Istanbul, l'arte post-terremoto

Istanbul, l'arte post-terremoto Asta benefica alla VI Biennale Istanbul, l'arte post-terremoto Marco V allora ISTANBUL I E la Sesta Biennale di Arte di Istanbul, che si L' è aperta coraggiosa e fidente, tra le paure di m un terremoto che pare non essersi ancora il stabilizzato del tutto, so necessitasse di bd. I un'immagine-simbolo, di un'icona araldica, oltre al suo logo un po' demodé con fiore di loto, eccolo subito trovato, nell'impressionante, emblematica fotografia di Aydan Murterzaoglu, artista turco di cui è difficile (con questi nomi per noi indecifrabili) indovinare il sesso. Ed è difficile capire pure se si tratti di un'immagine premonitoria, o di uno scatto post-scossa. Ma pare quasi importuno informarsene: l'arte ha bisogno di rispetto del pudore. La ragazza sta seduta sulla panchina: ha di fronte il mare e una riva in faccia. La immaginiamo incuriosita, nonostante stia di schiena: a terra, disteso, un cagnone addormentato, tipica icona mediterranea. La scena pare immobile, proiettata sullo schermo della parete e sta per condensarsi in una fissità di bella cartolina. Eppure c'è qualcosa che ci turba. Anche la testa della ragazza s'è come L'immagine-simbolo in una fotografia: una città in riva al mare che scivola nell'abisso piegata a guardare quel profilo storto di città, oddio, che sta per slittare via, come un bicchiere ubbriaco su un bancone western. E lo sky-lino è subito riconoscibile: ma certo, è Istanbul, con la selva stratificata di pietre e di storia ed in primo piano la torre di Calata, tozza come una tinozza. Ma l'effetto speciale è impressionante. Tutto è dritto, tranne la fetta di città che sembra scivolar via, sopra l'orizzonte insaponato dello sguardo, come risucchiata giù dal mare: sta crollando dalla cornice, obliqua, verso 1' abisso di sinistra. Si sfila dal paesaggio. Come nel Navigator di Blister Keaton, quando tutto rotola precario sulla tolda dell'immagine. Ma è un humour sinistro, una pace apparente, quella concentrata dalla violenta fotografia di Murteznoglu, che ha riscosso un grandissimo successo (insieme alle opere di Pipilotti Risi, della Trockel, di Kentridge) nella generosa asta benefica, che non ha voluto dimenticare la popolazione colpita e che ha superato il mezzo miliardo (escluse le altre offerte non legate alle opere d'arte). Sotto il vigile occhio proiettato da Tony Oursler su una cupola di Sant'Irene, che pareva sovrintendere l'istrionica performance del battitore Simone ile Pury, trasformato in imbonitore turco, gli artisti presenti a questa prima edizione, curata con fiuto e passione dall'italiano Paolo Colombo, hanno dimostrato subito il loro appeal mercantile. Oltre a tre italiani (Manzelli, Marisaldi, Vezzoli) molte sorprese di là dell'Adriatico, in una città così vasta che soltanto la periferia sembra ferita dal dolore: mentre un'atmosfera di euforica solidarietà cancella ormai ogni spettro di paura. L'immagine-simbolo in una fotografia: una città in riva al mare che scivola nell'abisso

Persone citate: Keaton, Kentridge, Manzelli, Marisaldi, Paolo Colombo, Pipilotti Risi, Tony Oursler, Trockel, Vezzoli

Luoghi citati: Istanbul