Metà America per il secondo Eden di Gabriele Beccaria

Metà America per il secondo Eden KAMI PER SALVARE LA NATURA Metà America per il secondo Eden «Costruiremo ilpiù grande parco del mondo» la storia Gabriele Beccaria EPOCA: un anno iinprecisato del prossimo millennio. I.uo go: gli Stati Uniti. I cyborg governano altari e hobbies, ma solo su mela del territorio. Nell'equivalente ili 25 Stati sui 50 dell'onnipotente Confederazione regnano grizzly e bisonti, come all'alba del mondo. 11 tempo ò ritmato dall'avanzare delle foreste e dalle oscillazioni dei ghiacciai. Ieri, a Gresham, Oregon, ragazzi e signori con zaino e scarponcini tecnici si sono inerpicati sulla catena del Cascade Rango, discutendo del futuro e appassionandosi sul posto dell'umanità nell'universo. Selezionavano campioni di piante e tracciavano mappe allegramente, spinti da una vibrazione: (lavanti avevano la visione del Mount. Hood rinato, quando gli umani saranno stati cacciati e le traiettorie delle aquile annichileranno le scie dei jet. Sono studenti, ambientalisti, biologi, volontari, filosofi, etologi, tulli supporters del «Wildlands Project», il fantascientifico progotto 'l'erre Selvagge, cosi ambi zioso da precipitare nel delirio: restituire alla natura spodestata e massacrata metà dell'America e pelinoli orlo di rifiorire, com'era (piando i primi paleoindiani si avventurarono sullo Stretto di Bering. Onesta vivace congrega di «pazzi» proviene dallo migliori università e dalle fondazioni più prestigioso e conta proprio sull'immensità dell'idea, sulla sua paradossalo e controversa fascinazione, por realizzarla. Ci vorrà più tempo che edificare la Grande Piramidi;, ma non c'è frotta. L'importante e cominciare - dico il leader, Michael Soule -, far rotolare un masso dopo l'altro, instillare il virus del desiderio da una generazione all'altra. «Il nostro Ò un messag gio positivo: lottiamo perché un giorno i lupi corrano da Durango al Labrador, le pianure vibrino degli animali e dolio piante precolombiani egli uomini vivano in armonia con la terra, come creature rispettose anziché alieni invasori». Sottoscrivo il manifesto dell'eroica ritirala della civiltà anche Davo Foreman, il carismatico guru ecologista di «Earlh l'irsi», celebro por un passato di eccessi: accodandosi a «Wildlands Project», ha rinunciato alla disobbedienza civile e all'ecoterrorismo o ha adottato un millenarismo soft da saggio New!;Noxt Ago: «Adesso la Terra ha bisogno di difendersi da noi». E l'idea si concretizza cosi: espan- doro i parchi o lo zone protette o poi collegarli con ampi corridoi verdi in modo da permettere a ogni specie di viaggiare e colonizzare gli altri ecosistemi. «Per funzionare, alla natura si dove garantire lo sviluppo della biodiversita e doi procossi evolutivi o quindi - spiegano i teorici di Terre Selvagge - non devono essere d'inciampo strado, dighe, auto e camion, lineo ad alta tensione, sorvoli aerei o gli altri prodotti della civiltà». La filosofia é alternativa rispetto a quella ispiratrice dei parchi di fino Ottocento o dogli Anni 30: non é provisto il «pittoresco» o sono bandito l'osservazione di massa dei paesaggi e le scampagnato da pie nic. La sconvolgente novità di «Wildlands Project» è che il progetto non prevede l'uomo. I suoi teorici molti dol movimento di «Deep Ecology» - sostengono che tutte lo forme di vita hanno uguale valore e, perciò, l'umanità futura dovrà imparare ad autoridursi, cadendo al di sotto dell'allarmante soglia dei G miliardi, e a tagliare ambizioni e consumi. Periodo previsto della rivoluzione etico-tecnologica: almeno 100 anni. Nell'America Verde, Eden restaurato, si moltiplicherà indisturbato l'immensamente piccolo e l'immensamente grande, dai batteri allo baleno, al riparo non solo dell'high tedi umano, ma perfino dogli sguardi indiscroti dell'homo sapiens. Uopo aver costruito il secondo paradiso, dovrà abbandonarlo con gesto di suprema generosità. «Con i territori off limits scongiureremo la sesta estinzione della storia», dichiara l'enfatico Foreman: «L'ultima avvenne nel Cretaceo, con la fine dei dinosauri, e ora ne rischiamo un'altra, se non formeremo l'attuale lasso di distruzione, mille volte maggiore della norma». Gli ecoutopisti sono l'estrema espressione di quella «Religione della Natura» che anima la cultura americana dai tempi di Jefferson, Emerson e Thoreau e per questo sono popolarissimi: h appoggiano un centinaio di organizzazioni - dalla piccola Wild Alabama alla potente Rockefeller Brother's Fund - e migliaia o migliaia di volontari, dagli studenti volonterosi ai Pulitzer impegnati come Gary Snydore ai professori della «Ivy Loague» come Paul Ehrlic. Che no siano consapevoli o no, sono figli della massima di Thoreau: «Vorrei considerare l'uomo come abitatore della Natura, come sua parte integrante, e non come membro della società. Desidero faro un'affermazione estrema, e per questo sarò enfatico. La civiltà ha già fin troppi paladini». «La Terra ha bisogno di difendersi da noi esseri umani»: così tutte le aree protette saranno allargate e unite con corridoi verdi per permettere agli animali e alle piante di popolare nuovi territori Nel colossale piano è previsto che l'uomo non interferisca con i processi naturali «Non ci dovranno essere strade, dighe, linee ad alta tensione e sorvoli aerei» Il parco di Yellowstone, dopo uno dei periodici roghi spontanei, che secondo gli scienziati contribuiscono a rigenerarlo

Luoghi citati: Alabama, America, Labrador, Oregon, Stati Uniti