Generali, gran consulto al matrimonio di Ugo Bertone
Generali, gran consulto al matrimonio Girandola di incontri informali. Dopodomani si riunisce il consiglio dell'Ina Generali, gran consulto al matrimonio Via libera di Bankitalia all'offerta di Trieste Ugo Bertone MILANO Chissà, forse un giorno le crona che finanziarie narreranno ch< un matrimonio della «Torino bene» riuscì a scongiurare la guerra finanziaria del secolo. Ieri, infatti, nei giardini che circondano villa Sassi, Alfonso Desiata, presidente delle Generali, assieme all'amministratore delegato del Leone di Trieste, Fabio Cerchiai, si sono intrattenuti a lungo con Gabriele Galateri di Genola, amministratore delegato di Ifie ifil oltre che membro del consiglio e del comitato esecutivo di Sanpàolo-Imi. Assieme a loro, presenza tutt'altro che casuale, Enrico Salza, anche lui membro del comitato esecutivo di piazza San Carlo e, soprattutto, vecchio amico di Desiata, ovvero l'ambasciatore ideale per evitare una guerra devastante tra 'l'orino e Trieste. E' difficile pensare che persone cortesi e sensibili abbiano intavolalo trattative d'affari in un'occasione! del genere. Oggi, soprattutto, era la festa di Elena Garosci nipote del fondatore della catena di supermercati, e di Emilio Paolo Torri, figlio di Francesco, amministratore delegato della Toro. Ma, in certi casi, le forme contano assai. Come si può fan; la guerra, seppur finanziaria, dopo aver cantato tutti assieme, addirittura sotto la regia di Koby Facchinetti, uno dei l'ooh, un hit come «Tanta voglia di lei»? Il coro, del resto, era tale da rappresentare una bella fetta dell'Italia che conta: Paolo Cantarella e Roberto Testore, rispetti vamente ammini stra tore di Fiate Fiat Auto; CesareRomit.i, presidente della Rcs, Francesco Paolo Mattioli, Paolo Annibaldi e Franzo Grande Stevens. Ma c'era anche Cesare Geronzi, presidente della Banca di Roma (di cui la Toro è grande azionista) e Carlo Acut.is, presidente della Vittoria assicurazioni. C'è voglia di péce, sembra di capire. O, almeno, di evitare una guerra cruenta. Non a caso, prima dello nozze di ieri, c'ora stato un primo contatto, nel consiglio Fiat, di venerdì, tra l'avvocato Giovanni Agnelli e Gianfranco Gutty, l'altro amministratore dello Generali. Un contatto assai significativo, dopo lo polemiche dello passato settimane quando si è andati a un passo, secondo il tam tam di Piazza Affari, dall'uscita dello Generali dal patto di consultazione Fiat. E' presto por capire quali saranno lo mosse por accontentare i duo schieramenti, anche porche; la posta in palio o enorme. C'è voglia di pace, ma non sarà facile sbrogliare l'intrica¬ ta matassa dell'Ina. La partila è tutt'altro che chiusa. Non sarà facile per lo Generali tentar di espugnare la cittadella Ina, difesa con l'appoggio di azionisti ben più forti o meglio disposti che nel corso della partita Telecom. Non sarà facili;, però, nemmeno lanciare un contrattacco, soprattutto dopo che, da Washington, in occasione del G7, è arrivato il disco verde di Antonio Fazio all'operazióne Generali-Ina. «Siccome l'Ina possiedo dolio banche - ha dotto infatti il governatore questi signori sono venuti regolarmente quindici giorni prima dicendoci: noi lanciamo un'Opa sull'Ina. Dentro - hanno dotto - ci sono lo banche, noi non siamo interessati allo banche però, so l'Opa va in porto, verremo da voi per proporro ciò che fare». Promosse, dunque, lo Generali per il metodo seguito. Ma anche noi merito. «Sia chiaro, ho risposto loro - ha infatti aggiunto Fazio - che l'acquisto da parte di una società di issicurazione di un'altra socie.à di assicurazione non richieie l'autorizzazione della Banca d'Italia. Ma nella misura in cui questo tipo di operazioni ha conseguenze importanti sull'assetto del sistema bancario mi sembra che quello che proponete va bene. D'altro canto se queste banche sono possedute da una società di assicurazioni e un'altra società di assicurazioni riesce ad acquisire le proprietà di queste è difficile dire, almeno ex ante, che se ai fini della stabilità potevano essere possedute da una società, una ancora più importante non lo può possedere». «Per quanto riguarda i poteri della Banca d'Italia - ha concluso il governatore - non posso né autorizzare né frenare, salvo che non avessimo trovato che era un'operazione assolutamente dannosa por il sistema bancario. E non mi paro il caso». Una «neutralità» quella di Fazio, che pesa e complica lo scenario di qualsiasi contrattacco. E anche di questo si dovrà tener conto, a partirò da questa settimana ricca di appuntamenti: consiglio Ino mercoledì, convocato per approvare il piano industrialo di integrazione con Sanpaolo-Imi, consiglio Generali ventiquattr'ore dopo. Gli strateghi, quindi, continuano a preparare piani di guerra. Ma le chances della pace, in questo week ond, sono cresciute. Tutta la Finanza ad un ricevimento di nozze a Torino Giovanni Agnelli ha incontrato Alfonso Desiata venerdì scorso Si cerca di evitare lo scontro frontale?
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