Aitarak» ed indossavano le divise indonesiane. Banditi che massacravano sotto la protezione dei "Kopassus", le unità speciali di Jakarta...». Nelle zone ancora fuori dal controllo dell'Onu (ossia, il novantotto per cento dell'isola) i guerriglieri del «Falintil» sembrano essersi assunti il ruolo di una polizia spontanea e non meno feroce dei gruppi che l'hanno preceduta. Proprio ieri i militari indonesiani hanno formalmente ceduto alle Nazioni Unite il controllo deli Timor Est. Dopo un incontro avvenuto di prima mattina il generale Kiki Syahnakri ha annunciato che 15mila soldati di Jakarta hanno lasciato l'isola e solo mille uomini restano a controllare l'aeroporto, la centrale idrica ed alcuni depositi di carburante. Il capo del contingente Onu, il generale australiano Peter Cosgrove, lo ha subito smentito: «Timor resta territorio indonesiano, quindi noi dividiamo con gli indonesiani la responsabilità della sicurezza». Secondo Cosgrove il passaggio avverrà solo venerdì prossimo, con la prima seduta del nuovo Parlamento indonesiano. A Giakarta il prossimo primo maggio s'insedia la nuova Assemblea del Popolo: ai parlamentari appena eletti spetterà ratificare l'abbandono di Timor Est dopo 25 anni di dominazione. Le reazioni del gruppi nazionalisti minacciano di incrociarsi con quelle degli studenti che chiedono l'abrogazione della nuova legge sullo stato d'emergenza. [g. z.] ,->■■ *g I : Uomini in divisa dell'esercito di Giakaratrueidaao anche una consorella due diaconi, un seminarista, il capo della Caritas, due orfane allevate dalle monache e l'autista Una recente immagine di suor Erminia Cazzaniga (a sinistra con gli occhiali) la religiosa della comunità canossiana uccisa domenica assieme ad una consorella ed alcuni collaboratori laici a Timor Est ad opera delle milizie filo-indonesiane Soldati australiani fermano tre uomini sospettati di aver bruciato una casa a Dili

Persone citate: Carvalho Pinto, Cazzaniga, Cosgrove, Erminia Cazzaniga, Kiki Syahnakri, Peter Cosgrove

Luoghi citati: Dili, Giakarta, Lecco, Timor Est