«Qualcuno ha bloccato la riforma sui pentiti»

«Qualcuno ha bloccato la riforma sui pentiti» Forza Italia va all'attacco: nei Ds ci sono anime contrastanti e il Ppi è meno disponibile «Qualcuno ha bloccato la riforma sui pentiti» Ipadri della legge: dopo due anni vogliamo spiegazioni Maria Teresa Meli ROMA Dopo la clamorosa sentenza Andreotti, è polemica, tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno dello stesso centro sinistra, sulla mancata approvazione della legge FickNapolitano, quella, per intendersi, che riforma l'attuale normativa riguardante i pentiti. Il testo, varato dal governo Prodi, giace da due anni e mezzo in Parlamento. Domani la commissione Giustizia del Senato lo esaminerà e i tempi potrebbero subire un improvvisa accelerazione, tant'è che nella coalizione governativa c'è chi sostiene che in settimana vi potrebbe essere un via libera. Ma non è affatto scontato perché molti dei problemi che ne hanno ostacolato l'iter rimangono sul tappeto. Per questa ragione, in una nota congiunta, i due autori del provvedimento, gli ex ministri dell'Interno e della Giustizia, Giorgio Napolitano e Giovanni Maria Flick, denunciano le «sorde resistenze» che hanno contribuito a «tener bloccata» la legge in questione e avvertono: «Qualcuno a nome della maggioranza, ma anche dell'opposizione dovrebbe dare spiegazioni». E' un atto d'accusa, quello di Napolitano e Flick, rivolto sì al Polo, ma soprattutto alla maggioranza che, come tale, aveva i numeri per far approvare quel provvedimento: è per colpa dei veti del centro destra e della scarsa coesione del centro sinistra (diviso in "filo-garantisti" e "filo-giustizialisti") che finora la normativa non ha fatto passi avanti. Già, perché, lo scontro si incentrava soprattutto sulla riforma dell'articolo 192, quello delle «dichiarazioni incrociate» dei pentiti che attualmente costituiscono una prova. Questa parte è stata quindi stralciata, onde evitare l'ennesimo gioco al rinvio, e rendere possibile la rapida approvazione della normativa. Ma in queste ore giungono dei segnali che sembrano, se non spegnere, quanto meno attenuare l'ottimismo dell'altro ieri. Il Polo, infatti, pone delle condizioni. Innanzitutto attende la maggioranza al varco dell'approvazione del "giusto processo". «E' questa - spiega il responsabile Giustizia di Forza Italia Marcello Pera - la soluzione drastica a tutti i problemi di cui stiamo parlando e non vorrei che vi fossero delle resistenze nella maggioranza». Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo "azzurro" a palazzo Madama Enrico La Loggia, il quale spiega: «Non vorremmo che ci fosse qualche ripensamento: nei Ds ci sono anime contrastanti e anche il Ppi recentemente sembra meno disponibile». Ma l'esponente di Forza Italia va oltre e pone una seconda condizione: «Non vorremmo - aggiunge La Loggia - che l'estrapolazione delle modifiche all'articolo 192 del testo di riforma sui pentiti significasse un rinvio. Per noi devono marciare in contemporanea. Sarebbe meglio affrontare tutto in un unico disegno di legge, al limite, ma dico al limite, anche in due ddl, però che camminino insieme». Insomma, l'accordo tra maggioranza e opposizione sullo stralcio della riforma dell'articolo 192 e sulla normativa Flick-Napolitano, che il giorno prima sembrava fatto, in realtà non è stato ancora definito. Il messaggio del Polo è chiaro: la maggioranza non pensi di incassare le leggi che le interessano e di rinviare invece quelle su cui punta l'opposizione. Dunque, come sempre quando si affrontano i temi della giustizia le cose si complicano e tra centro sinistra e Polo si accende la polemica. Come dimostra la secca replica del capogruppo di Alleanza nazionale Giulio Maceratini alla nota congiunta diffusa da Flick e Napolitano. «I due ex ministri - sottolinea il rappresentante del partito di Fini - sembrano dimenticare che la maggioranza, specialmente al Senato, ha i numeri per procedere come vuole, ma, evidentemente, non vuole cambiare la legge perché non intende porre un serio fermo alle strumentalizzazioni dei pentiti e quindi ogni pretesto è buono per lasciare le cose come stanno». Le polemiche sui collaboratori di giustizia, quindi, lungi dall'essere cessate prendono più vigore, dopo la sentenza di Perugia. E a difesa dei pentiti si schiera il segretario ds Walter Veltroni: «Non bisogna andare avanti a botte emotive ammonisce il leader della Quercia - ma è necessario ragionare sul fatto che grazie ai collaboratori di giustizia, ad esempio in Sicilia, si è riusciti a dare colpi che non si erano mai riusciti a dare alla mafia. Non buttiamo a mare uno strumento che ha consentito di vincere molte lotte contro una mafia che fino al '92 poteva uccidere Falcone e Borsellino», [m.t.m.l Veltroni: sbagliato procedere sull'emotività Grazie a chi ha parlato abbiamo dato duri colpi alle cosche g Giancarlo Caselli. In alto: Giorgio Napolitano e Giovanni Maria Flick

Luoghi citati: La Loggia, Perugia, Roma, Sicilia